Un’isola gioiosa colma di microgames
L’era d’oro dei videogiochi a base di minigames è ormai bella che andata ma gli appassionati del genere possono sempre riporre le speranze in Nintendo, vuoi perché è un’azienda che si muove a proprio piacimento senza necessariamente seguire i trend in voga, anzi, creandone di nuovi semmai, vuoi perché il supporto alle serie Made in Wario e Rhythm Tengoku, conosciuti in occidente coi nomi di WarioWare e Rhythm Paradise rispettivamente, è costante nel tempo.
Nintendo Switch riesce addirittura ad accogliere due cartucce di WarioWare, cosa che non succedeva dai tempi di Nintendo DS. Non sapremo mai cosa cosa ha convinto Nintendo a a pubblicare un nuovo WarioWare a soli due anni di distanza da Get it Together, forse la consapevolezza di non aver offerto una prova all’altezza delle aspettative, come segnalato in fase di recensione, oppure la voglia di abbandonare gli sperimentalismi e tornare a una forma di gameplay più in linea con la serie.
A voler individuare i capitoli di riferimento a cui devono essersi ispirati gli sviluppatori possiamo citare WarioWare Twisted (o Mawaru Made in Wario per gli amanti dei nomi giapponesi), capitolo preferito da chi scrive, che già faceva del giroscopio il suo fondamento, e soprattutto WarioWare: Smooth Moves (o Odoru Made in Wario), che ha dimostrato assieme a Wii Sports la validità dei Telecomandi Wii sotto forma di Bacchetta Magica.
WarioWare: Move it!, come si intuisce dalla versione giapponese del titolo (Chō Odoru Made in Wario), è infatti un seguito diretto di Smooth Moves. Questo si capisce non solo dalla tipologia di microgiochi proposta, realizzati tenendo conto delle potenzialità dei Joy-Con, telecamera IR inclusa, ma anche dalla struttura con cui vengono proposti, copia carbone dell’episodio Nintendo Wii, con una storia dei personaggi a precedere la serie di microgames, talvolta inframmezzata da sequenze informative che illustrano come usare i controller, bacchetta multiforme una volta, pietre posa al giorno d’oggi.
Le premesse di WarioWare sono sempre quelle: cast di personaggi assurdi alle prese con situazioni surreali, comicità demenziale a rotta di collo e ritmo forsennato. A questo giro Wario e la sua schiera di amici hanno vinto un viaggio in un’isola mistica, in cui il panciuto protagonista non mancherà di scatenare l’ira della divinità custode di immani tesori.
Premesse generiche o meno, la formula rimane quella. Nel giro di pochi secondi, generalmente 5, bisogna capire cosa fare, pena la perdita di una delle 4 vite a disposizione. Capire il contesto e come agire fa parte del gioco, e il fallimento è la chiave per l’emancipazione. I colori sono sgargianti e ogni cosa sembra studiata per assicurare un sorriso, compreso musichette ed effetti sonori, anche se la memorabilità si misura con gli occhi sconvolti di chi gioca e i decibel delle risa intorno.
Intelligent System è ormai maestra nel suscitare imbarazzo e disorientare il giocatore, che da pistolero ganzo si ritrova gallina, passando per l’interpretare un lottatore di sumo. Non esiste situazione che non sia ridicola, e se non è il gesto in sé a essere goffo e strappare un sorriso, lo strappa un NPC mal disegnato, uno sfondo fuori luogo, l’iconica risata di Wario. Da questo punto di vista, WarioWare: Move it è riuscitissimo, con una quantità di minigiochi in linea con la serie, ma con una varietà sorprendentemente corposa e soddisfacente.
Nonostante vi sia una certa pigrizia nel contesto, con la solita mappa e una presentazione decisamente demodé delle varie sottotrame dei personaggi, eccessivamente semplici nelle animazioni e nel character design, WarioWare si riconferma un juke box anarchico che si compone di miriadi di stili, tutti identificabili e azzeccati. E come già anticipato, se questo è quello che ci si aspetta dalla serie, alcune tipologie di minigiochi sono assolutamente sfavillanti.
Su tutti è impossibile non segnalare l’utilizzo della camera IR del Joy-Con destro, che una volta prese le misure, riprende con efficacia i gesti della mano, e l’utilizzo ingegnoso dei laccetti, che ci permette di prendere con foga uno dei due controller adagiati su un piano, per scegliere una carta da gioco, o di lasciarlo penzolare dal polso per gettare un ingrediente in un calderone. Le situazioni sono davvero tante ed è impossibile frenare lo stupore. E sarebbe criminale rovinarvi la sorpresa.
La modalità storia, da vivere anche in coppia, si completa agilmente ma lascia spazio a modalità accessorie più adatte ai gamer incalliti, che vanno dal semplice survival del Dr.Crygor alla modalità per due giocatori di Kat e Ana, dove un giocatore cerca di rendere tutto più visibile. Non tutte le modalità sono di pari qualità, ma considerando anche l’esilarante Specchio Riflesso in cui risolvere i minigiochi guardando un altro giocatore anziché lo schermo, e le varie modalità Party che estendono la festa a un terzo e un quarto giocatore, c’è abbastanza carne sul fuoco per superare la decina d’ore, soprattutto se si cerca il completismo nel Museo.
Il concept della portabilità di Nintendo Switch è stata un’arma tanto vincente da togliere i riflettori ai Joy-Con, limitandone il potenziale a bizzarrie come 1-2-Switch e Nintendo Labo. A fine ciclo vitale di Nintendo Switch, WarioWare: Move It, col suo carico di nonsense demenziale, ne ribadisce la bontà per la gioia di tutto il globo giocante.