Shin Megami Tensei V – Un Dio per recensione

Shin Megami Tensei V è finalmente tra noi, sarà riuscito a innalzare nuovamente il livello qualitativo della saga?

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Genere: Gioco di ruolo
Multiplayer: No
Lingua/e: Inglese, Italiano, Giapponese

Atlus ha finalmente lanciato Shin Megami Tensei V su Nintendo Switch, un’avventura ricca di contenuti di qualità che non scende a compromessi con la sua storia

Shin Megami Tensei è una delle saghe JRPG più antiche e amate dell’intero panorama videoludico. Una di quelle serie che sono riuscite non solo a sopravvivere ai tempi che furono, bensì a imprimersi nelle menti dei videogiocatori di tutto il mondo, partendo dapprima dal territorio nipponico per poi propagarsi (con i suoi tempi) in tutto il mondo.

Il primo vagito della nascita della saga ci riporta direttamente al 1987, quando una piccola Atlus pubblica per la prima volta “Digital Devil Story: Megami Tensei” su MSX e Famicom. Differentemente dalle altre grandi saghe JRPG dell’epoca, soprattutto da quelle che hanno attinto a piene mani da Dragon Quest, questa nuova saga proponeva un gioco in cui esplorare i dungeon in 3 dimensioni e in prima persona, andando ad allinearsi più direttamente alle influenze di Wizardry.

Ma il vero punto di svolta per Atlus arriva nel 1992 quando, nel tentativo di discostarsi da Digital Devil Saga e dai libri da cui aveva preso spunto per ideare la storia alla base del titolo decide di tentare una strada nuova. “Nuova” è una parola che entra a far parte del nome vero e proprio della serie, poiché il nuovo titolo lanciato inizialmente per il Super Famicom di Nintendo si chiamerà proprio “Shin Megami Tensei“, dove “Shin” è un gioco di parole utilizzato per intendere la parole “nuovo”.

A partire dal 1992, Atlus utilizzerà come filone principale di ogni sua saga proprio il nome Shin Megami Tensei, sia per titoli facenti parte della serie principale sia per tutti i vari spin-off che sarebbero stati creati da li in futuro.

E oggi, dopo ben 29 anni dal lancio del primo Shin Megami Tensei e ben 31 anni dal lancio di Digital Devil Saga, Atlus porta in esclusiva per Nintendo Switch l’ultimo capitolo della serie principale, il quale si impone l’obbiettivo di alzare nuovamente l’asticella della qualità non solo per la saga, bensì per l’intero genere.

L’avventura del Nahobino sarà riuscita nel suo intento?

L’apocalisse in terra

L’intera serie di Shin Megami Tensei ha sempre avuto un punto fondamentale che l’ha resa immediatamente riconoscibile agli occhi degli appassionati: le tematiche trattate. Non è l’unica cosa che ha reso famosa la saga nel mondo (e del resto ne parleremo più a fondo nella recensione), ma le tematiche religiose sono sempre state utilizzate da Atlus sin dal principio.

I riferimenti religiosi sono molteplici e tutti provenienti non da una singola religione, bensì dall’intero pantheon religioso di tutto il mondo. E la storia stessa, pur differente da capitolo a capitolo e trattata in modi diversi, racchiude in sé un filo conduttore comune: La battaglia interminabile tra le forze del caos illimitato e dell’ordine rigoroso. E a farne le spese sono sempre gli esseri umani, e di norma, i giapponesi.

Iniziamo alla grande

È necessario seguire questa sentenza se si ammette che l’angelo fu creato in grazia e che nel primo istante della sua creazione proruppe nell’atto del libero arbitrio, come abbiamo già spiegato. Gli angeli infatti, stando a quello che si è detto in precedenza, raggiungono la beatitudine con un solo atto meritorio; perciò qualora il diavolo, creato in grazia, nel primo istante avesse meritato, subito dopo quel primo istante avrebbe conseguito la beatitudine, se non vi avesse invece frapposto subito impedimento col peccato

(Somma teologica, I, 63, 6)

Dio è morto, sconfitto dopo un fuggevole istante di battaglia per mano di Lucifero, demone decaduto dal suo stato angelico e divenuto condottiero delle legioni demoniache sulla terra. Shin Megami Tensei V si apre immediatamente con questa scena, ammantata di sacralità e devastazione, uno shock per una persona che non è abituata alle tematiche narrative che accompagnano la saga sin dagli esordi.

