In onore del lancio su Nintendo Switch, scopriamo la mente dietro a diversi eccezionali titoli videoludici
Siamo abituati a pensare che, in un mondo in cui il videogioco ormai si è standardizzato, le grandi opere sono ad appannaggio più di un gruppo di lavoro intero che di una singola mente e in quanto tali le identifichiamo immediatamente come un prodotto corale.
Un gioco come Cyberpunk 2077 lo riconduciamo a CD Project RED, la famosissima software house dietro al fenomeno The Witcher 3. E un titolo come The Elder Scrolls V: Skyrim lo conosciamo come opera a cura di Bethesda Softwork, una delle software house più conosciute del mercato. Eppure, di tanto in tanto possiamo trovare alcuni autori unici che riescono ad imprimere la loro impronta in modo dirompente all’interno del settore.
Prendiamo Hideo Kojima, creatore e sviluppatore della saga di Metal Gear Solid, oppure Shigeru Miyamoto, senza il quale non avremmo mai avuto Super Mario, Masahiro Sakurai con il suo Super Smash Bros. e Fumito Ueda, a cui dobbiamo opere del calibro di Ico e Shadow of the Colossus.
Ed è proprio qui che inizia la nostra storia, quella di Kazutaka Kodaka, anche meglio conosciuto come il creatore della serie Danganronpa e di molti altri titoli di grande rilevanza, tra cui il recente Master Detective Archive: Rain Code, titoli uscito in esclusiva sulla console ibrida targata Nintendo.
Una vita all’insegna del Cinema
Nato l’8 luglio del 1978, Kazutaka Kodaka è stato un ragazzo come moltissimi altri, la cui infanzia è stata caratterizzata da una certa solitudine ma anche da una profondissima passione per il Cinema, così come dall’ambizione di voler diventare uno sceneggiatore. Indirizzato verso il corso di Cinema della Nihon University, Kodaka continuerà a studiare lavorando allo stesso momento in un negozio di videogiochi di cui era molto appassionato, soprattutto di titoli come PAC-MAN, Wrecking Crew e Clu Clu Land.
All’inizio studiavo Cinema all’università. In quel periodo, (la libertà di) l’espressione di giochi come Resident Evil e Metal Gear Solid è migliorata notevolmente e, come giocatore, ho iniziato a essere consapevole di questo genere di giochi.
Kazutaka Kodaka
Dopo essermi laureato all’università, ho partecipato alla produzione della parte cinematografica di Clock Tower 3 diretta da Kinji Fukasaku, regista, e mi sono interessato ancora di più a quel genere dei giochi. Inoltre, sono rimasto sorpreso da quanto l’espressione del gioco fosse avanzata così tanto come con Killer 7 e ICO.
Una volta laureato la vita di Kodaka prende subito una piega positiva, riuscendo ad entrare nel team della serie mistery adventure Tantei Jinguji Saburo (in occidente conosciuta come Jake Hunter) come sceneggiatore. Quella particolare esperienza è stata veramente importante, poiché non solo lo ha condotto a scrivere diversi episodi della serie, tra cui anche diversi romanzi sponsorizzati da WorkJam e finalizzati ad espandere l’universo narrativo della serie, ma lo ha anche condotto alle porte di due importanti aziende del settore videoludico giapponese: Atlus e Spike Chunsoft.
All’epoca Atlus era già una software house famosa e importante in Giappone, motivo per cui Kodaka propense per entrare in Spike Chunsoft a causa delle sue dimensioni: in quanto ad azienda più piccola, l’autore pensava che sarebbe stata terreno fertile per le sue ambizioni.
Dal cinema a Danganronpa
La grande propensione verso il cinema di Kazutaka Kodaka lo ha influenzato da sempre, non solo nelle sue opere ma anche nei suoi gusti cinematografici, portandolo ad interessarsi molto a un fenomeno particolarmente diffuso all’epoca conosciuto come Battle Royale.
All’alba di un nuovo millennio, nel tentativo di mantenere l’ordine sulla popolazione adolescente, viene introdotta una nuova legge, in base alla quale una classe di studenti viene selezionata a caso per combattere per la propria sopravvivenza.
Fonte: Wikipedia
Questo film, diretto da Kinji Fukusaku e tratto dalla controversa opera letteraria di Koushun Takami, ha riscosso un successo tale da riuscire ad influenzare non solo gli autori giapponesi, bensì anche quelli occidentali (basti pensare a Quentin Tarantino, grande fan della pellicola), compreso lo stesso Kodaka il quale, una volta assicuratosi la collaborazione del talentoso artista Rui Komatsuzaki, ha dato vita a un mistery adventure chiamato Distrust.
