GTA Trilogy: Definitive Edition – Un’edizione che non merita una recensione

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Definitivamente da rivedere

NdA: l’articolo è stato pensato e scritto tra il periodo di lancio del gioco e quello della prima grossa patch – mai arrivata su Nintendo Switch. In seguito anche sulla console Nintendo è arrivato un aggiornamento che migliora (purtroppo solo marginalmente) la situazione. Terremo d’occhio ulteriori update per fornirvi una valutazione corretta a tempo debito.

Circa un mese fa, il 22 ottobre 2021, Rockstar Games ha stupito un po’ tutti presentando al pubblico una remaster tanto desiderata quanto inattesa: Grand Theft Auto: The Trilogy – The Definitive Edition ha preso in contropiede un po’ tutti, sospesi tra l’entusiasmo di poter finalmente avere una versione aggiornata dei grandi classici PS2 e il disappunto per i primi, inquietanti, segni di stravolgimento che segnavano l’estetica di questa nuova produzione.

In un trailer da oltre 11 milioni di visualizzazioni e 570’000 like (i dislike, aimé, non ci è più dato vederli), Rockstar ci ha promesso un ritorno alle origini in grande stile, con tanto di comparison grafica impietosa nei confronti degli originali. Un successo annunciato, vero?

E invece no: ben presto ci si è resi conto che questa riedizione non aveva proprio nulla di “definitivo”, a meno che non si intendesse il livello dello sfregio raggiunto verso le produzioni che han fatto la storia di PlayStation 2.
L’ingresso di questi titoli nella nuova generazione è stato affidato a Groove Street Games, team con sede in Florida che dal 2007 si occupa di conversioni per dispositivi mobile di titoli come The Conduit HD, Bully: Anniversary Edition, Ark: Survival Evolved e guarda caso proprio il terzetto della discordia che trattiamo nell’articolo. Un’esperienza che in teoria avrebbe dovuto permettergli di arrivare all’11 novembre 2021 (giorno di lancio della nuova trilogia) con la giusta preparazione, avendo già affrontato un primo processo di passaggio dall’engine originale – l’ormai leggendario RenderWare di Criterion.

Ecco il cambio generazionale intrapreso: contenti?

Qualcosa però va storto: sebbene il primo impatto possa risultare anche gradevole alla vista, entrando nel dettaglio iniziano ad emergere le note stonate legate principalmente al cambiamento radicale dello stile, ammorbidito e anestetizzato da un pesante lavoro di IA: si abbandonano le atmosfere fredde e sfumate del 3° capitolo per renderle quasi asettiche, così come prende quelle eccentriche e colorate per Vice City per aumentare esposizione e vivacità ai livelli di un diorama della PlayMobil. In pratica si è uniformata la proposta visiva con la stessa delicatezza di un rullo compressore: il passaggio da un vecchio motore ad Unreal Engine, ormai lo sappiamo, non è necessariamente un successo garantito. Ed è meglio non parlare della pioggia…

No ma non è per niente fastidiosa, davvero.

Los Santos è forse la città che riceve il trattamento migliore del pacchetto (anche se io rimango un profondo e convinto estimatore di tutti i compromessi tecnico/visivi usati all’epoca), pur subendo un grosso cazzottone nel fianco quando ci si rende conto che l’aumento della draw distance a livelli altissimi – di solito una cosa buona – ci restituisce un’enorme città che pare costruita in un vuoto cosmico, letteralmente intagliata nel mondo virtuale grazie all’assenza della nebbia e ad una linea dell’orizzonte estremamente poco convincente.

Come se Los Santos l’avessero sganciata dall’alto gli alieni.

In tutto questo la versione Nintendo Switch risulta la più carente del pacchetto, mancando della maggior parte degli aggiornamenti tecnici e trovandosi ancorata al triste connubio tra risoluzioni bassissime e framerate disarmanti, scossi da un frame-pacing invadente e ricorrenti fenomeni di stutter.

Se dovessimo fare un paragone tecnico molto forzato, potremmo dire che in fondo in fondo la console ibrida ci propone una versione migliore dei capitoli PlayStation 2, ma si tratta davvero di un risultato di cui vantarsi, in particolare tenendo conto di tutte le altre limitazioni e della presentazione imbarazzante offerta rispetto a PlayStation 4 e Xbox One?

È da riconoscere però che nonostante i suoi difetti, il pacchetto rappresenta comunque un bene prezioso per l’utenza nintendara, la quale per la prima volta in assoluto può mettere le mani su un vero Grand Theft Auto (dai ragazzi, Chinatown Wars era un contentino) e per giunta farlo rivivendo una serie di giochi che ha davvero segnato un’epoca e aperto il mondo del videogioco ai titoli free roaming / open world. Piuttosto che niente, è meglio piuttosto.

Peccato solo che a livello di preservazione si compia un inciampo clamoroso: questa “Edizione Definitiva” assolutamente imperfetta è divenuta l’unica ad oggi disponibile a seguito della brutale rimozione da parte di Rockstar di tutte le iterazioni originali che fossero disponibili sugli store.

Vi giuro, non riesco a prendere sul serio un gioco simile nel 2021.

Se dovessimo dare un voto oggi, dunque, la situazione sarebbe nera – anzi, nerissima: a livello grafico andrebbero bocciati tutti e tre i capitoli, con particolare severità rivolta ad un GTA3 letteralmente massacrato stilisticamente e deficitario tecnicamente oltre il buon senso. L’audio compresso inascoltabile, i glitch presenti a frotte, le incertezze nel trasferimento dati dell’Unreal Engine che rendono comiche alcune situazioni, gli errori nei testi e nelle insegne causati dalla ricostruzione dell’intelligenza artificiale… un bel vedere davvero.

Aggiungiamo poi che si tratta di titoli invecchiati davvero male e abbondantemente superati sotto ogni aspetto ludico da successori e competitor per tratteggiare un quadro in cui solo il nostalgico o il collezionista possono trovare ragion d’acquisto.

E pure Vice City, strapazzato malamente, quantomeno si difende con i suoi colori.

All’annuncio, scherzando, sui social chiesi se 60€ potessero essere troppi per questa trilogia – chiaro riferimento alle critiche ricevute da Super Mario 3D All Stars, produzione vessata dal pubblico per il ridotto “impegno aggiuntivo” di Nintendo nella sua realizzazione. Considerato che in questo caso il lavoro di restauro si è dimostrato più dannoso che altro, si può dire che sì, 60€ per Grand Theft Auto: The Trilogy – The Definitive Edition son davvero troppi, quantomeno allo stato attuale. Attendiamo speranzosi patch e revisioni che possano ribaltare la situazione, così da potervi fornire un parere definitivo – veramente definitivo.

Per ora, statene alla larga.

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