Le canaglie demoniache di Lucifero scorrazzano liberamente sulla terra, seminando morte e distruzione ovunque, uccidendo ogni forma vivente che gli si para di fronte e devastando Tokyo sin dalle sua fondamenta. A Lucifero si contrappongono gli Angeli di Betel guidati dalla Somma Abdiel, comandante delle legioni divine che tentano disperatamente di riconquistare i territori perduti per sconfiggere i demonici nemici.

Benvenuto al mondo, Nahobino

Ed è da qui che parte la nostra avventura, quando inizieremo a vestire i panni di un giovane studente liceale giapponese. Ignari della battaglia che sta per verificarsi, seguendo le tracce di un nostro compagno di classe finiremo per restare coinvolti in un combattimento e, successivamente, ci risveglieremo sotto le macerie di un ponte crollato. Peccato che, al nostro risveglio, non troveremo più la moderna Tokyo, la città ricca di vita e colori, bensì una Tokyo devastata, totalmente irriconoscibile se non per pochi infimi dettagli sopravvissuti alla furiosa guerra tra Angeli e Demoni.

Camminando a stento in un mare di sabbia, arrancando per il calore e per la desolante devastazione di cui siamo attorniati, faremo qui il primo incontro con il nostro destino. Minacciati dalla presenza di alcuni demoni giungerà in nostro soccorso Aogami, un demone che metterà la sua forza al nostro servizio, permettendoci così di rinascere come una nuova e potente entità: il Nahobino.

Nella traduzione cinese tradizionale, l’entità del Nahobino Hanzi è resa come “創毘” (Chuàng Pí) con “創” che significa “creare” invece di “aggiustare”.

Una volta diventati il Nahobino toccherà a noi costruire la strada che dovremo e vorremo percorrere. Come ogni buon capitolo della serie, Shin Megami Tensei V ci metterà a disposizione diverse strade e diverse scelte da compiere. Il destino del mondo, di quel che sarà nel suo divenire, è nelle nostre mani.

Il Da’at, l’illusione della vita

La Tokyo in cui ci troveremo catapultati contro la nostra volontà è ben diversa da quella che conoscevamo. Essa viene infatti ormai chiamata “Da’at“, oppure “Aldilà“. E’ una terra distrutta dalle infinite battaglie, devastata dallo scorrazzare di demoni e dall’infuriare di potenti divinità che se ne contendono il controllo ultimo.

Il Da’at è anche uno dei passi avanti migliori che Atlus abbia fatto rispetto al quarto capitolo della serie. Il nuovo mondo di gioco è estremamente divertente da esplorare e da scoprire passo dopo passo, e mostra un panorama veramente mozzafiato. La distruzione portata a schermo dalla software house è assolutamente coerente e credibile, ricca di segreti da scovare e di stradine e scorciatoie da imboccare per raggiungere antri nascosti e zone sorpaelevate.

I paesaggi del Da’at sono magnifici

L’atmosfera stessa è terrificante, e non tanto per la presenza di demoni (ora ben visibili sulla mappa) che rendono vivo e pericoloso il mondo di gioco, bensì proprio per il modo in cui Atlus ha concepito l’aldilà e lo ha modellato mediante le sagge mani dei suoi sviluppatori. Paesaggi devastati, palazzi in rovina, ampie distese di sabbia intervallate da ponti ferroviari e torri da scalare, la Torre di Tokyo distrutta e piegata dalle fiamme dell’inferno e molto, molto altro.