“Sono un grande fan del film giapponese Battle Royale, su cui è basato Hunger Games. Beh, Hunger Games l’ha distrutto. Sarebbe stato fantastico dirigere Battle Royale”
Quentin Tarantino
Una volta sottoposto alla supervisione di Spike Chunsoft, però, il titolo venne rimandato al mittente in quanto fin troppo violento e poco adatto al grande pubblico videoludico. Ritornando sui suoi passi, l’autore ha quindi modificato e riconcepito il titolo sin nelle sue basi, dando vita a quello che ancora oggi è uno dei giochi investigativi più amati di sempre: Danganronpa: Trigger Happy Havoc.
Il successo di questo titolo è stato così grande e sorprendente da dare vita a ben due seguiti (Danganronpa 2: Goodbye Despair e Danganronpa V3: Killing Harmony, entrambi disponibili su Nintendo Switch oltre al primo capitolo), uno spin-off con meccaniche da sparatutto (Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, anche questo disponibile su Nintendo Switch), uno spin-off che riprende le meccaniche del gioco da tavolo (Danganronpa S: Ultimate Summer Camp) un adattamento anime e diversi manga e romanzi.
Lo stile Kodaka
Teniamo sempre bene a mente un particolare: quando un autore riesce a creare una trilogia di successo, di cui tutti e tre i capitoli sono amati e ricordati dall’utenza, è perché possiede quel qualcosa in più che lo caratterizza ed è, allo stesso tempo, abbastanza bravo e ricettivo da riuscire a infondere questo stile nelle sue opere al punto da farlo emergere dalle stesse affinché anche i suoi fan riescano a viverle e a godersele allo stesso modo.
E questo è sicuramente vero per Kodaka, un autore che è riuscito a infondere sé stesso nei personaggi da lui creati, a dargli una tridimensionalità particolare e univoca. Lo stesso autore ha sottolineato come non riesca a scrivere personaggi che non gli piacciono, sintomo di grande libertà e sicurezza creativa. Ma al tempo stesso non è quello il fattore principale da cui parte per creare una nuova opera, bensì dalla sua ambientazione.
Nel momento in cui l’ambientazione di gioco diviene riassumibile in poche e semplici parole, Kodaka sfila la penna e inizia a scrivere i personaggi del suo racconto, spesso vittime di amnesie (utili per far immedesimare il giocatore col personaggio) e sospinti da una violenza psicologica assimilabile ad un estremo humor nero.
E come molti altri autori, lo stesso Kodaka ha dichiarato che le sue fonti d’ispirazione principali sono stati lo stesso Quentin Tarantino, David Lynch e i Fratelli Coen, Goichi Suda, Fumito Ueda e altri importanti nomi.
Too Kyo Games, il nuovo inizio
Il nostro racconto arriva quindi al 2017, anno in cui Kodaka chiude la serie di Danganronpa con l’episodio V3: Killing Harmony e si prepara a compiere un nuovo balzo in avanti nella sua carriera. Separatosi da Spike Chunsoft, l’autore apre la sua software house conosciuta col nome di Too Kyo Games con il chiaro intento di poter esprimere il suo modo di creare videogiochi nella massima libertà possibile.
Da qui in avanti diversi personaggi di spessore si uniranno a lui, rimpolpando le fila della sua software house e dando vita al primo gioco autonomo, ovvero World’s End Club, gioco in cui le vicende dei protagonisti girano attorno al “gioco del destino”, impegnandoli in una lotta per la sopravvivenza fino allo stremo. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa con degli spoiler, ma sappiate che anche questo gioco è disponibile su Nintendo Switch ed è molto più giocabile rispetto alla versione lanciata su Apple Arcade.
In futuro la software house ha in programma di pubblicare anche Death Come True, un videogioco veramente particolare creato in FVM (Full Motion Video Games), una specie di investigativo dalle tinte dark con registrazioni e scene reali, una sorta di film interattivo trasportato nel mondo videoludico.
E arriviamo quindi a oggi, a Master Detective Archive: Rain Code. Che cosa ci aspetta in questa nuova avventura scritta da Kazutaka Kodaka e disegnata da Rui Komatsuzaki? Quali misteri dovremo risolvere nei panni di un giovane e smemorato Yuma e di ben 10 maestri detective? E chi sarà il responsabile dietro ad alcuni efferati omicidi che stanno macchiando il viaggio del nostro investigatore?