Sotto la Scocca- Switch 2 non esiste nel vuoto

Switch 2 ha un prezzo alto. Ma lo รจ davvero?

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Switch 2 è stata finalmente annunciata e con essa sono arrivate le solite polemiche. Io posso solo limitarmi a cercare di mettere le cose in fila per ragionare un attimo fuori dalla bolla e dal proprio portafoglio.

Switch 2 costa 470€ iva inclusa. Si, sono 469.99, ma arrotondare al centesimo dopo è sempre d’obbligo, altrimenti si cade nella trappola psicologica di ricordarsi 4 e 6 solamente. Vediamo da dove partiamo. 2017. Switch arriva come unica proposta di console ibrida, con una costruzione da console portatile e si piazza a 330€. Con uno schermo 720p IPS di qualità un po’ barbina. Oggi siamo nel 2025.

Il grande nostro caro amico dell’inflazione ci dice che dal 2017 al 2025 la sua cumulativa è del 22% circa. Quindi, il valore di Switch attualizzato a moneta del 2025 sarebbe 402€.

AHAHAH, LEZIONI DI ECONOMIA

E già questo basterebbe a dare il contesto mancante al perché gli oggetti oggi hanno i prezzi che hanno. Ma ci sono stati dei grossi cambiamenti sul mercato. Switch non è più sola. A dispetto di tutti, non sono stati Sony e Microsoft ad entrare nel mercato portatile, ma Valve ed i costruttori di hardware PC.

Potendo sfruttare le possibilità offerte dai nuovi chip integrati di AMD si è riusciti finalmente a produrre dei PC in formato console portatili che avessero del senso.  Con una semplice tabella, possiamo mettere a confronto per le caratteristiche che conosciamo un pezzo dell’offerta attuale di mercato

Si, Switch è 7.9″, non mi andava di rifare la tabella

Purtroppo, non sapendo informazioni più precise sull’hardware, stiamo ancora andando aventi con i rumor di millenni fa, il confronto lo facciamo facile considerando le console dove gira Cyberpunk 2077. Che CD Project ha confermato girare a 40fps su Switch 2, quindi grossomodo con un profilo di performance spannometricamente tra Deck e poco più (come vi dicevo già nel settembre del 2022, pensa un po’).

Andando a prendere i prezzi di listino ufficiali, vediamo che Switch 2 si pone in modo competitivo con le altre opzioni.  Lo schermo è si sicuro la punta di diamante. Dove pecca è nel taglio della memoria e nella grandezza della batteria, ma quest’ultima dipende dall’architettura. La durata stimata dal sito Nintendo è tra le 2 e le 6,5 ore a seconda del contenuto, che è simile a quel che riesce a fare la Rog Ally con due volte la batteria, ma appunto perché quest’ultima consuma di più.

Guardando gli street price la situazione non si sposta di molto, con praticamente solo la Rog Ally che si trova per 500€ a dispetto del suo prezzo di lancio, vivendo delle stesse flessioni di domanda ed offerta tipiche del mondo PC. Quindi, dal mio punto divista, ci troviamo con un oggetto che si piazza perfettamente in mezzo ai segmenti di prezzo attuali. Ma non basta fermarsi a questo.

L’altro livello di contestualizzazione che possiamo usare per andare a definire per osservare ed analizzare i prezzi è il contesto nostrano. Il potere d’acquisto degli stipendi medi italiani dal 2008 ad oggi si è ridotto del 9% circa.  In altri stati a noi vicini, come Francia, Germania e Svizzera, c’è stato un aumento dal +10 al +40% a seconda. È ovvio che in un mondo dove i costi aumentano ma le retribuzioni no, il quantitativo di moneta da dedicare alle passioni è ridotto quindi vederlo aumentare sempre più di prezzo brucia.

Non siamo sponsorizzati ma non sapevo che immagine mettere qui

Il punto forse più critico è però l’ecosistema che gira intorno. La console è un acquisto una tantum, il punto di ingresso. Strumenti come Klarna, Paypal 3 rate, le rate di Amazon e strumenti come Cofidis negli anni hanno aumentato enormemente il loro utilizzo. Il cuore però di una console sono i giochi, il software. E di quello ve n’è una carrellata, un flusso continuo.

