Disco Elysium — Un’opera unica, purtroppo per pochi

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Oggi è il giorno di uscita digitale di Disco Elysium: The Final Cut per Nintendo Switch. Il gioco fa per voi? Scopritelo in questa nostra analisi.

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I can’t recall a thing, So why do I feel so sad?

Oggi è il giorno di uscita digitale di Disco Elysium: The Final Cut per Nintendo Switch.

La qualità del gioco è legata unicamente alla sua scrittura e quella possiamo ritenere rimanga invariata indipendentemente dalla piattaforma di utilizzo. Sono un grande estimatore del gioco, e ritengo sia mio dovere evangelizzare il mondo sulla bellezza di questa opera, ma allo stesso tempo avvertire incaute persone che potrebbero trovarsi di fronte qualcosa di estremamente fuori dalle aspettative, non di loro gradimento.

Questo perché Disco Elysium è un po’ un unicum all’interno della categoria nella quale lo si ingabbia, cioè quello dei giochi di ruolo isometrici. Anche i trailer dello sviluppatore, come quello che potete vedere qui sotto, tendono ad enfatizzarlo come “open world rpg” o a mostrare numerose scene piene di pathos, d’azione quasi. È normale, sono cose che vendono ed attirano. Ma Disco è tutt’altro una volta pad alla mano.

Il gioco, come ritmo e gameplay dominante ha più in comune con una Visual Novel o un’avventura grafica. Si tratta di leggere testo e confermare quali opzioni di dialogo scegliere. Il resto del tempo è speso muovendo il personaggio nel mondo di gioco cliccando su specifici oggetti evidenziati per interagire con essi o cliccare sui vari personaggi che si incontrano per iniziare un dialogo. Non esiste altra interazione meccanica, se non gestire equipaggiamento ed esaminare oggetti dai menu dell’inventario. Nessun combattimento, niente decisioni da prendere in fretta.

Quindi il ritmo di gioco è molto rilassato, e la mostruosa mole di testo lo rendono un sostituto di un libro più che un rpg. Nulla di così sconvolgente, in fondo ci sono molti prodotti che hanno lo stesso metodo di ingaggiare il giocatore e che rimangono nei nostri cuori, pensiamo alla serie di Ace Attorney. Dove però Disco Elysium è unico è nel modo nel quale sovverte l’aspettativa del “gioco di ruolo”, approcciando il ruolare, la costruzione del personaggio e l’interazione con il mondo in modo molto interessante.

La premessa narrativa ci pone di fronte ad un doppio mistero. Ci troveremo in un’ambientazione di fantasia, una sorta di epoca contemporanea con divergenze tecnologiche, una sorta di futuro nato da impressioni degli anni ’70 del nostro mondo, in modo non dissimile dalla serie Fallout che nasce dall’idea del futuro che c’era negli anni ’50.

Qui, siamo stati chiamati per risolvere un caso di omicidio. A questo si aggiunge un enorme problema: dopo quel che sembra essere una nottata passata tra abbondante alcool, il nostro protagonista ha la memoria completamente resettata. Si, il cliché del protagonista con amnesia. Qui c’è il primo momento di distacco dai soliti RPG.

Una delle lamentele che il gioco ha avuto da svariati giocatori è come le scelte abbiano poca influenza sull’intreccio. In realtà la novità di Disco Elysium è proprio qui. Quella di spostare la narrazione di ruolo degli RPG in un viaggio completamente interno al personaggio invece che esterno. State lavorando per risolvere un omicidio. La soluzione, la verità del caso, sarà sempre la stessa. Non esistono variazioni. Non possono. Quel che cambia è il flusso di acquisizione di questa verità. Cambia il meccanismo di relazione tra il personaggio ed il mondo e Disco Elysium utilizza un sistema di abilità estremamente peculiare.

Il protagonista avrà a disposizione nel momento della sua creazione un limitato numero di punti da distribuire in quattro caratteristiche. Intelligenza, Psiche, Fisico e Motricità. Queste influenzeranno il modo che avrà il personaggio di vedere il mondo, sia in senso negativo che positivo. Ognuno di questi attributi è suddiviso in sei abilità, ognuna un sotto-aspetto dell’attributo.

