Final Fantasy Explorers – Recensione

final fantasy explorers

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Genere: Action RPG
Multiplayer: 1-4 (locale e internet)
Lingua/e: inglese / francese (testi)

Quando ancora i JRPG raccontavano grandi storie con la semplicità tecnica di qualche pixel colorato, Nintendo e Final Fantasy hanno vissuto una storia d’amore che sembrava non dovesse finire mai – salvo poi interrompersi nel passaggio all’era Playstation.

Un sensibile riavvicinamento si è visto grazie alle portatili, in cui remake e porting hanno fatto rivivere le glorie di quegli anni dorati, mentre discutibili spin-off  facevano il possibile per demolire la credibilità del brand oggigiorno controverso.

Final Fantasy Explorers si presenta oggi ai giocatori con una formula relativamente nuova per il brand, quella del multiplayer cooperativo, portata al successo da titoli nati con la precisa visione del gioco in collaborazione. È il caso anche del nuovo lavoro di Square Enix?

Final Fantasy Explorers
From zero to hero…. a breve cambierai idea!

L’ultimo arrivato della famiglia Final Fantasy viene identificato come “clone di Monster Hunter”, e ad un primo sguardo è facile considerarlo tale, in quanto RPG d’azione in cui impersonare una delle tante, storiche, classi della serie per affrontare mostri di difficoltà crescente al fianco di altri giocatori o di mostri catturati durante il nostro girovagare.

Inoltre la struttura a missioni e la presenza di un unico hub da cui gestire progressione degli eventi ed ogni meccanica di personalizzazione, delineano un’esperienza mirata al costante confronto con obiettivi e tempo limite – proprio come nel titolo Capcom.

La città di Libertas diventa quindi la nostra casa per tutta la durata dell’avventura che, salvo un paio di occasioni, non offre elementi di interesse per gli appassionati del genere che cercano coinvolgimento a livello narrativo.

Final Fantasy Explorers
Uno scorcio affascinante, in diretta da Libertas

Ciò è dovuto principalmente al fatto che il titolo offre decisamente il meglio di sé quando affrontato in gruppo: il susseguirsi delle missioni in modalità solo diventa in breve una corsa al completamento delle stesse nella speranza che vengano poste sfide più interessanti o con nuovi nemici, anche a causa del livello di difficoltà piuttosto basso che inizia a mettere in difficoltà solo diverse ore dopo aver visto i titoli di coda.

In compagnia si può esprimere il pieno potenziale delle abilità uniche di alcune classi, ricostruendo dinamiche riconducibili ai celebri mmorpg da pc in cui ci si attribuisce ruoli ben definiti (healer che tiene sempre d’occhio l’energia dei compagni, tank che attira l’attenzione dei nemici e incassa i loro attacchi grazie all’elevata difesa, etc.) ed aumentando dunque lo spessore del gameplay, cogliendone sfumature in precedenza assenti quando accompagnati da mostri dotati di IA limitata e dovendo occuparsi da soli di tutti gli aspetti della gestione del party.

Final Fantasy Explorers
Ecco il nostro eroe interpretare Cloud…

Molto semplice e flessibile il sistema di combattimento incentrato sui modificatori dorsali L e R che permettono di assegnare fino ad 8 abilità a piacere tra quelle supportate dalla classe scelta, garantendo al giocatore tutti gli strumenti necessari a creare un Explorer che si addica al proprio stile di gioco.

Ad aumentare le possibilità di personalizzazione contribuisce il sistema delle crystal surge, in pratica “incantesimi” attivabili una volta raggiunto un certo livello di resonance (punteggio che aumenta con l’uso delle abilità di supporto o che vanno a segno sui nemici) e proposte randomicamente da una cospicua lista.

Durante la durata di ogni surge, qualsiasi abilità la cui natura è compatibile con la stessa (viene evidenziata in giallo anziché in bianco) può acquisirne gli effetti. Lanciando dunque una magia di cura mentre è attiva la surge hyper speed potrebbe potenziarla attribuendogli un effetto secondario in grado di attivare haste sul bersaglio.

Final Fantasy Explorers
Dopo “qualche” ora di gioco, ecco il dispensatore di sofferenza!

Le nuove abilità sono disponibili per l’apprendimento interagendo con il cristallo in città e ad esse possono essere aggiunti effetti secondari differenti, ad esempio attribuendo al nostro letale colpo di spada tutti gli elementi magici, o cumulativi, aumentando dunque le percentuali con cui questi si presentano.

