Sarà finalmente possibile costruire in libertà?
L’utenza LEGO si divide in due categorie: l’esperto e il casual, proprio come gli appassionati di videogiochi, con la differenza che non esiste guerra tra le due. I casual comprano solo occasionalmente LEGO, magari non hanno mai posseduto un set, o speso più di una certa cifra nei suddetti mattoncini, in compenso sono sinceramente attratti da tutto quello che orbita intorno al mondo LEGO, che siano tazze, portachiavi o videogiochi.
Gli esperti invece, lo zoccolo duro che ha tenuto in vita l’azienda danese per decenni, sono anche collezionisti, parlano tra di loro di tecniche di costruzione, studiano le realizzazioni altrui, e qualcuno si è perfino fatto una nomea ed espanso il conto in banca in qualità di artista LEGO. Quello su cui entrambe le categorie possono convenire, è che il divertimento di qualità deve essere alla base dell’esperienza.
I giochi LEGO finora hanno un po’ imbrogliato. I protagonisti di ogni gioco LEGO, ove chiamato a comporre una scultura o perfino una costruzione generica come un ponte o una scala, fanno tutto in automatico, con la singola pressione di un tasto azione. Questo ovviamente non può accontentare i costruttori più smaliziati, soprattutto quelli che sono soliti prendere in giro chi gioca con i Playmobile, in quanto costruzioni più semplici. Sì, viviamo in un mondo difficile.
L’offerta più interessante di LEGO Brick Tales è l’inserimento della creatività, finora assente nei giochi LEGO con la sola eccezione del minecraftiano LEGO Worlds, nella fase di costruzione. Infatti stavolta i giocatori possono decidere come costruire gli oggetti necessari al prosieguo dell’avventura, infondendo la propria personalità dove prima era tutto un po’ automatico. Per questo compito gravoso la scelta dello sviluppatore non poteva che ricadere su Clockstone, rinomato per i suoi Bridge Constructor.
Il parco di divertimento del nonno non se la passa bene. Il sindaco minaccia l’abbattimento con ogni pretesto, ma considerando il fatto che più di un luna park sembra una trappola per topi, non possiamo fargliene una colpa. Anzi, altro che trappola per topi, è una trappola per nonni, visto che le sue invenzioni lo hanno letteralmente intrappolato.
Correndo in suo aiuto conosceremo Rusty, un robottino che vostro nonno ha dimenticato nello spazio siderale, tornandone con nuovi sensazionali poteri cosmici. Poteri che permetteranno l’apertura di portali verso mondi in cui raccogliere i Cristalli della Felicità, necessari per riparare e potenziare le attività del Parco di divertimenti. Ogni portale conduce a un mondo (5 in totale), con ambientazioni sempre differenti, e proposti come fossero dei veri e propri diorama fatti con i LEGO.
Siffatti diorami sono incantevoli, ma tematicamente un po’ generici e di fondo tutta l’avventura è un pretesto per entrare nella fase di costruzione e mettersi all’opera. L’editor permette effettivamente di sbizzarrirsi e dare sfogo alla propria creatività, ma non senza problemi. La camera deve essere stata un argomento caldo per gli sviluppatori, che hanno ovviato come possibile all’esigenza di un controllo totale da parte del giocatore. Il risultato non è comodissimo, ma ampiamente gestibile, soprattutto su Nintendo Switch, combinando i tasti con il touch a rendere tutto più naturale.
La stessa naturalezza purtroppo manca nella gestione dei mattoncini. Mentre nella realtà attaccare mattoncini tra loro è un gesto istintivo e veloce, ogni costruzione di Lego BrickTales va noiosamente assemblata mattoncino per mattoncino. Non è possibile ad esempio costruire dei pezzi isolati per poi ricongiungerli alla costruzione, e si deve sperare che l’analogico porti precisamente il pezzo dove si vuole, pena dover fare gioco sugli analogici per ottenere il risultato sperato. Tutto questo potevo dirlo semplicemente dicendovi che i controlli sono legnosi, ma adesso sapete perché lo sono.