Avere Enciclopedia come abilità dal punteggio più alta, farà sì che la vostra mente vi bombardi di nozioni più disparate osservando il mondo. Se invece avrete Inland Empire come abilità spiccante, la vostra fantasia trasmetterà una personalità agli oggetti che vi circondano, facendoli parlare, comunicare con voi. Tutti questi aspetti della psicologia del protagonista sono, a tutti gli effetti, il party da gioco di ruolo.

E Disco Elysium va ad utilizzare una meccanica spesso dimenticata nei giochi di ruolo occidentali: i tiri di abilità passivi. Per procedere nel gioco sarete chiamati ad effettuare molteplici tiri attivi. Il gioco calcolerà un numero randomico che verrà confrontato con il vostro grado di abilità per determinarne il successo o il fallimento. Tipico di tanti giochi di ruolo. A questi corrispondono però numerosissimi check passivi. Il gioco li effettuerà di continuo, andando a formare il flusso di coscienza della mente del protagonista.

È questa meccanica che fa sì che una stessa situazione possa essere interpretata in modo estremamente diverso a seconda di chi siamo. I nostri tratti distintivi ci informano continuamente. E sta a noi giocatori eseguire il sunto di questo flusso per rispondere ad una domanda fondamentale.

Nulla di altamente filosofico. Se Planescape Torment ci chiedeva “Cosa può cambiare la natura di un uomo?”, ed il suo seguito “Quanto vale la vita di un uomo?“, Disco Elysium ci chiede “Che tipo di poliziotto sei?“. Non c’è una storia che ci porta a salvare il mondo. Ma non è neanche una storia di introspezione filosofica d’alto livello, tale da essere applicata ad ogni essere umano. No. È una storia intima, personale, di come un uomo distrutto da traumi personali tipici del vivere viene a contatto con la realtà, che è imperfetta.

Il poliziotto empatico è perfetto per gestire la parte umana dell’indagine, ma è un essere con un’elevata instabilità emotiva, così come un poliziotto razionale e logico perde la capacità di gestire la fragilità umana e quando c’è bisogno di infrangere le regole ci si ritrova fossilizzati come nel panico. Tutti i dialoghi che verranno costruiti in base alle abilità predominanti ed alle vostre scelte sono un intricato puzzle che costruisce la vostra maschera verso il mondo. Pirandello ne sarebbe fiero.

Disco Elysium vi porterà a toccare ogni possibile spettro politico moderno, ricostruito ad arte in questo mondo di gioco immaginario, così da permetterci di analizzarlo senza il peso del nostro tempo. Comunismo, Fascismo, Libertarismo e Centrismo. Malgrado il gioco sia stato realizzato da autori Estoni che ringraziarono Marx stesso quando ricevettero il premio per il gioco ai Game Awards, le visioni degli aspetti politici sono molto comprensivi, a 360°. Perché come si inquadra il mondo, non è solo un rapporto 1 a 1. Tra persona a persona. Ma tra individuo e società. Spesso vogliamo lasciare la politica fuori da tanti discorsi, ma la verità è che è sempre lì, pronta, in agguato.

E come ne usciremo fuori da questa avventura? Malinconici. Felici e tristi contemporaneamente. Pensierosi. Perché non abbiamo salvato il mondo. Non lo abbiamo neanche distrutto. Abbiamo solo cercato di sopravvivere. A modo nostro. Quella sensazione per la quale non esiste una parola specifica quando si guarda fuori dalla finestra. Osservando la folla che passa sotto di noi o guardando l’orizzonte. Senza pensare nulla, lasciando che siano i nostri sensi a guidarci. Qualche artista è riuscito a catturarne l’essenza in forma musicale.

Però tutto questo basta a renderlo per pochi? Sembrerebbe un gioco per intellettuali, per snob. No, in realtà non è così. Semplicemente giochi di questo tipo sono storicamente di nicchia, proprio per appeal generale. Ma da noi in Italia, Disco Elysium deve affrontare un’altra grande sfida. Il suo essere un gioco totalmente testuale, anche se aiutato dal doppiaggio, senza una traduzione italiana. Pertanto, la sua bellezza e la capacità di introspezione e coinvolgimento del suo testo, è ancora più limitata di quel che potrebbe essere basandoci sul solo appeal.

Gli sviluppatori chiesero all’internet in quali lingue avrebbero voluto vedere tradotto il gioco. Siamo arrivati abbastanza indietro. Ed avere barriere di ingresso di questo tipo, è sempre un peccato, malgrado possano dare una mano a migliorare noi stessi.

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