E a tutto ciò, come se non bastasse, si unisce anche la melanconica colonna sonora firmata Ryota Kozuka, perfettamente in grado di enfatizzare le nostre scorribande lungo le mappe che il gioco ci farà affrontare salvo poi esplodere in una moltitudine di chitarre distorte durante i combattimenti.

Parlando della musica, c’è un dettaglio che sottolinea l’amore che Atlus ha voluto infondere in questo nuovo capitolo. E’ semplicemente spettacolare il modo in cui la musica interagisce non solo con il mondo di gioco, bensì anche con noi giocatori.

Durante le fasi di esplorazione avremo modo di ascoltare il tema di quella particolare mappa, il quale rallenterà e farà spazio a una canzone più tranquilla quando inizieremo una battaglia con un demone. Ma, appena sceglieremo di scagliarci all’attacco, nel momento stesso in cui il Nahobino entrerà in contatto con il nemico di fronte a noi la musica esploderà in un mix di chitarre elettriche e musica elettronica di grande qualità.

Tutto in ordine insomma

Un piccolo dettaglio, ma che rende ancora più interessanti ed emozionanti le battaglie. Scegliendo di ritirarci, invece, la musica rimarrà bassa e più malinconica, quasi a sottolineare la nostra scelta di evitare lo scontro.

Tornando un attimo a parlare del mondo di gioco, rispetto ai precedenti capitoli di Shin Megami Tensei qui Atlus ha voluto alzare ulteriormente l’asticella e ha scelto di creare un mondo di gioco composto da mappe ampie e aperte, libere e sfaccettate nell’esplorazione e assolutamente ben congeniate. Diversamente dal passato, dove le mappe erano dei grandi labirinti, qui possiamo parlare di vere e proprie Open Map.

Combattere nel Da’at

Il nuovo capitolo di Shin Megami Tensei porta con sé il famoso e prestigioso Press Turn Battle, un sistema di combattimento eccezionale che spinge al massimo sulle capacità del giocatore per creare delle partite tra le più complesse tecnicamente possibili.

In parole povere, il Press Turn Battle si basa sulla capacità del giocatore di scovare e sfruttare i punti deboli degli avversari, così da accumulare il maggior numero di turni extra possibili per massimizzare i danni da infliggere ai propri nemici. Di base, ogni demone nemico ha debolezze e resistenze differenti l’un l’altro che dovremo scoprire in diversi modi: tentando di colpire con le nostre abilità, magiche e fisiche, oppure mediante appositi strumenti come il Cannocchiale.

Colpendo la debolezza nemica guadagneremo un turno extra, per un totale di 8 turni al massimo nel caso in cui riuscissimo a colpire con precisione la debolezza avversaria con ogni componente della squadra. Esistono anche abilità specifiche che ci consentiranno di ottenere un effetto simile, ma è bene tenere a mente un dettaglio estremamente importante: non solo noi potremo sfruttare le debolezze avversarie, bensì anche i nemici potranno sfruttare le nostre per accumulare turni extra.

In Shin Megami Tensei V troviamo una novità che potrebbe modificare le sorti delle battaglie a nostro favore. Molto simili ai Magatama visti in Shin Megami Tensei III Nocturne, nel nuovo capitolo potremo sfruttare le Essenze per modificare le nostre debolezze e resistente, nonché per apprendere abilità differenti in base alla tipologia di essenza a nostra disposizione.

Le essenze non sono altro che l’insieme di abilità e resistenze/debolezze provenienti dai vari demoni che affronteremo, e per guadagnarle potremo sia combattere i relativi demoni in battaglia, farcele donare dai demoni della nostra squadra oppure acquistarle dal mercante del Covo dei Cadaveri. Fate attenzione, però, perché non tutte le Essenze possono essere acquistate o ottenute più di una volta, quindi siate parsimoniosi nel loro utilizzo.