La tanto decantata creazione libera va un po’ farsi benedire in alcuni punti, poiché per alcuni puzzle i pezzi sono appena sufficienti per quel che si deve costruire. Per fortuna non tutte le costruzioni sono così, alcuni puzzle hanno più soluzioni, ma gli ultimi, i più complessi e quindi anche più interessanti, solitamente vedono un’unica soluzione possibile. Soluzione che tra l’altro dovete scovare senza alcun aiuto. Certo, chi ha già costruito con i LEGO incontrerà meno difficoltà, ma non capisco per quale motivo se nella realtà compro un set LEGO e vengo fornito di istruzioni per la costruzione, in questo gioco non ci sia nemmeno un’immagine a cui fare riferimento.
Immaginate di comprare un set LEGO, chessò, la bat-mobile senza istruzioni, ma anche senza immagine di riferimento, come se trovaste solo la busta con i mattoncini dentro e ciao. Ovviamente nessun puzzle di LEGO Bricktales si avvicina alla complessità di un set da centinaia di euro, ma ho trovato davvero singolare questa scelta. Capisco anche che gli sviluppatori abbiano voluto evitare elementi che limitino la libertà del giocatore, ma almeno un sistema di indizi nascosto e richiamabile alla Layton non avrebbe fatto male a nessuno. Soprattutto a quei genitori che magari compreranno il gioco per avere una pausa nel difficile mestiere da genitore e verranno chiamati di continuo dai pargoli per essere aiutati. Forse LEGO Bricktales non è un family ma un prodotto per esperti?
Tutto il resto sembrerebbe suggerire il contrario. I toni sono sempre sul sicuro, i dialoghi sono gag surreali simpatichelle ma nulla più, e fin troppo abbondanti, non ci sono sorprese dietro l’angolo nel bene e nel male. La lunghezza del gioco si attesta sulle 15 ore, per quel che è l’esperienza del gioco direi abbastanza sebbene altri giochi LEGO durino di più, semmai si può rimanere delusi dal post-game, dato che avrete sì dei collezionabili da recuperare in giro, ma che non porteranno a chissà quale stravolgimento fuorché numeri più alti nelle statistiche.
Il simpatico Rusty ottiene delle abilità durante l’avventura, da utilizzare liberamente nel mondo di gioco, una per volta all’interno dei “dungeon” in cui vengono recuperati. Queste sezioni sono le più intriganti a livello ludico, ovviamente non vi aspettiate Zelda, ma è un buon diversivo tra una fase di costruzione e la prossima.
Il problema però è che il focus principale degli sviluppatori, ovvero giocare con i LEGO in maniera simile alla realtà, è riuscito solo in parte. Perché sì, è possibile costruire ciò che si vuole come nella realtà, ma non è per nulla divertente come nella vita vera. C’è da riconoscere che il compito dello sviluppatore non era banale, basti pensare a quanto è più immediato spostare un mattoncino con le proprie dita nella realtà in confronto a usare tasti e analogici per fare la stessa cosa in un contesto virtuale.
Tecnicamente, framerate dell’hub centrale a parte, il gioco si comporta bene, e il prezzo di listino è assolutamente onesto e congruo con quanto offerto. Durante la stesura della recensione il gioco ha visto diversi aggiornamenti, segno che gli sviluppatori non hanno mollato la presa, e la versione Switch è probabilmente la migliore che possiate comprare per console, grazie alla possibilità di usare il touch.
Sebbene i voti in giro per questo gioco siano più alti, la sufficienza che ho messo non è risicata, e nel mio mondo immaginario servirebbe da sprone per gli sviluppatori, perché gli intenti e la strada tracciata sono quelli giusti, manca solo rendere più ludica la fase di costruzione e più intriganti le varie ambientazioni e situazioni, che in LEGO Bricktales ricalcano bene i set senza licenza, ma che nel gioco poi non si distinguono per memorabilità. Sarei veramente curioso di provare un sequel con questi accorgimenti e magari più interazione con i diorama che compongono i mondi, per cui avanti Warner Bros, sganciate i soldi e via alla prossima esperienza LEGO!