Monolith Soft si conferma ancora una volta infallibile
Dieci anni.
Un limite temporale che, sulla Terra, ci porta dalla nascita all’adolescenza, un lasso di tempo che segna poco più dell’inizio della vita di un essere umano. Su Aionios, dieci anni sono la durata intera di una vita.
Nasci già adolescente e cominci un addestramento militare che in breve tempo ti porta sul campo di battaglia. Combatti per vivere, vivi per combattere.
Poche e semplici regole, in un mondo permeato da una costante guerra tra la nazione del Keves e quella dell’Agnus. Un mondo in cui non hai libertà di scelta ne potere sulla tua vita, in cui ogni breve e fugace risata viene interrotta dal rumore della guerra e spenta dalla costante paura di perdere qualche amico.
Un mondo in cui non c’è il tempo di porsi nemmeno domande, di chiedersi contro chi e soprattutto perché, si sta combattendo.
La storia di Noah comincia da bambino, mentre gioca nella piazza di una città. All’improvviso il tempo si ferma, un mondo speculare al suo appare in cielo e qualcosa accade, un evento misterioso che ci catapulta direttamente sul campo di battaglia. Un ricordo? Una visione?
Torniamo nel presente, dove Noah, assieme ai suoi amici d’infanzia Yunie e Lanz, combatte sotto la bandiera del Keves. Cresciuti e addestrati insieme, i tre sono ormai veterani della guerra, ognuno con un preciso ruolo all’interno della Colonia 9. Oltre ad essere un soldato estremamente abile con la spada, Noah è un tramandante, un tipo di unità fondamentale che ha lo scopo di tramandare le anime dei caduti in battaglia e aiutarli nel loro ritorno al pianeta, con l’ausilio di un flauto e di una personale melodia. Una figura importante e dotata di una spiccata sensibilità e attenzione, in un mondo in cui ciecamente, la maggior parte degli umani è votata, non per scelta, a combattere il nemico.
La vita, la salute e la forza di ogni soldato, che appartenga al regno di Agnus o Keves, sono regolate dal livello di riempimento della Cronofiamma, un meccanismo presente in ogni colonia che si nutre dell’essenza dei soldati nemici caduti in battaglia. Una Cronofiamma piena garantisce capacità maggiori in battaglia, oltre ad assicurare nutrimento e chance maggiori di sopraffare una colonia nemica se dotata di una Cronofiamma più debole.
Sin dalla nascita, ogni soldato è dotato dell’iride, un meccanismo situato all’interno dell’occhio (destro per i soldati del Keves, sinistro per quelli dell’Agnus), in grado di ricevere comunicazioni, informazioni riguardo al campo di battaglia e tenere sotto controllo il livello di carica della Cronofiamma della propria colonia. Aionios è disseminato di colonie, perennemente in guerra tra di loro, tutte sotto il rispettivo controllo della propria nazione e regolate da un sistema gerarchico dal livello Fango all’Oro, in base alle abilità e ai successi ottenuti sul campo di battaglia.

Un rapporto di amicizia come quello che lega Noah a Lanz e Yunie su Aionios è una rarità, un rapporto costruito negli anni, senza essersi mai persi o essere stati trasferiti di colonia in colonia.
Ed è proprio sul campo di battaglia che la loro vita cambia per sempre: durante uno scontro con unità nemiche appartenenti all’Agnus, viene individuata una strana nave volante che apparentemente non appartiene a nessuna delle due fazioni e da entrambe viene presa di mira.
Il mezzo non identificato appartiene al misterioso Guernica Vandham, un individuo dall’aspetto decisamente insolito per i due eserciti, dai lineamenti segnati dal tempo, e trasporta un artefatto conteso da entrambe le nazioni. Dopo essere stato abbattuto, Vandham erige una barricata per resistere agli attacchi di Agnus e Keves, mentre le due avanguardie combattono tra di loro.