Ma la resonance non è utile solo a lanciare le crystal surge, in quanto è il veicolo attraverso cui lanciare gli attacchi più potenti a disposizione, ovvero le Trance Surge, legate alla magicite equipaggiata – sia questa appartenente agli storici eroi del franchise (ottenibili soddisfacendo alcune condizioni speciali) o ai temibili Eidolon che abbiamo catturato in combattimento. Il fascino di trasformarsi in Cloud e scatenare la sua Omnislash o evocare il Mega Flare di Bahamut contro i nemici è indiscutibile e porta a momenti di vera esaltazione quando permettono di ribaltare situazioni critiche.

Final Fantasy Explorers
Fare selfie in prossimità di un vulcano? Non male!

Il lavoro di back office del giocatore è consistente anche alla luce del sistema di crafting e potenziamento dell’equipaggiamento, incentrato sulla raccolta dei materiali (i classici drop) dei mostri. Una volta creata un’arma o un’armatura, il fabbro è in grado di potenziarne le singole caratteristiche utilizzando quanto raccolto, sia esso un tronco di legno o il corno di un diavolo. Ciò permette di allungare la vita del propri set ben oltre la loro acquisizione – cosa che in particolare ha portato il sottoscritto a impersonare l’Onion Knight per 30/35 ore – e a trasformare armi discrete in vere e proprie dispensatrici di sofferenza, utilizzando i drop più rari solo quando si individua un’arma in grado di garantire un vero salto di qualità.

In fase di end game si ha accesso ad un numero piuttosto consistente di equipaggiamenti e si acquisiscono maggiori padronanza e consapevolezza del sistema di creazione, nell’ottica di finalizzare le build più efficaci per gli impegnativi scontri che ci attendono.

Final Fantasy Explorers
Ciao Odino. Per favore, sii gentile con la tua Gungnir!

Parlando di Square Enix è lecito attendersi un impegno tecnico di livello, essendo da sempre riusciti a tirare fuori il meglio dagli hardware portatili, ma in questa occasione lo sviluppo congiunto con Racjin ha resistuito un comparto grafico stilisticamente ineccepibile grazie al caratteristico character design di Tetsuya Nomura e ottimizzato però in malomodo a livello prestazionale, presentando pesantissimi rallentamenti in presenza di molti nemici e qualche incertezza nella fluidità nel multiplayer a quattro giocatori. Questi limiti inficiano l’ottimo lavoro svolto nella caratterizzazione di ambienti e nemici, sebbene molte aree di gioco di passaggio siano spesso copincollate senza troppo ritegno.

Da segnalare una gestione della telecamera fin troppo subordinata alla presenza di pareti e rilievi nelle mappe e che in generale risulta utile per centrare la visuale quando necessario ma spesso incerta nell’assegnare il lock al nemico realmente rilevante nell’occasione.

Discreto ma assolutamente non memorabile l’accompagnamento sonoro, che vanta estratti dai titoli più celebri della serie, riprodotti durante le Trance legate agli eroi – impersonando Squall parte il battle theme di Final Fantasy VIII, per Yuna quello di Final Fantasy X-2 e così via.

Il gioco in cooperativa risulta funzionante sia in locale che online, ma in rete si sente la mancanza di una chat vocale che permetta di coordinarsi a dovere. Le funzioni streetpass si limitano agli Assignement, missioni virtuali da assegnare ai componenti della nostra lista amici per ottenere materiali o oggetti extra.

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Yuna è quella di X-2. Già. La adoro.

Final Fantasy Explorers è un titolo potenzialmente vincente che non assurge al ruolo di irrinunciabile a causa di una palese limitatezza di contenuti – in proporzione al genere – e una componente narrativa decisamente poco ispirata. Si vaga di missione in missione senza la certezza di avere uno scopo ed ogni traguardo difficilmente offre ricompense sufficienti a tenere alto l’entusiasmo. Anche il potenziamento delle abilità, vincolato ad un sistema dalla natura randomica, perde la rilevanza che si può trovare in altri titoli in cui le tempo e azioni si traducono direttamente in risultati quantificabili.

Il risultato è un titolo dalle indubbie qualità ma che è godibile principalmente da chi cerca un’esperienza leggera e da vivere in compagnia – situazione che, come in molti altri titoli, aumenta esponenzialmente il valore del prodotto.

6.9

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