In un ritardo poco fashion, pronta a conquistare cuori e giocatori
Sono passati quasi cinque anni dal The Game Awards 2017, l’evento che assegna i premi che possono essere definiti l’equivalente degli Academy Awards nel mondo videoludico, di importanza e soprattutto risonanza ormai mondiali. Un’edizione segnata dall’incetta di premi assegnati a The Legend of Zelda: Breath of the Wild, tra cui il Gioco dell’Anno, e da un annuncio di enorme rilevanza per gli utenti Nintendo, l’annuncio di Bayonetta 3. Un teaser di pochi secondi, un filmato in cui la Strega di Umbra veniva sconfitta completamente annientata, sconfitta da un onnipotente nemico dall’aspetto spettrale.
Una brevissima anticipazione che ha poi lasciato i fan in attesa di capirne il destino in totale silenzio, fino al nuovo trailer del 2021. Quattro anni, in cui Platinum Games ha lavorato nell’ombra per creare il nuovo punto di riferimento per i giochi d’azione.
La nuova opera scritta da Hideki Kamiya e diretta da Yusuke Miyata comincia mostrandoci il significato del teaser trailer del 2017, con la Strega impegnata, sullo sfondo di un mondo dall’aspetto post apocalittico, in una battaglia contro un avversario dall’aspetto spettrale, dotato di poteri cinetici e teletrasporto, un nemico contro cui nemmeno lei può nulla.
Prima di morire, Bayonetta affida le sue speranze a Viola, una giovane e misteriosa apprendista strega, dotata di una tagliente katana. Viola abbandona il mondo in cui si trova, viaggiando in cerca di una terra parallela in cui esista ancora una Bayonetta, in cui ancora esista una speranza di vittoria, nonostante di mondi che ancora resistono alla potentissima creatura, ve ne sono rimasti ben pochi.
E la speranza è incarnata in Cereza, una giovane versione alternativa di Bayonetta dalla particolare e inedita capigliatura, ovviamente intenta a far shopping assieme al fido scudiero Enzo nei negozi più chic di Manhattan. Un breve periodo di pace prima dell’invasione del misterioso nemico, conosciuto come Singularity, alla guida di un imponente esercito di creature mutate di natura umanoide.
L’obiettivo di Singularity è quello di fondere tutte le realtà presenti nel Multiverso in una sola, acquisendo così un potere tale da poter spazzare via Inferno e Paradiso e diventare così l’entità più potente in assoluto e il più grande ostacolo sulla sua strada è inevitabilmente rappresentato proprio da Bayonetta e dalle sue versioni esistenti nel multiverso.
Con l’aiuto dell’energica e frizzante Viola, Cereza raggiungerà l’Isola di Thule, un luogo segreto costruito dalle forze congiunte dei Saggi di Lumen e delle Streghe di Umbra da cui è possibile distorcere le realtà e muoversi nel Multiverso attraversando il Ginnungagap, uno spazio che funge da ponte tra i mondi.
Per arrivare nell’Alfaverso, la casa di Singularity e sfidarlo, Bayonetta e Viola devono recuperare i cinque Componenti del Caos, artefatti misteriosi che, se riuniti, permettono di raggiungere uno specifico universo.
L’Isola di Thule rappresenta l’hub centrale dell’avventura di Cereza, il luogo dove tutto comincia e inevitabilmente finisce, la prima area da scoprire alternando combattimenti a esplorazione.
Sin dalle prime battute, si nota il cambio di direzione da parte di Platinum Games per offrire un’esperienza più completa e meno lineare, basata non soltanto sulle battaglie ma anche sull’esplorazione, sulla risoluzione di prove ed enigmi e sulla scoperta dei differenti mondi che compongo il Multiverso.
Gli universi presi di mira da Singularity sono sull’orlo della distruzione, afflitti da una nebbia disgregante che li sta man mano cancellando e che definisce i contorni delle vaste e intricate aree esplorabili.
L’esplorazione e la risoluzione della trama di ogni mondo richiede diversi capitoli, ognuno composto da diversi versetti, scanditi principalmente dai combattimenti, suddivisi tra incontri necessari alla storia e battaglie o prove segrete da scovare esplorando.
La prima grande novità in termini di gameplay è rappresentata dal controllo dei demoni al servizio di Bayonetta: niente angeli o creature soprannaturali questa volta, gli Homunculus, unità al servizio di Singularity, hanno DNA umano e non rappresentano e vengono percepiti come una minaccia da parte dei demoni, un piccolo imprevisto che costringe la Strega di Umbra a modificare il contratto con le creature infernali, rendendole delle vere e proprie marionette da controllare liberamente utilizzando il proprio potere magico con l’ausilio di una stilosa danza.
