Ah! Quanto è rilassante la vita di campagna? L’aria pulita, il cinguettio degli uccellini, lo sciabordare dei laghetti… Se anche voi la pensate così e siete pronti ad immergervi nella bucolica vita agreste, allora l’invito è quello di cambiare gioco, perché la vita campagnola di Plantera fatta di luccicosa puccettosità è ingannatoria, e si dimostra fumosa come una sauna giapponese.
Plantera è chiaramente un porting da dispositivi mobile (e dubito fortemente che abbia avuto molto da dire anche li) infatti si tratta di un clicker game, ovvero uno di quei giochi dove il gameplay è deputato al tocco degli elementi su schermo per interagire con quello che accade. Questi giochi trovano una dimensione adatta su mobile quando gratuiti sono gratuiti grazie agli ads, ma Plantera ha un suo costo, poco meno di cinque euro e cosa che, francamente, potrebbe far storcere non poco il naso: gli store sono pieni di giochi simili e l’offerta deve essere consistente per oltrepassare lo scoglio del pagamento.
Una volta acceso il nostro amato portatile ci ritroveremo con un piccolo pezzo di terreno da coltivare e su cui far pascolare tranquillamente i nostri animali. Man mano che cresceranno le nostre piantagioni, raccoglieremo i frutti del nostro orto: basta un click su ortaggi, cespugli e alberi. I nostri animali lasceranno alcuni regalini, come uova o vello, e con questi prodotti della terra guadagneremo monete, utili per espandere il nostro giardino e comprare più piantagioni e animali nuovi. Inizialmente avremo a disposizione un solo tipo di varietà di pianta, cominceremo con una carota per poi andare a sbloccare nell’ordine rape, zucche, ravanelli e lattughe. Lo stesso vale per le piante a cespuglio: inizialmente avremo i mirtilli e successivamente lamponi, pomodori, peperoni e per ultimo melanzane, mentre per quanto riguarda gli alberi avremo mele e poi pere, arance, ciliegie e limoni. Indovinate un po’? Anche per quanto riguarda gli animali cominceremo con una gallina per poi sbloccare il maiale, la pecora ed infine la mucca. Oltre a siffatte meraviglie (sono sarcastica ovviamente) potremo usufruire di aiuti come il concime o il cane da guardia. Emozioni da pelle d’oca.
Ogni tanto passeranno dei predatori come lupi o volpi che spaventeranno i vostri animali (niente di splatter ovviamente), ma che potrete scacciare con qualche colpo di stilo, o ancora meglio comprare dei cani da guardia che faranno il lavoro sporco al posto vostro; lo stesso vale per i corvi che potrebbero rubarvi dei frutti ogni tanto (oddio come dormirò la notte?), in quel caso basta piazzare qualche spaventapasseri e sarete a posto. Ricapitolando, dovrete piantare roba, scacciare animali, e raccogliere i frutti del vostro faticoso lavoro (oggi il sarcasmo a iosa) e monetizzare. E a sua volta monetizzare vi permetterà di espandere la vostra fattoria che verrà giudicata con un voto che va da un minimo di zero stelle a un massimo di due stelle, un giudizio più o meno alto serve a guadagnare una manciata di monete in più.
Non mi piace rivelare troppo del gioco solitamente, ma Plantera è soltanto questo, ho praticamente detto tutto. L’idea di un simulatore di fattoria semplificato non è malvagia, basti pensare al successo di Farmville, ma qui, per quante variabili ci possano essere, tutto quello che farete non cambierà in alcun modo: non dovrete far altro che toccare il benedetto touch screen del 3DS. Non ci sarà alcuna strategia nel piantare un albero accanto a un determinato cespuglio che vada oltre all’orpello estetico, e dirla tutta, una volta avviato il processo produttivo non sarete nemmeno più necessari allo svolgimento della pratica.
Tutto scade nell’automatismo becero: quando non ci sarete voi a cliccare (ma in realtà anche quando sarete lì fisicamente) il lavoro sporco verrà eseguito da omini blu blobbosi che faranno la raccolta al posto vostro e i proventi ve li cuccherete comunque voi (schiavisti!). Dopo la prima mezz’ora in cui ho avviato la fattoria, ho passato le successive due ore a guardare quello che succedeva, “vincendo” nel gioco senza far più alcunché.
Plantera quindi più di un simulatore di fattoria si rivela essere un simulatore di ecosistema, ma meno interessante perché virtuale. Anziché pagare cinque euro per questo salvaschermo in movimento, vi consiglierei di comprare un vero ecosistema fisico: costa molto di più ma almeno vedrete crescere animali reali. Volendo segnalare qualcosa di positivo su Plantera, proprio per non sembrare una massacratrice crudele di indie, nomino il character design, che come scritto in apertura è gradevole, colorato e carino, ma francamente è troppo poco.