Noah, Lanz e Yunie, in prossimità del velivolo abbattuto di Vandham si scontrano con tre unità Agnus d’elite composte da Miyo, Sena e Taion, una sfida in perfetto pareggio il cui esito vira drasticamente quando Vandham decide di utilizzare la Pietra Uroboros, il misterioso artefatto conteso da entrambe le fazioni. Tramite la pietra di forma ovale, i ragazzi entrano in uno stato di sintonia di coppia, in base alla propria tipologia di classe: Noah con Miyo, Lanz con Sena e Yunie con Taion.
Condividono i propri pensieri, le proprie storie e arrivano ad una connessione così forte che riescono a trasformarsi, unendosi temporaneamente in una creatura dall’aspetto robotico dalla potenza senza pari, chiamato proprio Uroboros. I ragazzi diventano all’improvviso liberi dalla schiavitù della Cronofiamma, senza una patria e ricercati da entrambe le fazioni. Il loro viaggio comincia, alla volta della Valle della Spada, una zona di Aionios a grande distanza dalla Colonia 9, caratterizzata da una titanica spada conficcata nel terreno. La, finalmente, scopriranno la verità su Aionios e sul vero nemico da combattere.

Presentato a sorpresa nel Nintendo Direct di febbraio, Xenoblade Chronicles 3 rappresenta il terzo capitolo numerato della saga creata e diretta da Tetsuya Takahashi, ed è la chiusura del cerchio aperto dodici anni fa con il primo capitolo, disponibile su Nintendo Switch in una scintillante Definitive Edition. Una nuova storia che, nella visione del suo creatore, si propone di collegare i mondi dei primi due capitoli, spianando la strada verso il futuro.
Prima di tutto, bisogna sottolineare che per approcciarsi al terzo capitolo non è necessario aver giocato i precedenti due, ma è sicuramente consigliato. In modo analogo a Xenoblade Chronicles e Xenoblade Chronicles 2, la terza avventura può essere giocata in maniera indipendente, perdendo tuttavia alcuni dettagli e collegamenti. Ognuna delle tre storie ha un proprio inizio e una fine, trame autonome ma legate da un unico grande disegno.
Ed è una nuova storia destinata a rimanere nel cuore e nella memoria di ogni amante dei giochi di ruolo giapponesi e di ogni fan affezionato della saga. Senza girarci attorno, l’avventura su Aionios è travolgente, equilibrata, ben bilanciata tra narrazione e gameplay e ancora una volta nel complesso, un titolo di altissima qualità. Sin dai primi minuti siamo catturati dall’atmosfera oscura e rassegnata che permea tutto il mondo di gioco, conquistati da un cast di protagonisti scritti con estrema cura ed attenzione.
Siamo distanti dalla positività di Shulk e dal viaggio di crescita e di formazione di Rex, in Xenoblade Chronicles 3 il contesto è radicalmente diverso, poiché sin dalla nascita, non esiste la speranza.
Noah è un protagonista diverso, con un’esperienza che va ben oltre l’apparente adolescenza, capace da Tramandante di provare una forte empatia verso gli altri, sincero e leale ma anche deciso e spietato quando le circostanze lo richiedono. Un protagonista maturo, solido e convincente.
L’unico sogno che hanno gli abitanti di Aionios è quello di arrivare al decimo anno di vita ed essere tramandati con il rituale del Ritorno, direttamente dalla propria regina. Non esiste l’infanzia, così come non esistono l’adolescenza e soprattutto la vecchiaia. Non esiste il concetto di famiglia.
A cominciare da Miyo, già nel decimo periodo e a cui rimangono solo tre mesi di vita, Xenoblade Chronicles 3 presenta un cast di protagonisti maturi, consapevoli del loro destino e tormentati dai fantasmi del passato, dagli amici scomparsi all’essere trattati come semplice carne da battaglia.
E il punto di partenza per il cambiamento si verifica quando entrano in Sintonia per la prima volta, quando condividono i loro ricordi e le loro esperienze, mostrandosi involontariamente vulnerabili di fronte a qualcuno, in un mondo che non lo permette.