Per un tempo limitato, il demone potrà muoversi attraverso la mappa, interagire con l’ambiente circostante sfruttando le proprie abilità per risolvere enigmi o combattere contro i nemici presenti, rendendo tuttavia vulnerabile Bayonetta agli attacchi nemici, poiché il controllo necessita di una danza costante.
Quello che appare come un punto debole verrà presto integrato da molteplici e differenti modi di utilizzare l’evocazione demoniaca. Proseguendo nell’avventura e approfondendo il rapporto con le creature infernali, diverrà possibile utilizzarli con il giusto tempismo per parare un attacco nemico e contrattaccare, come una vera e propria alternativa al sabbat temporale, o come chiusura di una combinazione di mosse, con attacchi devastanti che permetteranno di finire torturare e finire lil malcapitato avversario. Un attacco con evocazione al momento giusto consente inoltre di neutralizzare barriere difensive o rompere la guardia, consentendo attacchi extra da parte di Bayonetta.
Il ruolo dei demoni infernali è centrale come mai prima d’ora, il lungo viaggio nel Multiverso ci porterà a conoscerne ben dodici, ognuno dotato di poteri unici ed esclusivi e una spiccata personalità, ognuno pronto ad aiutare Cereza nella sua missione attraverso le realtà parallele.
Inoltre, per un breve lasso di tempo la stessa Bayonetta può cambiare forma, assumendo un aspetto ibrido che, a seconda della trasformazione, le consente di muoversi più velocemente, volare o raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili.
A ognuno dei demoni è legata un’arma specifica, dall’aspetto e dai poteri più bizzarri e accattivanti mai visti nella serie. Armi convenzionali come le fruste hanno lasciato spazio a gigantesche motoseghe o scudi dotati di rapidissimi yo-yo, per un totale che supera la decina, estremamente diverse tra di loro nelle combinazioni e nelle meccaniche e soprattutto, estremamente fantasiose.
Perché Bayonetta 3 è, prima di tutto, fantasia al potere. Un action game che punta con ogni capitolo a proseguire la saga nel modo più pirotecnico possibile, con un uso di fuochi artificiali da fare invidia a qualsiasi cerimonia di apertura o chiusura olimpica.
Cereza è perfetta e fluida nei movimenti, raffintata e sensuale come non mai, dal punto di vista della cura dei dettagli nei suoi confronti, il lavoro svolto da Platinum Games è assolutamente maniacale, specialmente per le animazioni di Bayonetta.
Ogni arma a disposizione possiede decine di combinazioni di mosse e movimenti diversi, ogni demone possiede una propria danza durante il controllo, variare una combo o chiuderla in anticipo permette di osservare movimenti e pose differenti, ognuna dettagliata nel più piccolo particolare.
E la medesima cura è riservata a Viola e Jeanne, le co-protagoniste dell’avventura.
Viola è il volto nuovo dell’avventura, la misteriosa ragazza proveniente da un altro mondo dotata di una katana magica e dallo stile rock e ribelle e dalle meccaniche di combattimento estremamente differenti da quelle di Bayonetta. I poteri magici della giovane apprendista strega sono limitati e per sopravvivere, fa affidamento principalmente sulla sua letale e affilatissima spada: il sabbat temporale si attiva parando il colpo o la magia avversaria con un tempismo perfetto, una variazione all’apparenza piccola che rivoluziona totalmente il modo di combattere, considerando anche che il raggio di schivata di Viola è molto più limitato rispetto a Bayonetta.
Oltre a disporre di un ricco repertorio di attacchi e combinazioni da utilizzare con la spada, Viola può contare su Cheshire, pupazzoso ed espressivo demone dall’aspetto di un gatto gigante di pezza, ovviamente dotato di sobrie fattezze demoniache. Piantando la spada a terra, Cheshire scende in campo e attacca gli avversari, in modo simile ai demoni utilizzati da Bayonetta, ma muovendosi in modo indipendente, senza essere controllato dalla sua proprietaria.
Anzi, durante le scorribande di Chesire, Viola è libera nei movimenti e può attaccare i nemici con combo di calci e pugni devastanti, infliggendo un numero di danni considerevole, senza tuttavia essere in grado di parare, risultando vulnerabile e scoperta.
La giovane rocker rappresenta un’aggiunta molto interessante al cast della saga, ed è davvero un peccato che il suo utilizzo in battaglia sia limitato a pochi capitoli della storia ma dato il suo ruolo centrale nell’avventura, non sarebbe una sorpresa rivederla in futuro, magari protagonista di una propria avventura o del prossimo capitolo, come suggerito proprio da Kamiya.