Abbattere divinità non è sempre facile

Se avete letto bene la recensione fino a qui ricorderete sicuramente che abbiamo accennato al fatto che la serie Shin Megami Tensei è da sempre contraddistinta da alcune caratteristiche piuttosto peculiari, e una di queste è sicuramente la difficoltà. La saga Atlus non è mai scesa troppo a compromessi, proponendo a ogni nuova iterazione un tasso di sfida superiore alla media dei JRPG e la necessità per il giocatore di imparare a gestire al meglio la propria squadra e le fasi di combattimento.

Shin Megami Tensei V è, quindi, un titolo complesso e difficile come i predecessori? La risposta è: assolutamente si, ma offre più opportunità anche ai giocatori meno navigati.

Ve lo ricordate nel primo trailer? Preparatevi perché vi farà sputare sangue

Il Press Turn Battle è un sistema di combattimento eccelso, stratificato ma “asciutto” il giusto per non riempire il giocatore di pensieri e problemi extra a cui dover pensare. Ma data la sua natura è facile che possa ritorcersi contro anche a noi, portandoci a una morte dolorosa e prematura nel caso in cui iniziassimo a giocare senza ragionare.

Perdere è relativamente facile, basta infatti che il solo Nahobino venga sconfitto per assicurarci un viaggio di sola andata verso la schermata iniziale, pur avendo magari tutta la squadra di demoni ancora in ottima salute. Nel nuovo capitolo Atlus ha inserito diversi livelli di difficoltà, creati apposta per offrire una scelta più vasta ai giocatori.

I nuovi arrivati potrebbero approcciarsi per la prima volta al gioco grazie alla modalità “Sicurezza“, più semplice e orientata a godersi la storia piuttosto che a combattere, cambiando velocemente poi tra le modalità Facile e Normale in qualsiasi momento del gioco. I giocatori più navigati potranno sfruttare da subito la modalità Difficile, ma ben sapendo che se vorranno abbassare la difficoltà del gioco poi non potranno più tornare sulla stessa.

Inoltre è fondamentale scoprire le debolezze dell’avversario il prima possibile, soprattutto quando si parla di bossfight. Determinati nemici potrebbero spazzare via la nostra intera squadra di demoni in pochissimi colpi se dovessero scoprire le nostre debolezze, e quindi è sempre bene avere più demoni in squadra da far ruotare in base alle necessità. Fate anche attenzione alla precisione dei vostri colpi: se un incantesimo o un attacco dovessero andare a vuoto perderete non uno, ma ben due azioni nel vostro turno.

Un bel critico e non se ne parli più

Il consiglio è quindi quello di completare il maggior numero possibile di missioni secondarie e di sbloccare più abilità Magatshui possibili. Queste abilità si basano su una particolare barra che si ricarica durante i combattimenti (o raccogliendo delle particelle rosse che troverete sparse lungo la mappa di gioco) e vi daranno accesso ad attacchi che potrebbero ribaltare le sorti dell’intera battaglia.

Esistono abilità Magatshui di ogni genere: alcune rendono critici ogni vostro colpo, altre infliggono danni massicci ai nemici, possono migliorare o peggiorare i parametri, raddoppiare i punti esperienza guadagnati e via discorrendo. Queste abilità sono le uniche “novità” accessorie di un sistema di combattimento che non vuole troppi fronzoli, ma che sa essere dannatamente divertente ed elettrizzante in ogni sia sfaccettatura, specialmente quando vi toccherà concatenare una serie di effetti uno dietro all’altro perché arrivati impreparati a una battaglia piuttosto che a una boss fight.

Anche il vecchio e caro Trial&Error è una fase sempre fondamentale. Vi capiterà spesso di perdere e di tornare poi in partita, recarvi in una delle poche Sorgenti Energetiche per recarvi dalla Regina del Mondo delle Ombre a fondere nuovi demoni e a modificare le essenze, per poi tentare nuovamente di sconfiggere l’avversario tanto agognato.

Tra stile e tecnica

Lo stile Atlus, ormai si sa, è estremamente riconoscibile in ogni sua opera. Uno stile unico, con personaggi si cartoon ma creati con dei colori accentuati e molto netti, con sfumature di colore che creano dei panorami mozzafiato da vedere e da imprimere nella propria memoria.

