Nuovi Pokémon, nuove amicizie, stessi problemi
Proporre DLC anziché la storica terza versione della generazione in corso è stata forse l’idea più intelligente di Game Freak degli ultimi anni. I DLC avrebbero potuto tracciare la strada giusta da percorrere, nel pieno rispetto della fiducia e delle tasche dei pokéfan. Peccato che la struttura di base di Scarlatto e Violetto fosse fin troppo debole già al lancio (qui per la nostra recensione) e che questa prima parte de Il tesoro dell’Area Zero non proponga novità sostanziali, ma si limiti ad aggiungere “quantità”. Che, come sappiamo, non sempre è sinonimo di qualità.
Poche battute di dialogo e ci si ritrova a Nordivia, area decisamente più piccola se comparata a Paldea e che purtroppo non offre vere e proprie alternative paesaggistiche. Gli ambienti di gioco infatti non spiccano per personalità o architettura, il concetto di “open” viene mal percepito a causa del sempre ingiustificabile comparto tecnico — chi vi scrive, a memoria, l’ha trovato persino peggiorato in fatto di prestazioni — e i pochi centri abitati sono pressoché dimenticabili.
Le poche novità sono da ricercare quasi unicamente in una nuova storia che vi pone al centro di un’antica leggenda popolare e che, manco a dirlo, vi vede diretti protagonisti degli eventi e delle ricerche a essa collegate. Soffermandoci unicamente su questo aspetto, c’è da dire che la narrazione, nonostante i ritmi talvolta soporiferi e la scrittura svogliata, riesce a offrire qualche spunto interessante, sia per i Pokémon che le ruotano attorno e sia per un paio di nuovi personaggi, non riuscitissimi nel complesso ma che nella seconda parte potrebbero avere uno sviluppo degno di essere approfondito. Non ci conto troppo, ma la speranza è l’ultima a morire.
Lato contenuti, Nordivia offre 200 vecchie conoscenze da catturare, acconciature e abiti da sfoggiare per aggiornare il guardaroba e la possibilità di scattare selfie con un angolo più ampio, così da immortalare i vostri momenti migliori con un tocco di prospettiva in più. Probabilmente la novità più succosa (il che è tutto dire) è rappresentata dalla Caccia all’orco, minigioco nel quale dovete cercare di raccogliere il maggior numero di bacche in groppa a Koraidon o a Miraidon. Non il più divertente dei minigiochi, ma le ricompense potrebbero renderlo appetibile per gli amanti del competitivo.
Insomma, Game Freak, in questa prima parte, ha puntato a mettere comodi i giocatori, a farli sentire “a casa”. L’esplorazione è il fulcro de La maschera turchese, così al centro dell’esperienza da tenere in disparte il fenomeno Teracristal, quasi assente dall’equazione e per quanto riguarda la lore ancora avvolto dal mistero.
Da menzionare la difficoltà scalabile, che varierà il livello dei mostri incontrati durante il cammino in base a quando metteremo piede a Nordivia. Se affrontato nel post Lega, il DLC presenterà ai giocatori un livello medio tra il 55 e il 75. Partendo invece per la nuova regione dopo le prime ore di gioco, il livello si adatterà man mano a quello dei Pokémon del giocatore. Un espediente che, se da un lato rende accessibile questa nuova avventura a chiunque, senza porre barriere narrative, dall’altro lato propone sfide decisamente meno avvincenti, con mostriciattoli ancora al primo stadio evolutivo sebbene di un livello piuttosto elevato.
Insomma, se avete apprezzato la ricetta originale e avete ancora voglia di esplorare nuovi territori, vivere una nuova (seppur breve) storia e catturare i vostri Pokémon preferiti, questa prima parte potrebbe fare al caso vostro. Sempre che riusciate a chiudere un occhio — o anche due — sulle performance di gioco e sulle tante problematiche che affliggono questa generazione sin dal suo lancio. Il consiglio è di attendere l’uscita della seconda parte e capire se l’esperienza offerta dal pacchetto completo vale i vostri soldi.