Super Mario RPG è tornato a tutta velocità su Nintendo Switch con un remake veramente delizioso
Super Mario, una di quelle icone del panorama videoludico che potremmo nominare a 1000 persone e chiunque di loro avrebbe idea di chi e di che cosa stiamo parlando. E poi Square Enix, la società dietro ad alcuni dei più importanti giochi di ruolo del settore, a partire da serie come Final Fantasy e Dragon Quest.
Quando all’epoca dello SNES le due società si incontrarono per dar vita ad un nuovo progetto, in pochi avrebbero pensato di poter mai vedere sui loro schermi un gioco di ruolo con le meccaniche degli RPG dell’epoca, ma con Super Mario e il Regno dei Funghi come protagonisti. E, in effetti, il lancio del gioco fu un successo al punto che ancora oggi in moltissimi speravano di vederne una versione riammodernata ai canoni videoludici moderni.
E, come all’epoca dello SNES, Nintendo ha scelto di lanciare il remake di Super Mario RPG in occasione del ciclo di vita finale di Nintendo Switch, la console che ha visto in Super Mario l’ennesimo incredibile supporto a livello di giochi di diversi tipi e generi.
E ancora una volta, dopo anni e anni, l’intuizione del maestro Shigeru Miyamoto trova una nuova ragione di fondamento: Super Mario è un personaggio in grado di adattarsi alla perfezione a quasi qualsiasi tipologia di videogioco con una facilità disarmante. Succede con i platform, con i giochi di corse su kart, con gli sportivi e addirittura con i giochi di ruolo.
La principessa è in un altro castello
La storia alla base di Super Mario RPG è, ad onor del vero, la classica storia che ci aspetteremmo da un titolo della saga di Super Mario. La Principessa Peach è stata rapita dal malvagio Bowser ed è compito di Mario tentare di salvarla. Ma, differentemente dal solito, qualcosa si frappone tra Bowser e il suo piano, un’entità oscura e malvagia che scombussola i suoi piani e mette a repentaglio anche l’esistenza stessa del Regno dei Funghi.
La storia è ovviamente molto banale e simpatica, ma ci darà modo di visitare moltissime zone e di affrontare numerosi nemici di tipologie diverse tra loro, come i nostri beneamati Goomba, una delle costanti più note e amate di ogni gioco relativo all’idraulico italiano più amato del mondo.
Banale e simpatica si ma, fortunatamente, nel corso delle ore il gioco trasformerà la sua storia in un qualcosa di comunque memorabile, con diverse scene ancora oggi ben impresse nei giocatori che misero mano al titolo nell’anno di lancio e che, ancora adesso, non vedevano l’ora di poterlo rigiocare secondo i canoni moderni. E in questo il remake colpisce nel segno al 100%, riuscendo a trasportare un’avventura così “vecchia” nel mondo moderno senza far avvertire eccessivamente la sua nascita così lontana, sia come mentalità nella tipologia di mondo di gioco (dove il limite più grande, se vogliamo vederla così, sono le piccole aree che compongono i vari livelli) che come resa grafica (dove su Nintendo Switch esplode di bellezza, ma ne riparleremo a breve).
Una particolarità del titolo è quella di riuscire a fondere alla perfezione le fasi classiche da RPG, con combattimenti a turni, raccolta di punti esperienza e oggetti vari, con quelle natie dell’universo di Super Mario. Le mappe sono infatti costellate di oggetti nascosti e di passaggi da effettuare come li fareste nei classici giochi di Mario, saltando a destra e a sinistra su appoggi, alture, pavimentazioni rotanti e molto altro. Insomma, allo stile tipico di Square Enix si è riusciti a fondere benissimo quella che è la filosofia videoludica dell’icona Nintendo.
JRPG tra tubi e funghi
Ammetto di averci impiegato un po’ di tempo per formulare un pensiero completo sulla componente JRPG di questo titolo. Da una parte Square Enix (o per lo meno la passata Square) è sempre stata sinonimo e garanzia di un ottimo gameplay e di una costruzione della struttura di gioco bilanciata, in grado di offrire un buon grado di sfida ai giocatori più accaniti così come un livello di accessibilità ottimale a chi si avvicina ai propri giochi per la prima volta.