L’atmosfera malata di Shin Megami Tensei V è chiaramente percepibile

Shin Megami Tensei V non è esente da questo trattamento e ogni sua zona trasuda di uno stile più unico che raro, tipico della saga Atlus e da sempre molto apprezzato dai suoi sostenitori. Dimenticatevi dei colori estremamente accesi di ogni zona come visto in Persona 5, qui le tematiche post apocalittiche hanno un impatto anche sulla scelta dei colori, si vividi e profondi ma quasi “malati“, i quali contrastano comunque molto nettamente con il blu acceso del Nahobino.

D’altro canto, il mondo del Da’at è splendido da vedere sia in modalità portatile che in modalità TV su Nintendo Switch. Il lavoro stilistico svolto da Atlus è encomiabile e riesce a rendere al meglio in entrambe le modalità. Peccato che la stessa cosa non la si possa dire del framerate, puntato generalmente a 30 fps ma che spesso e volentieri tende a calare.

In battaglia di solito il framerate rimane fisso a 30 e non si percepisce praticamente mai alcun calo dei frame, mentre durante le fasi esplorative capiterà più di una volta di sentire una sensazione di pesantezza data proprio dalla conta dei frame che calano. Fortunatamente non si arriva mai in situazioni di ingiocabilità, il frame cala ma mai così tanto da rendere ingestibile il gioco. Però è un peccato vedere qualche sporadico lag, che un po’ va a sporcare l’eccellente lavoro svolto da Atlus lato stilistico.

Menzione d’onore, però, per le animazioni. I movimenti del Nahobino sono semplicemente meravigliosi, così come le animazioni delle abilità magiche, di tutti i nemici partendo dalle creature più semplici e deboli fino ai demoni più grandi e possenti. Giocare a Shin Megami Tensei V è una vera gioia per gli occhi da questo punto di vista, e vi porterà a voler provare più mosse possibili solo per vederne le relative, splendide, animazioni all’opera.

Compendio dei demoni

Quello che potrebbe sembrarvi un confronto esagerato, ma che a conti fatti è una realtà, è la componente legata al Compendio dei Demoni e a come questo assomigli non poco a ciò che avviene in Pokémon con il Pokédex.

In Shin Megami Tensei avremo a disposizione più di 200 demoni con cui dialogare e da portare dalla nostra parte, grazie ai quali potremo non solo potenziare la nostra squadra da battaglia ma bensì anche riempire il compendio dei demoni. Come detto prima il compendio svolte, per Shin Megami Tensei, lo stesso ruolo che il Pokédex svolge per Pokémon.

Un concerto in onore dei demoni fusi

Prestate molta attenzione alla fase di contrattazione con i demoni, perché è una delle fasi fondamentali per affrontare al meglio il gioco. Il Nahobino (ma andando avanti nel gioco avrete modo di intromettervi anche nei turni altrui) può infatti avviare la contrattazione con un demone avversario allo scopo di farlo passare dalla propria parte.

Siate pronti, perché più andrete avanti nel gioco e più i demoni vi chiederanno ingenti somme di macca e oggetti più rari e in grandi quantità per accettare di diventare vostri alleati.

Convincendo un Demone a seguirvi comparirà la relativa scheda all’interno del compendio, accessibile recandovi nel Mondo delle Ombre da una delle Sorgenti Energetiche a vostra disposizione. La cosa interessante, però, è che grazie ai poteri della Regina del Mondo delle Ombre potrete anche fondere i demoni, dando vita a un combattente più potente e dotato di nuove e utili abilità.

Una volta catturato un demone, poi, non sarà necessario andare a catturarlo nuovamente nel caso in cui lo avessimo utilizzato per una fusione. Potremo semplicemente sfruttare il compendio, pagare la cifra in denaro riportata sulla relativa scheda per poi evocarlo direttamente in squadra. Potremo anche compiere fusioni direttamente tra demoni non in nostro possesso ma presenti nel compendio, aumentando così a dismisura le possibilità di accedere a nuovi e potenti demoni.