Jeanne, elegante e sensuale come non mai, è impegnata in un’avventura collaterale a quella di Cereza, in cui deve farsi strada in un laboratorio alla ricerca del Professor Sigurd, eminenza nel campo del Multiverso e fondamentale con le sue conoscenze per l’utilizzo corretto dei Componenti del Caos.
La Strega di Umbra dai capelli cenerei è protagonista letteralmente di un videogioco a parte all’interno di Bayonetta 3, un action a scorrimento in due dimensioni focalizzato sull’infiltrazione e sull’eliminazione degli Homunculus senza farsi scoprire, con uno stile grafico che non può ricordare l’amatissima e defunta saga di Metal Gear Solid.
Per farsi strada nel laboratorio, Jeanne deve evitare di finire nel campo visivo dei nemici, sfruttando le coperture e i nascondigli allo scopo di sorprenderli alle spalle ed eliminarli con un colpo solo, attivando così il sabbat temporale per provare a concatenare una kill dopo l’altra.
Con le sue trasformazioni può anche accedere ai passaggi nelle condutture o nuotare sott’acqua a grande velocità schivando trappole mortali. Numerose armi sono disponibili dietro a porte o ascensori, le docce permettono di rigenerare i cuori e guarire dai colpi subiti, in un tripudio stilistico pieno di citazioni.
Bayonetta 3 racchiude al suo interno tre avventure ben distinte l’una dall’altra e seppur con uno spazio minore rispetto ai primi due capitoli, Jeanne riesce ugualmente a brillare e distinguersi.
Le storie delle tre differenti anime guerriere di Bayonetta 3 sono perfettamente combinate ed equilibrate, i capitoli dedicati a Viola e Jeanne servono anche a rilassarsi, inevitabilmente la vera protagonista dell’avventura è Cereza, a lei è dedicato il maggiore spazio nella storia, in un costante crescendo di azione e follia videludica, man mano che ci si avvicina al termine di un capitolo.
Dal punto di vista tecnico, Platinum Games è riuscita a mantenere l’avventura stabile tra i 30 e i 60fps, sacrificando una parte dei dettagli delle mappe e concentrandosi sulle animazioni e sui modelli poligonali delle protagoniste dell’avventura, in tutta la loro complessità.
Non è raro assistere a texture a bassa risoluzione nelle strutture e nei dettagli della mappa, o ad ambienti spogli e apparentemente poco curati, ma probabilmente è il prezzo da pagare per un titolo forse fin troppo ambizioso per l’hardware su cui gira, decisamente spremuto e sfruttato al limite delle sue possibilità.
Un altro problema riscontrabile nella terza avventura della Strega di Umbra è il bilanciamento delle fasi esplorative con i combattimenti: non è raro percepire la sensazione di combattere poco, specialmente nelle fasi iniziali, le battaglie risultano a volte troppo brevi a meno di aumentare il livello di difficoltà e per alcuni giocatori, tra i combattimenti i tempi morti potrebbero risultare eccessivi.
Allo stesso tempo, l’alternarsi continuo di nuovi poteri e armi non permette di approfondirle e sfruttarle a fondo prima di passare alla successiva, ritrovandosi in un certo senso sovraccarichi.
Per fortuna, le sfide extra che Bayonetta 3 offre richiedono molto tempo per essere completate, la longevità è notevole e il tempo per imparare a sfruttare ogni equipaggiamento e perfezionarlo non manca.
Il terzo attesissimo capitolo della saga Platinum Games è, in ogni caso, un crescendo continuo di emozioni e sorprese. Un titolo che non punta solamente a proseguire una storia cominciata tredici anni fa ma anche a tracciare la strada per il futuro, prendendo spunto da tutti i loro titoli e distaccandosi in alcuni momenti dal genere action, andando oltre e sfociando in generi totalmente inaspettati.
Bayonetta 3 rappresenta l’apice di tutta l’esperienza accumulata da Platinum Games negli anni, un trionfo di libertà creativa e possibilità, di idee concretizzate splendidamente, di momenti mozzafiato, in un crescendo che culmina con un atto finale assolutamente folle e inaspettato, un viaggio che riesce a stupire ogni volta che il pensiero di aver visto tutto sfiora la mente.
E rappresenta anche la dimostrazione di come una giocabilità sopraffina e una direzione artistica superba possano colmare evidenti lacune dal punto di vista tecnico, senza intaccare l’esperienza di gioco.
Una splendida follia videoludica, una danza coreografata da una protagonista affascinante e sensuale come non mai, un’avventura che si è fatta attendere e desiderare tantissimo e ha restituito un’esperienza unica e assolutamente imperdibile. Bayonetta 3 è uno dei migliori titoli dell’anno e un’altra grande, splendente e poderosa killer application per Nintendo Switch.