Scoperto un articolo su una potenziale crisi videoludica nel 1995

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Un articolo di una rivista giapponese degli anni '90 illustra un periodo di crisi economica nell'ambito videoludico di cui si è sempre saputo poco.

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Nintendo, SEGA, Konami, Capcom: nessuno si salvò dalla crisi economica per i videogiochi degli anni ’90.

Grazie a una traduzione (e riesumazione) ad opera di MD Shock, possiamo oggi leggere per intero un articolo della rivista giapponese Nikkei Sangyo Shimbun, datato 29f febbraio 1996. L’importanza del contenuto non è da sottovalutare: si parla di un calo di vendite drastico dei giochi in 16-bit riportato nell’anno precedente alla pubblicazione, il 1995, che sarebbe stato anche definito, in occasione di questa crisi economica, “quasi come il ritorno dell’Atari Shock del 1982“, in riferimento a un ben più noto crollo per il mercato videoludico specialmente in Nord America (basta considerare che questa crisi si sarebbe conclusa solo nel 1985).

Seppur l’articolo faccia largo riferimento al Sega Saturn (che, stando ai dati, non fu decisamente la console più fortunata prodotta da SEGA), é risaputo che neanche le altre maggiori compagnie del tempo se la passassero benissimo: sono ad esempio anche gli anni del Virtual Boy, uno dei più grandi flop della Grande N.

Questo è quanto l’articolo riporta in merito a questo periodo non proprio roseo per i videogiochi:

Sega non è stata l’unica azienda a soffrire. Una grande azienda di software ha dichiarato: “Non c’è una sola azienda che sia stata in grado di realizzare un profitto nel mercato europeo”.

Nel periodo fiscale terminato nel marzo 1995, Konami ha subito una perdita straordinaria di 11,6 miliardi di yen a causa dello sgombero delle scorte invendute. Nello stesso periodo, Capcom ha subito una perdita di 7,5 miliardi di yen dopo aver svalutato il valore della sua filiale americana, e nel periodo di metà anno terminato a settembre 1995, Nintendo ha subito una perdita di 9,8 miliardi di yen dopo aver fatto lo stesso con la sua filiale americana. Quest’anno fiscale, Sega sta subendo una perdita straordinaria di 26 miliardi di yen a causa del ridimensionamento delle sue filiali americane ed europee e per lo smaltimento delle scorte invendute.

Ad aver salvato il mercato videoludico dalla crisi che questi dati sembravano annunciare sarebbe stata la vendita delle console in 32-bit. La loro pubblicazione sarà una vera e propria svolta, e grazie ad essa oggi possiamo guardare al passato tirando solo un sospiro di sollievo.

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