Una console Bigger, Better, Stronger e costosissimar.
Come un pavido anzianello dai capelli ormai schiariti, incurante nello stendere i nipotini con montagne di parole, mi abbandono al ricordo di tempi ormai lontani che non torneranno più. Tempi in cui l’annuncio di una nuova console era un rituale magico ordito da alti sacerdoti che inebriavano la stanza di luci, suoni e colori diretti a una tribù tanto estesa da rendere improbabile registrarla in numero. Quelli che non entravano nella stanza seguivano da remoto, probabilmente dopo aver digitato sul motore di ricerca preferito (perché ne esisteva più di uno) la scritta “Nintendo E3 Live Streaming”.
Oggi quella magia è andata. Non ci sono più pop corn da condividere con amici nello stesso salottino, non ci sono più sacerdoti, e incantesimi da litaniare. Non c’è proprio più religione. Ma in fin dei conti: chi se ne frega? L’hype c’è ancora, quantomeno per i giovani, per i vecchi come me è “curiosità”. Se state leggendo queste righe avrete già visto il Nintendo Direct: Nintendo Switch 2 – 02.04.2025. Superfluo quindi un riassunto, vi sparo qualche considerazione.

Satoru Iwata aveva predetto un punto in cui il settore avrebbe incontrato difficoltà enormi. La corsa alla potenza bruta nelle console avrebbe accelerato uno scenario in cui lo sviluppo dei giochi sarebbe stato sempre più oneroso e i costi per gli utenti via via maggiori. L’elefante nella stanza lo si nota subito: Nintendo Switch 2 costa. Di più: i suoi giochi costano, costano tanto, di più di quanto la fanbase Nintendo è solita spendere, specie se identifichiamo con le famiglie il target principale dell’azienda. Satoru, avevi ragione, quel tempo è arrivato.
Nintendo poteva puntare su un hardware decisamente indietro rispetto a quanto siamo abituati a vedere in giro. È già successo in precedenza: con Nintendo Wii, Nintendo DS e compagnia giocante. Alla fine, la gente vuole i giochi, le console sono solo un tramite, un obolo in più da pagare, sosteneva il presidentissimo Hiroshi Yamauchi. Si poteva puntare quindi a una console più modesta, piazzarla a un prezzo inferiore, fare contenti i genitori. E andare poi sui social a lamentarsi dei cali di frame rate quando si entra nel bosco dei Korogu in Zelda.
Sinceramente auspicavo un prezzo più mite ma guardando l’offerta mi sembra che il prezzo sia assolutamente in linea con quanto offra il mercato a livello Handheld PC entry level, basti vedere il modello base di ROG Ally, con cui Nintendo Switch 2 sembra avere una sorta di parentela: 1080p nativi, schermo da 7 (quasi 8) pollici, refresh variabile 120 Hz, prezzo sui 500 euro. Purtroppo non possiamo scendere ancora più nei dettagli, non è dato sapere di quanta RAM disporremo, tipologia di schermo (probabilmente un buonissimo IPS dato l’HDR e la promessa di “più brillantezza”). Insomma, le specs definitive arriveranno, ma si poteva fare di più a livello comunicativo.

Che sia stato fatto bonariamente, per non mettere troppa carne sul fuoco con troppi dettagli in così breve tempo, o infingardamente, temendo un backlash per i prezzi elevati, la comunicazione è stata se non fallace, sicuramente carente. Avremo le treehouse, la Nintendo App e le comunicazioni sito e social a informarci ulteriormente, ma il rischio è di fare confusione inutilmente.
L’importante però, a mio avviso, è che Nintendo sia stata chiara su un punto: Nintendo Switch 2 è una console che può reggere tranquillamente i giochi che Nintendo Switch non riusciva a gestire, come Cyberpunk e Yakuza 0 ivi annunciati, e quelli di prossima uscita, mettendo al sicuro il consumatore sul futuro a lungo termine della console. La possibilità di poter selezionare la qualità con cui gira il gioco, scegliendo tra 60/120 fps a beneficio o discapito della risoluzione con Metroid Prime 4: Beyond (e futuri titoli) è un lusso che forse la Nintendo di Satoru Iwata non si sarebbe concessa, ma i tempi cambiano, purtroppo e per fortuna.
I Joy-Con, altra croce e delizia di Nintendo Switch, sono stati migliorati e, speriamo, perfezionati. Qui l’occhio cade sul Legion Go di Lenovo. Come i controller di questo portatile, infatti, i Joy-Con 2 fungeranno da mouse 3D, come illustrato durante il trailer del già citato Metroid Prime 4: Beyond. Dato che si tratta di una funzione già utilizzata da giochi PC si spera non sia la classica feature da un gioco e basta, come per il rumble HD, e spero Nintendo tiri fuori dal cilindro una figata come Nintendo Land piuttosto che un contentino come 1-2-Switch!

La notizia che mi ha sorpreso di più in ogni caso è il GameShare, funzione che permette ai giocatori di condividere un gioco per sessioni multiplayer, compatibile anche con Nintendo Switch, proprio come ai tempi di Nintendo DS. Giocare in co-op a giochi come Hyrule Warriors, ognuno sul proprio schermo, è molto più comodo rispetto a giocare lo stesso titolo in split screen sul televisore di casa.
Inutile dire che GameChat è, finalmente, il gioco online come lo volevamo da sempre. Wii Speak, il microfono del Nintendo DS e Wii U Chat sono solo tante declinazioni fallimentari di un’unica esigenza: un multiplayer a distanza quasi indistinguibile dal multi locale, una comunicazione priva di cuffie e ammenicoli vari. Adesso sembrerebbe che la tecnologia sia al passo con i sogni di ben 20 anni fa.
L’esigenza di una line up robusta nelle generazioni attuali di console è mitigata dalla retrocompatibilità. Mario Kart 8 Deluxe è il gioco più venduto in assoluto per Nintendo Switch e avere un nuovo Mario Kart al lancio sarebbe stato sicuramente un motivo più che valido per non mancare il day one. Chi si aspettava un semplice refresh di piste e corridori sarà rimasto stordito da un Mario Kart con l’ambizione di un The Crew. Altrettanto stordente, se non sconcertante è il prezzo di 89,90€ per la versione fisica, costo che ci auguriamo non diventi lo standard.

Donkey Kong Bananza sembra già sconfessare questo andazzo, anche se purtroppo ci siamo allineati ai prezzi della softeca di Playstation 5. Dopotutto se il prezzo alto scongiura un abbonamento mensile indigesto per sostenere i server di un singolo gioco posso anche chiudere un occhio, e forse lo stesso vale per giochi di ampio respiro come Zelda e Mario, almeno per le serie principali. Sicuramente non una buona notizia, seppur ampiamente prevedibile.
Il resto della line up ha evidenziato una eterogeneità che solitamente Nintendo fatica a raggiungere, e questa è buona cosa. Aldilà dei gusti personali, sembra che Nintendo Switch 2 sia una proposta valida e robusta, con un’offerta di giochi che verrà approfondita nei giorni venturi. Il ciclo Nintendo post Iwata è senz’altro concreto, forse meno sorprendente di quanto visto con Nintendo Wii, ma sicuramente incontra il gusto di più persone senza la forzatura di gimmick particolari, pur senza rinunciare a progetti assurdi come Nintendo Labo o Ring Fit. Se il futuro di Nintendo Switch 2 sarà roseo è un mistero, le premesse ci sono e noi saremo qui a documentarlo.
 
								 
													