E ho ragionato molto a lungo su come raccontarvi questa parte. Potrei scrivervi una tonnellata di testo senza fine sulle meccaniche di gioco, sul Combat System a turni che ricalca fedelmente quello delle ormai sorpassate produzioni JRPG del passato (dove oggi invece si tende ad uno stile molto più spinto verso l’action, pur mantenendo una struttura a turni). Quello su cui vorrei soffermarmi invece, a discapito di una mera descrizione meritevole di stampa su un bugiardino medicinale o su un libretto da custodia PlayStation, è questo: cosa significa giocare oggi, 2024, a Super Mario RPG?
Ho sviluppato questo ragionamento provando a navigare e a ripercorrere un po’ la storia del mercato JRPG, di certo il mio preferito praticamente dall’alba dei tempi. Giocare a Super Mario RPG nel 2024 è una lunga corsa sul viale alberato dei ricordi, ed è giusto che sia così.
Lo scopo di questo remake è sempre stato quello di dar nuovo spolvero a un titolo particolarmente sentito da parte della community videoludica, non quello di adattare un gioco vecchio ai canoni moderni, cosa che avrebbe significato il doverlo ripensare e ricostruire da zero in ogni sua parte. Quindi ben venga il combattimento a turni, con suddivisione delle possibilità e delle differenti azioni da compiere in gioco in base al tasto che andremo a premere, nonché alla tempistica con cui li premeremo in fase di combattimento.
E ben vengano le mappe chiaramente identiche a quelle del passato anche in quanto a logica di navigazione, suddivise in aree piccole e veloci da esplorare, spesso ricche di nemici da affrontare e (per un buon giocatore RPG) exp da farmare in vista di combattimenti ben più impegnativi.
Ovviamente non è tutto perfetto, e la struttura stessa del gioco risente un po’ degli anni passati. Anche visivamente si nota il modo in cui il gioco era stato costruito in un’epoca in cui la concezione era totalmente diversa da quella di oggi (e non parlo della mera grafica, ma proprio di come si muovono i personaggi e gli scenari, per fare un esempio). E l’impianto videoludico, per quanto io personalmente l’abbia apprezzato, dopo una decina di ore inizia a diventare ripetitivo. Insomma, un remake fedele in scala 1:1, con tutti i pregi del caso ma anche con i suoi difetti.
È comunque interessante l’aggiunta della barra di caricamento durante i combattimenti che permette, una volta riempita, di scambiare i personaggi per poter arrivare a scaricare sul poveraccio di turno un potente attacco a 3. Mettiamola così, dove da una parte questa meccanica rende molto più semplici i combattimenti (compresi quelli contro i boss), dall’altra la finestra temporale per premere i tasti dedicati al blocco degli attacchi dei nemici e al potenziamento dell’attacco dei nostri personaggi è stato ridotto, rendendo più complicato riuscire ad azzeccarli con le tempistiche corrette.
Super Mario RPG su Nintendo Switch
Considerata l’importanza che ha avuto Super Mario sull’ultima console di Nintendo, quale spazio possiamo offrire a questa produzione? Quanta importanza possiamo attribuirle?
Molto più di quella che sembra, e soprattutto su Nintendo Switch che si è riconfermata un’altra volta una delle console migliori in assoluto della sua generazione per quanto riguarda il mercato JRPG. Su Switch troviamo ogni genere di Mario possibile, dai classici Odyssey e 3D World fino al nuovissimo e sgargiante Super Mario Wonder (eccezionale chiusura di generazione per l’azienda giapponese), da Mario Tennis a svariate altre tipologie di giochi che attingono al regno dei funghi a piene mani. E Super Mario RPG si infila in questa sfilza di titoli per prendersi il suo giusto posto, ovvero quello di capitolo RPG della saga puro e crudo, in grado ora di raccogliere i favori dei vecchi giocatori nati con il Nintendo 64 tra le mani e chi invece, oggi, tiene un Joycon per mano e scorrazza nel regno dei funghi in tante altre produzioni dedicate all’idraulico italiano.