Tra le prime nozioni da apprendere per sopravvivere su Aionios c’è la gestione del complesso e intricato sistema di combattimento. Come da tradizione della saga, gli attacchi base vengono eseguiti automaticamente una volta ingaggiato il nemico in combattimento, ai tasti X, Y e B del controller sono affidate le tecniche speciali, il movimento è liberamente controllabile lungo tutto il campo di battaglia, consentendo di girare attorno al nemico, al fine di sfruttare le tecniche che richiedono una specifica posizione. Utilizzarla correttamente consente di caricare un potente attacco speciale assegnato al tasto A. Fin qui niente di nuovo, la tradizionale formula base della saga, ormai collaudata e rodata.
La prima grande novità consiste nella presenza delle classi. Ognuno dei sei protagonisti appartiene a una specifica tipologia (attaccante, difensore, guaritore) e sin dalla nascita possiede una propria classe personale predefinita, è dotato di un’arma esclusiva, mosse, tecniche e statistiche uniche.
Grazie ai poteri Uroboros, dopo essere entrati in sintonia diventeranno in grado di cambiare classe, scambiandosi la totalità delle tecniche delle caratteristiche uniche.
Affrontando nemici e mostri in battaglia, l’apprendimento della classe migliora, fino a far proprie le abilità equipaggiate e renderle magistrali, potendo utilizzarle in qualsiasi momento, con qualsiasi classe.
Inoltre, una tecnica di classe può essere abbinata a una tecnica appresa, ne risulterà una mossa fusione, di superiore potenza e in grado di aumentare la sintonia degli Uroboros, partendo da un livello base di zero, fino ad arrivare a un massimo di tre.

Il sistema delle classi si incrocia direttamente con quello delle missioni secondarie: nel corso dell’avventura, avanzando con la trama si sbloccheranno le missioni Eroe, quest speciali in cui dovremo aiutare un personaggio che si unirà temporaneamente al gruppo, come settimo membro, controllato dalla cpu. Una volta terminata la missione, l’Eroe sarà reclutabile in qualsiasi momento per aiutarci in battaglia, la sua classe verrà sbloccata e progredendo nel suo utilizzo, sarà possibile utilizzarla per tutti i protagonisti. Il totale delle classi disponibili arriva quindi dalle sei iniziali a un totale di ventitré, offrendo una grande varietà e versatilità.
Completare la missione di un eroe comporta inoltre nella maggior parte dei casi anche la distruzione della Cronofiamma della colonia a cui appartiene, con conseguente possibilità di interagire con nuovi personaggi, accedere a nuove missioni e creare una rete sociale tra colonie ormai prive della schiavitù imposta dalle regine di Agnus e Keves. Nuove allenze significheranno anche nuovi nemici, ogni colonia liberata punterà sempre di più i riflettori dei castelli su di noi, aumentando il numero di unità Keves e Agnus inviate in cerca di fama e gloria per aver sconfitto gli Uroboros.
Le gestione delle missioni secondarie rappresenta un enorme passo avanti rispetto al passato, quest che comportano raccolta di materiali o abbattimento di mostri rappresentano una minima parte del totale.
La maggior parte permetterà di scoprire la storia di numerosi abitanti di Aioionis, di aiutarli e conoscere la loro vita, osservandone l’evoluzione dopo essere stati liberati. Missioni ricche di dialoghi, testo e dettagli, variegate negli obiettivi come mai prima d’ora nella serie, senza dubbio un aspetto su cui il Monolith Soft. ha lavorato molto.

Le grandi star di Xenoblade Chronicles 3 sono senza dubbio gli Uroboros: dopo aver sbloccato la trasformazione, per un tempo limitato durante il combattimento è possibile utilizzare la potente forma dall’aspetto robotico, in uno stato di temporanea invincibilità e con attacchi dalla notevole potenza.
Trasformarsi in Uroboros significa anche rinunciare temporaneamente ai due membri del gruppo trasformati e alle loro abilità di classe esclusive, ma è possibile interrompere in ogni momento la trasformazione e utilizzarla successivamente, dopo un periodo di ricarica.
