Sono combattuto perché giocando a Xenoblade Chronicles X alla Games Week di Milano, ho provato una serie contrastante di sentimenti.
Il titolo è quello che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni: il sequel spirituale di quel capolavoro di Xenoblade Chronicles. Un more of the same di grandissima qualità , più profondo, più complesso, più grosso.
Ho avuto modo di giocare per due orette scarse la demo presente sullo show floor: i giocatori venivano buttati nella mischia per affrontare una missione del terzo capitolo del gioco. Il personaggio principale Paul – questo il nome scelto per l’occasione (anche noto come Lo Strigo di Mira per la sua innegabile somiglianza con Geralt di Rivia) – era affiancato da Linn e Elma.
Il sistema di combattimento è uguale, nelle sue componenti base, a quello del capitolo precedente per Wii ma è estremamente più complesso. Le mosse si potenziano ogni volta che vengono utilizzate, non è più presente una classe che funga da healer (cosa che rende difficoltoso gestire le cure in game), è possibile anche impartire ordini ai propri compagni, utilizzare più tipi di armi contemporaneamente, gestire il comportamento degli amici, muovere il lock on dei nemici mirando precisamente ogni singolo arto. Una mole talmente grande di informazioni che il mio cervello ha rischiato seriamente di andare in corto circuito. Non aiuta certo l’HUD che è affollatissimo: probabilmente nelle fasi più concitate mi sono trovato dinnanzi ad almeno un centinaio di input visivi differenti. Aggiungiamoci il fatto che il nostro Paul era anche caratterizzato malissimo a livello di tecniche e abilita assegnate: tutte le mosse utili erano per le armi da fuoco, eccezion fatta per una mossa difensiva e una offensiva per la spada.

Sono sicuro che la mia titubanza sia dovuta al fatto che le condizioni di prova non erano ottimali e per quanto bravo lo standista che spiega il sistema di gioco non può in nessun modo sostituire un paio di ore di gioco introduttive. Comunque il sistema di combattimento funziona benissimo una volta padroneggiato almeno nelle sue componenti fondamentali.
Addentrandosi nei menù di gioco si ha la sensazione di entrare in una enorme giungla di informazioni differenti: l’outfit del personaggio è estremamente personalizzabile, così come le armi, le reazioni in battaglia, le sue relazioni e molto altro ancora. Sembra che gli sviluppatori abbiano voluto aggiungere moltissimi livelli di profondità al gioco: una scelta senza dubbio lodevole ma che rischia di spiazzare coloro che non sono molto affini al genere.
Questo ha fatto nascere in me la consapevolezza che Xenoblade Chronicles X è sicuramente un gioco da affrontare con la dovuta calma, con preparazione, attenzione e voglia di imparare un gameplay assolutamente non comune alle produzioni odierne. A pelle mi sembra che anche l’acclamatissimo The Witcher 3: Wild Hunt (pinnacolo della produzione ruolistica di questa generazione) non arrivi nemmeno alla metà della profondità e complessità di questo titolo.
A livello tecnico siamo dinnanzi a uno dei titoli più grossi e ambiziosi per la home console di Nintendo: penso che i Monolith abbiamo spremuto ogni singolo Pikmin all’interno del Wii U per tirare fuori un mondo così grosso e dettagliato. A schermo sono presenti un sacco di elementi: Mira nella sua lussureggiante vegetazione è da mascella a terra, i panorami sono mozzafiato e i cieli, sia di giorno che di notte, hanno mille storie da raccontare. Il meteo dinamico è la ciliegina sulla torta. Correre per le enormi praterie di Mira è semplicemente bello. Scoprire cosa si cela dietro a un crinale lontano, quasi all’orizzonte, è il leitmotiv del titolo, ed emerge già in una sessione così limitata.
Non so se tutto questo ci porterà ad avere tra le mani un capolavoro, sono sicuro però che la mia voglia di iniziare quest’avventura aliena non è mai stata così grossa.