Senran Kagura Burst

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Elemento in forte contrasto con la progressione frizzante, dinamica e flessibile del sistema a missioni è la narrazione nella modalità storia: oltre alle brevi custscene pre e post missioni, tutte doppiate e inscenate con i modelli poligonali del gioco, alcune situazioni cruciali mettono il giocatore di fronte a serie piuttosto lunghe di walltext che intendono approfondire gli eventi in corso (e cosa abbia contribuito a generarli) anche con una certa attenzione e cura nello sfruttamento del materiale a disposizione.
Ogni personaggio infatti è avvicinabile ad uno stereotipo tipico degli anime e la storia fa il necessario per dare a tutti giusto spazio e importanza, sebbene i protagonisti principali siano ben chiari fin dai primissimi momenti di gioco.
In tutto questo, però, le sopracitate sequenze di solo testo si perdono in una lunghezza spesso eccessiva, troppo dissonante dal resto dell’esperienza, che potrebbe spingere alcuni giocatori a saltare interi spezzoni di narrazione per tornare il prima possibile a menare le mani.

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Nonostante nuovo taglio e pane imburrato… Asuka resta la prescelta.

Nonostante l’inconveniente sopracitato, Senran Kagura Burst si presenta come un titolo soddisfacente per quel che concerne l’impianto narrativo (proporzionale al contesto) e la rappresentazione dei personaggi: la storia riprende un classico cliché di confronto tra il bene e il male in cui le forze nemiche sono a loro volta vittime di un disegno più grande. Questo, complice anche la gradevolissima resa dei personaggi, affeziona il giocatore anche alle kunoichi malvagie, soprattutto nella fase finale in cui attraversano un percorso di redenzione veicolato dal confronto con le paladine della giustizia, in un reciproco processo di crescita e  avvicinamento.

Se gameplay e narrazione si dimostrano soddisfacenti, seppur senza eccellere, non si può negare che il gioco dia il suo meglio nell’intento di coinvolgere il giocatore e offrirgli un numero veramente cospicuo di elementi da completare: gli sviluppatori avevano ben chiaro il target a cui si rivolgersi e hanno fatto il massimo per soddisfarlo.senran-kagura-burst-recensione-two-4th-wall-01

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La quarta parete è in procinto di venire giù tutta d’un colpo…

Non si può negare che buona parte dell’appeal dei personaggi sia dovuto a una rappresentazione fuori dal reale delle forme femminili, con tanto di meccaniche di gioco (come le trasformazioni, che aumentano la potenza del personaggio dopo aver assistito ad una scena di “svestizione” e vestizione, o l’associazione del valore della difesa al quantitativo di vestiario indossato… che sfocia in una modalità frenesia attivabile ad inizio missione, che lascia in completo intimo e potenzia l’attacco a scapito della difesa) ad esse legate, ma una volta superato l’iniziale interesse – se siete fan del genere, altrimenti vi farete fin da subito delle fragorose risate – sono le due storyline complementari, i dieci (o forse più? chissà…) personaggi giocabili, le missioni extra, gli obiettivi, le valutazioni da migliorare, gli elementi di personalizzazione estetica e le gallerie multimediali da sbloccare, etc. a tenere il giocatore incollato alla console.

Un primo playthrough senza troppo impegno può occupare tra le 5 e le 10 ore a seconda di quanto si voglia dedicare al grinding e al miglioramento dei propri risultati: aggiungendo gli elementi citati poco sopra, è lecito aspettarsi un aumento esponenziale del conteggio ore. Il restante tempo a disposizione, potete passarlo nei camerini a visualizzare i modelli 3D agghindati come meglio preferite…

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Inspiri bene e dica “trentatrè”. Solo a scopo scientifico, giuro.

Nel complesso Senran Kagura Burst è un titolo che si erge con irriverenza tra l’abbondante software di qualità della libreria 3DS e si fa notare grazie alla sua natura assolutamente fuori dagli schemi, cosa che lo rende a suo modo consigliabile anche ai giocatori meno succubi delle rotondità femminili: la componente action è solo marginalmente minata da alcune scelte che sbilanciano la difficoltà di alcune sfide (vedi un personaggio capace di effettuare attacchi a distanza e a 360°) e può creare qualche difficoltà nel superamento di un paio di missioni, ma risulta adeguata alla connotazione portable dell’esperienza che richiede rapidità di esecuzione e di fruizione. Tecnicamente lo stile e la modellazione molto gradevoli pagano dazio con alcune incertezze nel framerate, senza però impattare troppo la spettacolarità delle scene in 3D. La grande quantità di contenuti e l’indiscutibile fascino delle giovani ninja completano un pacchetto consigliabile sicuramente agli otaku ma che al tempo stesso può risultare valido passatempo per chi cerca qualcosa di diverso, verrebbe da dire alle antipodi, dell’esperienza Nintendara media.

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