La casa videoludica ha rilasciato una dichiarazione al riguardo
Il dibattito tra Nintendo (insieme ad Ashton Carter, azienda in cui la compagnia lavora) e la tester Clifton Mackenzie sembra sia finalmente giunto al termine. L’ex dipendente presentò una denuncia lo scorso aprile, a causa di un licenziamento per una semplice domanda sindacale posta durante una riunione di lavoro.
Nintendo ha però risposto che il licenziamento avvenne causa divulgazione di “informazioni riservate“, ovvero un tweet postato dalla lavoratrice che presentava una build di un gioco non identificata. In ogni caso, l’accordo tra i due, riportato da Axios Gaming, prevede che Nintendo dovrà risarcire Clifton con la somma di 26.000 dollari. Inoltre, per 60 giorni consecutivi, la casa videoludica dovrà anche notificare tutti i dipendenti QA tramite e-mail (anche all’interno della sede) per quanto riguarda i loro diritti lavorativi.
In seguito alla soluzione della vicenda, Nintendo ha fornito una dichiarazione:
“Nintendo è grata che sia stata raggiunta una risoluzione sulla questione NLRB in modo da poter continuare a concentrarci sul garantire che il nostro ambiente di lavoro rimanga accogliente e di supporto per tutti i nostri dipendenti e collaboratori. Questo approccio è fondamentale per i nostri valori aziendali. Come parte dell’accordo pubblico, tutte le parti rimangono obbligate a non divulgare le informazioni riservate e i segreti commerciali di Nintendo, che sono fondamentali per il nostro processo di sviluppo e le offerte di prodotti”.
Questa sembra essere una storia a lieto fine per Mackenzie. E voi cosa ne pensate di questa bizzarra vicenda?