Come vendere le cose vecchie

remakeremaster
Oggigiorno esistono tanti modi per riprendere il passato e riproporlo. Forse c'è bisogno di allargare un attimo le maglie.

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L’aver incontrato Live a Live dopo 28 anni, ha provocato qualche movimento intestinale online. In generale molti esperti dei misteriosi giochi rimasti intrappolati nel sol levante, sono andati a recuperare robe oscure che meriterebbero lo stesso trattamento per essere vissuti da un pubblico più vasto.

Io invece mi sono più soffermato sull’oramai enorme variabilità con le quali casi produttrici di videogiochi stanno rivangando il passato. Già scrissi di questo argomento in occasione di Mario 3D All-Stars Collection. Questo pezzo va da considerarsi come corollario ed espansione del precedente, in quanto ci sono secondo me altri fattori da considerare vedendo nuovi trend di questi anni attuati da diverse case costruttrici.

In quel pezzo andavo a delineare due linee di pensiero: una cerca di riproporre i vecchi giochi il più fedele agli originali possibili, un’altra che invece preferisce operare una più completa opera di restauro per modernizzare il gioco.

Direi che possiamo andare a dividere questo duo in cinque versioni per rivendere il passato. Occhio che qui ci sono opinioni personali.

  • Riproduzione attraverso emulazione – Emulazione
  • Ricompilazione – Port
  • Ammodernamento tecnico/Qol – Remaster
  • Portare nel presente l’idea del singolo titolo, riprogettandolo – Remake
  • Sfruttare l’IP – Reboot

Il primo caso consiste nello sviluppare strumenti software che permettono a programmi scritti per un sistema diverso dall’ultimo in vendita, di essere eseguiti su di esso attraverso uno strato software con il compito di tradurre le differenze tra i due sistemi. Io so cosa entra (il gioco) so cosa esce (il comportamento del codice su schermo), devo legare le uscite agli ingressi con del codice. Con un emulatore. Dopo averlo costruito, posso usarlo per vendere molti prodotti insieme. Si vedano le Wii Virtual Console, Switch Online con le vecchie console, la collection 3D All Stars e tutte le collection simili.

Oltre alla gradevolezza, qui ci sono stati molti QOL che hanno reso il gioco molto meno criptico

Questa in teoria dovrebbe essere la forma più pura per la preservazione del videogioco. Il tutto dipende dalla qualità dell’emulatore scritto, ma oltre a conservare hardware originale o usare sistemi basati su FPGA, è lo step successivo.

Il secondo caso è quello che vede i port. Se nella concorrenza il port diretto in questa generazione è scomparso per via della retro compatibilità tra le console, Switch ha quasi tutti i giochi di Wii U portati. In linea teorica un Port, dovrebbe essere un lavoro 1:1, il gioco presentato così com’era in originale, facendo solo modifiche funzionali sul codice. Qui semplicemente si vuole capitalizzare su giochi usciti su console sfortunate, come Wii U, e portarle su console di successo come Switch, o per traghettare l’utenza tra due console di generazioni differenti o diverse piattaforme della stessa generazione, pensiamo mobile e fissa.

Un Remaster implica un ammodernamento del progetto più sostanziale. Oltre al cambio del codice sottostante, vengono effettuate modifiche più o meno invasive al resto. Qui c’è un’enorme variabilità. Su Mario Kart 8 Deluxe è stata ritoccata la risoluzione, il framerate ed aggiunta una modalità battaglia. Xenoblade Chronicles Definitive Edition ha tutta la parte grafica nuova. Live a Live ha molti elementi Quality Of Life per meglio leggere le battaglie risultando molto meno ottuso ed incomprensibile rispetto all’originale, in aggiunta ad un cambio radicale della parte tecnologica audiovisiva. Halo 2 Anniversary è un layer grafico totalmente nuovo, ma sotto la logica rimane esattamente quella dell’originale. L’idea di fondo è che il gioco sotto non venga toccato nel suo cuore. Come potete notare, sotto questo cappello io faccio finire un sacco di opere in più rispetto alla media.

Il quarto punto è come io inquadro i remake. Si tratta di rifare un gioco. Da capo. Si prendono personaggi, situazioni, concetti e li si applica come se il gioco stesse venendo progettato nel presente. Da qui abbiamo Resident Evil 2 e 3 di Capcom, Final Fantasy VII Remake. Demon’s Souls Remake, per quanto sia così chiamato, nella mia nomenclatura, va a finire nel Remaster. Qui ognuno può avere un’idea diversa. Semplicemente la mia visione è che se nel rifare un gioco da capo mi ritrovo con lo stesso gioco del passato solo con la grafica più bella e miglioramenti QOL, non l’ho rifatto, lo “copincollato”.

Si bello, tutto rifatto da capo, ma se l’esperienza è quella, se non alteri i nemici e l’IA perché è il cuore del gioco, perché lo consideri “rifatto”?

In quest’ottica, più che Remaster e Remake, io sono più per utilizzare termini diversi. “Modernized” per i titoli che rimangono come i precedenti ma ricevono overhault tecnico e QOL e “Redesigned” per i giochi che vengono riprogettati e non solo aggiornati graficamente.

L’ultimo caso è un po’ estraneo ai precedenti, c’è solo ad indicare quando io ho un’IP, come Tomb Raider o Hitman o Deus Ex ed ad un certo punto decido di tirare fuori un episodio nuovo, in modo completamente slegato dai precedenti, cercando di dare al franchise una nuova presenza nel mondo contemporaneo, ritagliandosi un suo spazio vitale diverso da quello che aveva la serie in passato.

E più o meno tutti seguono questi processi nel gestire le loro IP. I Port sono usati tra generazioni vicine, i Remaster sono molto polivalenti, visto che quelli leggeri possono gestire meglio cambi generazionali, mentre quelli consistenti possono portare al mondo titoli sconosciuti in occidente anche dopo 30 anni, i Remake servono a rilanciare qualcosa, a far riaffermare nello stesso spazio l’azienda con titoli di impatto.

E poi c’è il milking totale. Io in realtà avevo pensato a questo pezzo sotto un’ottica diversa. Casomai finendo facendo una battuta su Doom che gira sui test di gravidanza o Skyrim che si può acquistare anche sul microonde. Però onestamente Sony con The Last of Us ha creato un nuovo standard. Ok, il gioco originale esce nel 2013 sull’oramai vecchia Playstation 3. Nel 2014 viene subito legato all’etichetta di Remastered e rilasciato su Playstation 4. Va bene. Nintendo ci ha dato Breath of the Wild su Switch ritardandolo su Wii U funzionalmente, Mario Kart 8 Deluxe ed altre cose simili. Aveva una console da recuperare, degli anni in perdita finanziaria da cancellare.
Playstation 5 è in grado di eseguire la versione Playstation 4. E poi spunta Last of Us Part 1, su Playstation 5. Con modelli ritoccati ed altro, chiamato remake, ma secondo la mia nomenclatura ricadrebbe nel remaster comunque. Cosa ci rimane dopo questo? I New Play Control! ? Oooh…..

Questa è in generale la visione comune, in contrapposizione con la mia.

Comunque, preferite le definizioni come le ho proposte qui, o siete più per l’interpretazione classica, mostrata qui sopra?

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