Iwata detto l’attendista: quando vendere meno è meglio

Condividi l'articolo

Quando Nintendo pubblica dei risultati finanziari, la domanda principale che viene fatta è: ha venduto? Quando invece la domanda più specifica dovrebbe essere: perché ha fatto quei profitti?

Nintendo è una di quelle compagnie che durante l’amministrazione Iwata ha sempre fatto delle politiche aziendali mirate al profitto, grazie ad uno sviluppo aziendale ben conscio delle sue possibilità di spesa ed espansione. Tradotto semplicemente vuol dire che da sempre ha guardato a come rendere profittevoli, ovvero in grado di generare guadagno, i suoi prodotti il prima possibile.

La via più semplice, e l’approccio di Nintendo, in queste ultime generazioni di console, è stato dunque quello di guardare a due principali fattori: costo della macchina e prezzo di vendita, lo sviluppo dei giochi e le specifiche sono secondarie dal punto di vista del piano aziendale.

nintendo-japan-sede-nintendon

Il prezzo di vendita iniziale di Wii, 3DS, DS e Wii U è un prezzo che apparentemente sembra alto, ma che in realtà è pesato sul costo della macchina, ovvero Nintendo punta a vendere una console guadagnando un tot anche senza giochi. Se la console vende non viene effettuato un price-cut, qualora la console non venda si procede con un taglio di prezzo e l’inserimento, nel piano aziendale, di un profitto console in accoppiata con dei giochi.

Iwata tempo ha dichiarato che Wii U produceva guadagni per Nintendo se veniva acquistato insieme a due giochi, ma col passare del tempo una serie di costi si abbassano. Veniamo dunque ai risultati del Q3 del 2015 usciti il 28 Gennaio 2015. Nintendo ha registrato un profitto, anche maggiore dell’anno precedente, ma se vediamo nel dettaglio possiamo notare che ha venduto meno console! Com’è possibile tutto questo?

Q3-risultati-nintendon

Semplicemente il costo di ogni singola console si è ridotto, così che, e lo si vede dal report stesso, ogni singolo Wii U e 3DS venduto, assieme al software, costano meno a Nintendo, perché le tecnologie invecchiano e costano meno, mentre il prezzo rimane invariato e quindi il guadagno sale, a tal punto che per avere un introito maggiore rispetto al 2013 sono bastate meno console. La chiave di questi risultati aziendali sta dunque nel minor costo di produzione di console e software.

Dovrebbero fare tutti  così? Ovviamente no perché se Nintendo può permettersi questo è per una serie di motivi come una solidità aziendale fatta di capitale liquido (soldi contanti) e un unico settore di influenza, ovvero i videogiochi. Al contrario aziende come Microsoft e Sony puntano inversamente a delle grosse perdite iniziali, per recuperare molto di più sul lungo periodo, ed ecco perché in genere le console Nintendo, dell’era Iwata, durano anche meno anni, dietro c’è una strategia differente.

Iwata-28-anni-nintendon
Ne son passati di anni da quando programmavi eh!

In conclusione la strategia di Iwata per riportare dei profitti per Nintendo anche con console che vendono meno della concorrenza (Wii U) e meno dei predecessori (3DS) è stata quella di adottare una politica di ribasso dei costi di produzione naturale, mista ad una serie di prodotti collaterali il cui profitto è immediato (amiibo, contenuti digitali di profitto netto come i temi per 3DS), innalzando di molto il profitto netto, intaccando poco il costo complessivo.

Tutto questo lascia infine spazio a considerazioni sul futuro, come una Nintendo in grado di fortificarsi nonostante tutto, e quindi capace di concentrarsi con serenità su giochi e progetti, e probabilmente restyle, come il New Nintendo 3DS e magari un New Wii U, grazie agli investimenti possibili frutto di componenti e scocche che comportano meno spese.

Potrebbero interessarti