E non ci sarà bisogno di riavviare la pagina
Stanley? Stanley, ci sei?
Perdonatelo, è troppo impegnato a pigiar pulsanti nel suo ufficio. Mentre aspettiamo che rinvenga forse è opportuno che vi spieghi cosa sia The Stanley Parable. Ne avrete già sentito parlare, dopotutto siamo sul web, luogo dove è difficile farsi sfuggire qualcosa, e quindi è probabile che in realtà non abbiate nemmeno bisogno di questa recensione.
Tuttavia, essendo il narratore, non posso farmi sfuggire la possibilità di raccontarvi qualcosa, fosse anche qualcosa di inutile. Stanley? Stanley! Niente, non si muove. Di cosa stavamo parlando? Ah, The Stanley Parable nacque nel 2011 come mod di Half Life 2, sapete, quel gioco che attende un seguito che non arriverà mai. Quella mod era così stramba e surreale, e a quanto pare divertente, che si decise di trasformarla in un gioco vero e proprio, nel 2013, grazie agli sviluppatori Davey Wreden e William Pugh.
E quando intendo vero e proprio, beh… il discorso diventa piuttosto soggettivo.

The Stanley Parable è un’avventura dinamica dove io, il narratore, proverò a guidare il povero e ignaro Stanley attraverso un intricata rete di scelte a bivi, trivi e via dicendo. Quando e se Stanley smetterà di pigiare con tanta insistenza quegli inutili pulsanti, il gioco avrà inizio, e voi lo impersonerete. Non è un bell’affare, ci tengo ad anticiparvelo. Stanley si troverà senza i suoi inutili colleghi, in un’azienda del tutto vuota, e la sua testolina cercherà di fare ordine tra mille e più domande. Ogni suo passo e decisione decreterà la creazione di un percorso narrativo diverso e il bello è che lui crederà di avere il completo controllo sulla situazione, mentre in realtà sarete voi a impartirgli tutti gli ordini!
Dovendo impersonare Stanley, la vostra sarà una prospettiva in prima persona, potrete interagire in modi piuttosto timidi con qualche elemento dell’ambiente, camminare, aprire porte ma, soprattutto, non potrete saltare. Essendo un narratore di quelli bravi, ogni volta che ci sarà da compiere una scelta ve lo farò capire. Almeno, ci proverò, perché molto dell’esperienza è anche frutto dell’intuizione di Stan… cioè, del giocatore. Potrete decidere di seguire i miei suggerimenti, o di fare esattamente l’opposto, ma questo, ve lo assicuro, non mi manderà mai in crisi e non mi costringerà mai a resettare il gioco, dopotutto il copione è già scritto e gli schemi narrativi son già belli che pronti.


Essendo una storia fatta di scelte, andrete incontro a tanti finali e… Stanley? Oh, finalmente si è alzato dalla sua poltrona e… beve il suo caffè e… Niente, si è rimesso alla scrivania. Dicevamo che i finali sono tanti, corposi, e ognuno diverso dall’altro, altrimenti dove starebbe il divertimento? La versione Ultra Deluxe, protagonista di questa recensione e pensata per approdare nel mondo console, ha poi aggiunto ulteriori finali, elementi narrativi e inside-joke. Tanti, tantissimi inside-joke.
Vi starete chiedendo quanto sia preponderante la ripetitività in un gioco di questo tipo e, beh, la vostra è una domanda lecita. Ma io sono il narratore per eccellenza, tra l’altro doppiato dal bravissimo Kevan Brighting, e vi darò tutti gli strumenti necessari per capire esattamente in quali punti far svoltare la storia. Ad esempio, immaginate di premere il pulsante di discesa di un ascensore. Potreste continuare all’arrivo dell’ascensore, seguire il corridoio del piano raggiunto, imbarcarvi lungo quello che sembrerebbe un percorso narrativo trito e ritrito, oppure… Oppure… Stanley? Scusate, sembrava essersi mosso. Quindi, seguire un percorso scontato, oppure… Oppure, potreste premere il pulsante di salita dell’ascensore e vedere cosa succede, no? Più libero e intuitivo di così!

Ora cercherò di essere meno di parte, dopotutto sono il narratore e, per quanto onnisciente, devo provare a essere neutrale. The Stanley Parable: Ultra Deluxe è senza dubbio un’avventura atipica, attorniata da un’aura mistica difficile da dissolvere. Al giorno d’oggi, dopo quasi dieci anni dall’esordio, l’esperienza che offre è godibilissima, sebbene molto breve. Se avete già fatto incetta di titoli simili, è difficile che vi colpisca nel profondo, ma è altrettanto difficile che vi lasci indifferenti. Se invece rappresenta il vostro primo incontro con un’avventura narrativa dinamica, vorrà dire che sarà…
Stanley? Oh, finalmente, eccoti qui. Si è alzato e sta scrutando il corridoio. Finalmente si è accorto di essere solo in questo agglomerato di uffici. Ha iniziato a camminare… Mi schiarisco la voce…
“Tutti i suoi colleghi erano scomparsi. Cosa poteva voler dire? Stanley decise di andare in sala riunioni; forse si era solo perso un promemoria.”
Dicevo… Vorrà dire che sarà il migliore degli inizi!