Il livello di sintonia è fondamentale, poiché permette di sfruttare a fondo le tecniche degli Uroboros, utilizzando anche gli effetti secondari degli attacchi e aumentando estremamente la potenza dei colpi.
Il totale degli Uroboros utilizzabili è sei, due per coppia, in base a chi ne prende il controllo, ognuno dotato di abilità e tecniche esclusive, tutte migliorabili, come i parametri, completando l’apposito skill tree.
La corretta esecuzione delle tecniche e lo sfruttamento dei loro effetti secondari porta all’attivazione dell’assalto di gruppo, meccanica presente nella saga sin dal primo capitolo e ulteriormente affinata.
In Xenoblade Chronicles 3, i membri del party sono chiamati a eseguire a turno le proprie tecniche, impostandole in modo da superare la percentuale del 100% al fine attivare un potente attacco, dopo ogni mossa speciale eseguita alcuni membri torneranno in gioco, con la possibilità di continuare fino all’esaurimento delle azioni e dei personaggi disponibili e di collegare attacchi utilizzando gli Uroboros.
Concatenando i colpi in modo corretto, è possibile ottenere un enorme bonus nel danno inflitto e nell’esperienza ricevuta, oltre a fare un’enorme differenza nelle battaglie con i boss, è anche il metodo più rapido e semplice per apprendere e far proprie le classi.
Il combat system di Xenoblade Chronicles 3 funziona, è il più dinamico e divertente della serie, offre una gran varietà di soluzioni, tattiche impiegabili e differenti possibilità di affrontare i nemici, tutte da assimilare pian piano, proseguendo nella storia grazie a brevi e comodi tutorial, con i propri tempi.
A seconda del nemico è possibile sfruttare tutte le soluzioni a disposizione o affidarsi alla via più comoda e semplice e, ad eccezione degli scontri contro i nemici unici, anche rilassarsi e affidarti al combattimento automatico guidato dall’intelligenza artificiale, con ottimi risultati.

A fronte di un sistema di combattimento convincente e un impianto complessivo molto solido, i punti deboli di Xenoblade Chronicles 3 emergono negli elementi di contorno, a cominciare dalla struttura della mappa. Per orientarsi in un mondo vasto come Aionios, è indispensabile avere sempre ben chiaro dove andare e quale percorso seguire, man mano che esploreremo le zone, sulla mappa appariranno indicatori per spostarsi rapidamente nei punti di riferimento scoperti (PDR), nelle colonie Nopon nelle zone dove riposarsi e per ogni lapide di un boss unico sconfitto. Spostarsi diventa quindi questione di pochi secondi, peccato che gli indicatori sono tutti dello stesso colore e pur avendo la possibilità di filtrarli dal menù, sarebbe stato più immediato avere una distinzione per colore, poiché procedendo nell’avventura diventa sempre più complesso trovare alcuni luoghi specifici, a cominciare dalla localizzazione delle colonie, indicate sulla mappa dal generico segnalino del punto di riposo.
Arrivare all’obiettivo in alcuni casi può quindi essere complicato, non tanto a causa della dimensione del mondo quanto proprio di una gestione inspiegabile e contorta della mappa, non aiuta la struttura in due dimensioni, che mancando di verticalità e profondità, rende una sfida trovare alcuni sentieri o strade.
Il modo migliore per orientarsi è quello di ricorrere alla mappa dal menù rapido premendo R1 e X per l’esplorazione, oppure ricorrere al pulsante + quando è attiva una missione.
Un’altra meccanica che appare gestita in modo inspiegabile è la gestione dei soldi guadagnati dalle battaglie o dalle missioni: in poche parole, non esiste modo di spenderli. Sin dalla nascita i soldati Agnus e Keves possiedono una propria arma di classe, non migliorabile in termini di potenza, e un’armatura standard, l’assenza della possibilità di acquistare nuovi equipaggiamenti o di effettuare un upgrade sui propri e l’assenza di pozioni o oggetti utilizzabili in battaglia elimina del tutto la componente economica dall’avventura.
