Al lavoro sulla nuova avventura del principe troviamo parte del team di Rayman Origins e Rayman Legends.
In un’intervista con Game Informer, il director di Prince of Persia: The Lost Crown, Mounir Radi, ha gettato ulteriore luce sul nuovo titolo, parlando anche di come questo progetto originariamente non fosse semplicemente bidimensionale.
Ecco di seguito alcune parole tratte dall’intervista:
Non è stato 2D sin dall’inizio. Ho avuto l’opportunità di lavorare ad alcuni prototipi in 2D, ma prima di addentrarci in questa impresa, abbiamo studiato la serie di Prince of Persia, per essere sicuri di comprenderne appieno l’eredità.
Mounir Radi
Inoltre, Radi ha spiegato come Ubisoft non abbia ordinato direttamente al team di lavorare ad un gioco di Prince of Persia. Il director del titolo non è sicuro del motivo per cui sia passato così tanto tempo prima di una nuovo gioco della serie, ma Game Informer suggerisce che al momento sono tornati disponibili vari sviluppatori che hanno esperienza nel platforming e nel world-building. In particolare, se siete fan dei recenti giochi di Rayman, Game Informer sottolinea come “Gran parte del team di The Lost Crown ha lavorato a Rayman Origins e Legends, e la lezione principale appresa da quei giochi che il team sta applicando qui, è il senso di musicalità e di platforming ritmico”.
Prince of Persia: The Lost Crown arriverà anche su Nintendo Switch a partire dal 17 gennaio 2024 e, anche se è stato annunciato soltanto lo scorso giugno, il gioco è in sviluppo dal 2019.
Cosa ne pensate del contributo che potrebbero apportare i team di Rayman Origins e Legends alla nuova iterazione di Prince of Persia? Siete incuriositi dalle meccaniche di platforming che potrebbero emergere in questo nuovo gioco?