Due parole sulla storia

Fino a ora abbiamo dipinto un gioco sostanzialmente ricco di sfaccettature, con qualche problema al framerate ma divertente da giocare e splendido da esplorare. L’esplorazione, come detto sopra, è una componente chiave del gioco poiché ci permette di scoprire costantemente nuove aree, nuovi nemici e di raccogliere moltissimi oggetti extra, tesori, Miman e missioni secondarie.

Il problema, tuttavia, nasce con quella che è la costruzione dell’intera vicenda. La storia di base è molto interessante, ricca di tematiche religiose e con diverse scelte morali da intraprendere che potrebbero modificare non solo i rapporti con i personaggi, bensì anche l’esito finale della storia stessa.

L’eterno scontro tra Dio e Lucifero

È però vero che i personaggi, o almeno la maggior parte di loro con qualche eccezione, risultano piuttosto scialbi e piatti. Facendo un parallelo con Shin Megami Tensei III Nocturne, uno degli episodi più amati della serie, i personaggi del capitolo PS2 mostravano una propensione verso il loro ideale che andava via via crescendo durante il corso di tutta l’avventura. Era ben visibile e palpabile la loro discesa verso la follia, il loro cambio di mentalità era un dettaglio che andava a impattare con forza sulla nostra avventura.

In quest’ultimo capitolo, però, molti di loro non hanno ricevuto lo stesso trattamento e anzi, la loro evoluzione e la relativa discesa verso la follia sembrano quasi inesistenti. Alcuni personaggi cambiano idea all’improvviso, altri addirittura rimangono identici sin dal primo frame in cui li incontriamo.

Ovviamente ciò non significa che tutti i personaggi siano brutti, alcuni di loro sono molto interessanti e portano avanti la loro causa con molta foga, ma purtroppo questo non è un ragionamento possibile con tutti i personaggi tra quelli presenti.

Abdiel, uno dei personaggi trainanti dell’avventura

Questo crea un distacco piuttosto netto tra l’inizio e la fine della storia. All’inizio la sensazione di disorientamento è palpabile ovunque, soprattutto quando vi ritroverete catapultati in un mondo devastato, accompagnati solamente dal vostro compagno Aogami, e dovrete farvi strada a suon di botte con numerosi demoni solo per capire cosa diamine sia successo al vostro mondo. Anche la musica in quel frangente aiuta a creare una situazione disorientante, ma che crea comunque una curiosità feroce nel giocatore.

Nelle ultime ore di gioco, invece, si ha quasi la sensazione che gli sviluppatori di Atlus abbiano dovuto correre per chiudere il gioco in tempo per la pubblicazione, onde evitare un rinvio che sarebbe stato mal accolto dai giocatori che attendevano il gioco praticamente sin dal giorno dell’annuncio, avvenuto addirittura in concomitanza con il lancio di Nintendo Switch nell’ormai lontano 2017.

Fortunatamente questo dettaglio non va a intaccare lo splendore del titolo di per sé, che si conferma comunque come una delle esclusive più belle di Nintendo Switch del 2021 e uno dei JRPG più interessanti per la piattaforma sin dal lancio. Le oltre 45 ore necessarie a terminare l’avventura le vivrete con grande ardore, e molto facilmente vi verrà voglia di ributtarvi sul New Game+ per tornare a esplorare il Da’at e completare tutto il compendio dei demoni, sconfiggere tutti i boss secondari e terminare tutte le missioni secondarie.

Terminata l’avventura principale in 45 ore con diverse missioni secondarie completate
Pro: Il Da’at è splendido da vedere, l’esplorazione è molto divertente, il combat System è sfaccettato ed elettrizzante, la soundtrack è eccezionale, il livello di difficoltà è accessibile a neofiti e giocatori hardcore
Contro: I personaggi sono generalmente poco approfonditi, il finale sembra scritto un po’ di fretta, il framerate non è sempre stabile
8,8

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