Il prezzo dei giochi nel tempo ha una storia ed evoluzione un po’ diversa. La versione abbreviata è che Il costo di produzione dei videogiochi è aumentato nel tempo, mentre il prezzo al consumatore è aumentano meno dell’inflazione. Quando la platea di videogiocatori console ha smesso di crescere ai ritmi della settima generazione di console ed ha raggiunto un plateau, c’è una sorta di insostenibilità. Nel senso che trovare la quadra tra margini per gli azionisti, costi di esercizio e salute psicofisica dei lavoratori è sempre più difficile. Se non si vuole tagliare il margine di guadagno, bisogna per forza trovare altre leve per chiedere più soldi alla stessa platea di giocatori. Ecco quindi i vari abbonamenti, battle pass ed aumenti del costo dei giochi. Le aziende americane che non ce la fanno sappiamo che sono solite tagliare massivamente i posti di lavoro. Nintendo oppostamente si è costruita un’oasi di benessere e resilienza, essendo tra le aziende con tutti gli indicatori possibili del grado di qualità sul posto di lavoro migliori di tutto il Giappone.

E mente mondo videoludico è tutto in fermento per un ipotetico GTA VI a 100€ Nintendo spiazza tutti con un Mario Kart World a 90€ fisico e 80€ digitale. Il gioco di punta. La Mario tax. La spesa che ti fa entrare in Switch 2,visto che il bundle con gioco digitale compreso porta il prezzo del software a soli 40€. E sappiamo che i software Nintendo tendono a mantenere il loro valore nel tempo, subendo meno sconti.

Si legge anche erroneamente che così facendo Nintendo perde il target dei bambini, che Nintendo non sa a chi sta vendendo. Vuol dire essere un po’ distratti, in quanto i dati stessi di Nintendo ci mostrano come la principale demografica è nel 20-40 anni. Quindi i millennials con disposable income, cioè che lavorano indipendenti e con soldi extra da spendere.

NintendOn è tipo 40+ oramai

La prima ondata, chi prende Switch 2 al lancio è il fan, l’interessato, chi la compra anche solo per Mario Kart. Esattamente come il 3DS e Switch prima, che per espandere la demografica tirarono fuori il 2DS e Switch Lite, verrà il tempo in futuro, di aggredire segmenti diversi con prodotti più specializzati. Ora non c’è proprio bisogno.

Ai giochi si aggiungono le periferiche, che sembrano aver avuto un ulteriore aumento. Controller pro a 90€, l’adozione di un standard di schede SD più costoso, quello Express (a buon ragione per le performance eh), la telecamera a 60€. Come sempre bisognerà vedere le terze parti come potranno inondarci di equivalenti a prezzi più accessibili di quelli ufficiali marchiati Nintendo.

Il total cost of Ownership di una console Nintendo è alto, quello senza dubbio. Una ROG Ally una volta che ha fruttato soldi ad Asus passa la palla in mano a Steam, ad Epic a Microsoft. Ad una concorrenza, ad una pluralità di offerta che combatte per il vostro portafoglio, che abbatte il costo dei giochi enormemente. Ma Nintendo controlla tutta la catena del valore e può fare il bello e cattivo tempo.

E quindi il riassunto è il titolo stesso del pezzo. Il prezzo di Switch non è un numero magico tirato fuori a caso. Ma figlio delle condizioni a contorno. Inflazione, necessità di avere certi margini di guadagno da parte delle aziende. Demografica obiettivo. Valore. Crescita. Se la proposta sembra fuori da ogni logica per le vostre tasche, la lamentela è sacrosanta. Ma vi siete mai chiesti come cambiare le cose? Quali sono i meccanismi che portano le aziende a prendere decisioni? Ricordate il 3DS al lancio? Vendite pessime al prezzo proposto, Nintendo lo abbasso, mangiando la perdita pur di aumentare la base installata e recuperare con il software. Perché accadde? Basse vendite.

Se una cosa vi sembra cara, non compratela subito. Vedrete che prima o poi sarà abbordabile. [nota: il tempo è un concetto relativo]

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