Adesso è definitivo: Atari è tornata
Quando Wade Rosen si è insediato nella società Atari facendo partire un progetto, l’ennesimo, di rinnovamento e rilancio del marchio storico, tutti (me compreso) erano scettici. Quando è stata annunciata la produzione di una nuova console Atari VCS, tutti hanno riso e quando hanno visto il prezzo, le risate erano udibili da nazione a nazione attraverso i mari.
Le risate oggi iniziano a diminuire di intensità e probabilmente spariranno del tutto a breve perché, finalmente, Atari fa sul serio. Intendiamoci: il pregiudizio del pubblico è dovuto ad anni e anni di prese in giro e paccottiglia varia con cui i vari detentori del tanto famoso quanto sfortunato marchio hanno invaso i mercati fino a oggi, anzi fino a ieri.
Per essere presi sul serio, c’è bisogno di riguadagnare quella fiducia, proponendo qualcosa di nuovo, che però abbia ancora il DNA dei classici Atari. L’insuccesso (momentaneo?) dell’Atari VCS, non una vera console in fin dei conti ma un PC con base Linux e una forma accattivante per una determinata fascia di appassionati, lascia intuire che sia più facile nelle intenzioni che nella messa in opera.
Piano piano, nell’ombra, sul Nintendo eShop e altri store digitali, hanno fatto capolino versioni “Recharged” di classici Atari, ovvero versioni ripensate e aggiornate ai giorni nostri di giochi storici come Asteroids e BreakOut. Queste nuove versioni sono assolutamente rispettabili e proposte a un prezzo contenuto, accessibile. Ma sono più di giochini “arcade”: sono il cavallo di Troia che fa breccia nella fortezza del videogiocatore.
E quella piccola crepa nella diga nel cuore di pietra dello scettico è diventata voragine al rilascio (off topic: ho scritto per anni “uscito”, “immesso sul mercato” e cose del genere per evitare l’orrido “rilasciare”, che non è nemmeno italiano a parer mio, ma le cose cambiano, la lingua si evolve e io mi arrendo prima o poi) del trailer di Atari Mania, un gioco che pur citando vecchi classici lascia intravedere quantomeno una direzione artistica ben precisa e un passo oltre alla voglia di gonfiare le casse dell’azienda.
E recentemente è uscito Atari 50 The Anniversary Celebration. L’ennesima raccolta di giochi vecchi più del cucco? Certo, fatta con passione e cura (e questo è già raro, dato che alcune collection gridano Money Grabber già dalla cover) ma soprattutto con approfondimenti, tanti retroscena, interviste agli sviluppatori, e perfino nuovi giochi. Una retrospettiva fatta con amore? C’è più di quello: consapevolezza.
Atari non può essere e non sarà più alla pari con Nintendo, Sony e Microsoft. Quei tempi sono andati, quel treno non ripassa. Atari ha tra le mani un catalogo di giochi apparentemente inservibili, ma il cui spirito Arcade è lungi al declino, soprattutto in un mercato anestetizzato da giochi pachiderma che crollano su se stessi e che ben accoglie giochi come Vampire Survivors o appunto, i Recharged.
Atari Mania e Atari 50 The Anniversary Celebration hanno alzato l’asticella e oltre ai nuovi Recharged siamo curiosi di vedere qual è il prossimo passo, noi videogiocatori abbiamo solo di che guadagnarci. E scusa se non lo abbiamo detto prima, ma con quei vestiti addosso non ti avevamo riconosciuta: bentornata Atari!