Avanzando nell’avventura ci ritroveremo con milioni di monete senza avere la possibilità di utilizzarle, gli accessori venduti dai Nopon non hanno mai un costo eccessivo, le gemme possono essere forgiate senza spendere soldi e gli oggetti più rari possono essere pagati scambiandoli con merce di analoga rarità.
Non è sicuramente un dettaglio che rovina l’esperienza di gioco, ma è davvero bizzarro, come se fosse un aspetto totalmente trascurato e dimenticato dai programmatori.

Aionios è un mondo derivato dall’unione di Bionis e Alrest, per la sua natura non è raro incontrare aree, ambientazioni e strutture già viste nel primi due capitoli, luoghi che faranno riaffiorare ricordi e spuntare un sorriso ai fan affezionati della saga. Ma c’è molto di più, fortunatamente.
Le aree sono enormi, ricche di segreti da scoprire e zone nascoste da esplorare, capita frequentemente di imbattersi in bestie selvatiche intente a combattere con la possibilità di schierarsi con una delle due fazioni per aiutare, in rifornimenti di risorse e aiuti da parte dei castelli di Agnus e Keves, in missioni secondarie e grotte intricate da visitare. Aionios è un mondo vibrante, vivo, come ormai da piacevole tradizione di Monolith Soft.
Senza dubbio, per i veterani della serie mancherà l’effetto novità, ma è innegabile che ancora una volta il mondo costruito dal team di Tetsuya Takahashi sia una gioia da esplorare e scoprire e soprattutto, sia un mondo coerente, costruito attorno alla trama.
Tecnicamente, Monolith Soft ha spremuto Nintendo Switch probabilmente al massimo delle sue potenzialità, regalandoci uno dei titoli più impressionanti e solidi disponibili sulla piccola console ibrida. Considerando che in combattimento si muovono fino a sei personaggi controllati dal giocatore, un settimo controllato dalla cpu e un numero di nemici che può arrivare anche a dieci contemporaneamente, il lavoro di ottimizzazione è mirabile, con rallentamenti e cali di frame rate rari e ridotti al minimo.
E anche in modalità portatile i passi avanti sono evidenti, con una pulizia visiva nettamente migliore rispetto a Xenoblade 2. Soprattutto su Nintendo Switch OLED, Xenoblade Chronicles 3 brilla particolarmente, restituendo giustizia ai colori brillanti delle ambientazioni del mondo di gioco.
Una menzione speciale va fatta per le cinematiche, di gran lunga le migliori dell’intera saga e di altissimo livello, paragonabili a quelle di un film d’animazione.
Grazie alla qualità delle animazioni, alla regia dei movimenti, alla scelta del comparto sonoro e a un doppiaggio di livello, decisamente migliore di quello di Xenoblade Chronicles 2, vera e propria nota dolente del titolo, una combinazione di fattori che definisce un nuovo standard nelle opere Monolith Soft.
In Xenoblade Chronicles 3 ci si commuove, si rimane increduli a guardare lo scorrere degli eventi, a osservare da spettatori inermi alcuni dei momenti più intensi, toccanti e drammatici visti nel medium videoludico. Si piange assieme a Noah e Miyo, empatizziamo con loro capitolo dopo capitolo e fino alla fine dell’avventura, rimaniamo combattuti tra i desiderio che il viaggio possa non finire mai e la speranza che il destino dei protagonisti possa finalmente cambiare.
Di assoluta eccellenza il comparto sonoro, un team capitanato dall’immancabile ed amatissimo Yasunori Mitsuda e composto, oltre a lui, da Manami Kiyota, il trio di compositori ACE+ e Mariam Abounnasr degli Anùna e Sara Weeda alle tracce vocali.
Una selezione di tracce ancora una volta magistrale, a cominciare dal tema principale del titolo, il tema dei tramandanti di Noah e Miyo, A Life Sent On. Una melodia delicata, spirituale, suonata dal flauto traverso giapponese (Shinobue), poche note per accompagnare con rispetto ed eleganza gli spiriti dei morti nel loro ultimo viaggio, senza barriere ne pregiudizi, senza che la fazione di appartenenza sia rilevante. Un main theme sorprendente, capace di adattarsi agli eventi della trama e risultare in base a essi oscuro, glaciale oppure carico di speranza e positività.
La colonna sonora è volutamente dark, volutamente cupa, accompagna durante le fasi di esplorazione dall’alba al calare della notte ed esplode letteralmente durante i combattimenti contro i boss e i Moebius. Non ci sono melodie particolarmente allegre, ogni nota è contestualizzata alla realtà di Aionios e alla natura ciclica di vita e morte del pianeta ed è ricca di citazioni, non è difficile trovare brani remixati tratti dai primi due titoli, ricostruiti e rielaborati, assieme a una ricca selezione di inediti.
Di ottima fattura anche i due vocal theme dell’avventura, A Step Away e Where we Belong, entrambe collocate all’interno di specifici memorabili momenti dell’avventura. Ma in fondo, dal punto di vista della creazione delle tracce vocali vi erano pochi dubbi sulle capacità compositive di Yasunori Mitsuda, un campo dove probabilmente non ha rivali sin dall’incredibile Small Two of Pieces, brano conclusivo di Xenogears.
Xenoblade Chronicles 3 è probabilmente il lavoro più coraggioso di Tetsuya Takahashi, il titolo con la più forte autorialità, quello che più di tutti segue unicamente la sua visione, la sua storia e non è una considerazione da poco, soprattutto considerando che per la prima volta nella sua trentennale carriera ha potuto completare una saga, senza vincoli temporali o limiti di budget, ma con assoluta libertà.
Sin dal suo annuncio e dal primo trailer, sono circolate un’infinità di teorie sulla possibile storia, sul collegamento con i primi due capitoli, su cosa potesse essere il mondo “unito” di Bionis e Alrest.
Le aspettative erano alle stelle, praticamente ogni fan avrebbe voluto rivedere i protagonisti dei primi due capitoli, collegamenti tra le trame, guerre tra i mondi, viaggi nello spazio.
E qual è il modo corretto di venire incontro alle aspettative del pubblico? Andare per la propria strada e seguire la propria visione.
L’opera di un autore va giudicata nella sua interezza e valutata nel modo più oggettivo possibile, non per quel che “sarebbe potuta essere” secondo un’opinione puramente soggettiva.
Mai come prima d’ora, è palese lo sforzo di programmazione e scrittura per creare protagonisti credibili, coerenti e non banali e un grande lavoro è stato fatto anche per i dialoghi.
La nuova opera Monolith Soft. contiene numerosi spunti di riflessioni e critiche al mondo moderno, alla società attuale e soprattutto, verso la natura umana e verso il libero arbitrio.
Siamo davvero governati da un destino ineluttabile? Qual è la concezione di libero arbitrio? E ancora, quali sono le cose per cui vale davvero la pena lottare e cosa siamo disposti a rinunciare per sopravvivere? Per i fan di vecchia data sarà un piacere constatare che in termini di tematiche trattate, Xenoblade Chronicles 3 è il titolo che più si avvicina a Xenogears, prima mitologica opera di Tetsuya Takahashi e ancora oggi considerato uno dei jrpg più iconici e importanti mai usciti.

Allo scoccare delle 60-80 ore richieste per terminare l’avventura su Aionios, il cerchio sarà completo, le domande inerenti alla trama avranno trovato tutte le risposte.
Nel complesso, Xenoblade Chronicles 3 è uno dei migliori giochi di ruolo giapponesi degli ultimi anni e più in generale, uno dei migliori titoli disponibili su Nintendo Switch.
Un’opera complessa, coraggiosa, coinvolgente, un’opera moderna che rappresenta molto di più di un nuovo gioco di ruolo giapponese di stampo sci-fi.
Non ci è dato sapere dove ci porteranno in futuro i ragazzi di Monolith Soft, su quali mondi o pianeti, ma ancora una volta il viaggio è stato indimenticabile e la fiducia per il futuro, qualunque esso sarà, è assoluta.