Tra mille storie di streghe tra libri, film e serie TV, l’unica che mi abbia davvero stregato è stata una tra le protagoniste femminili più carismatiche e spaccafondelli di sempre proveniente dal mondo videoludico.
Bayonetta è stata per me un vero shock, una serie che mi ha catturato appieno e per la quale non smetterò mai di ringraziare Nintendo per averci creduto fino in fondo, salvandola da una fine triste e miserabile.
Come nasce un’esclusiva
Bayonetta è diventata un’importante IP esclusiva per le console Nintendo Wii U prima e Nintendo Switch adesso, ma come ha fatto a diventare esclusiva Nintendo quando il primo capitolo uscì in origine su Xbox 360?
Ebbene, all’epoca Platinum Games era un piccolo studio e non poteva permettersi enormi produzioni interne, quindi come ogni piccolo studio siglava accordi commerciali con aziende più grandi per ricevere fondi con cui finanziare i giochi da progettare e pubblicare.

Bayonetta, l’originale, ha ricevuto il pieno supporto da parte di SEGA, con tutti i fondi necessari provenienti dalla stessa azienda. Inizialmente il gioco era previsto per Xbox 360, ma poiché SEGA deteneva i diritti del gioco fece creare un porting dedicato anche all’ammiraglia Sony, PlayStation 3.
Il problema nacque successivamente, quando per problemi interni a SEGA non arrivarono ulteriori fondi al neonato progetto Bayonetta 2, che venne messo da parte fino all’arrivo di Nintendo.
Ammantata di una sacra aureola e di un celestiale portafogli, l’azienda giapponese acquisì parte dei diritti di Bayonetta e finanziò in toto lo sviluppo di Bayonetta 2, lanciato in esclusiva per Nintendo Wii U.
E, poiché Nintendo ha deciso di raspare nuovamente il fondo del borsellino, ecco perché Nintendo Switch potrà godere di un terzo (e a quanto pare entusiasmante) capitolo della serie.
Carisma da tutti i fori di proiettile
Sapete qual’è il tratto caratteristico che mi ha fatto perdutamente innamorare di Bayonetta? Voi penserete, probabilmente, all’incredibile combat system targato Platinum Games (che Rodin doni loro successo e un posto d’onore agli Inferi), oppure al suo particolare stile grafico.
D’altronde siamo abituati si a tanti personaggi femminili anche di buon carattere nel mondo videoludico, e Nintendo di certo non ha mai lesinato sul waifu material da dare ai suoi fan.

Ma se la principessa Zelda è dolce e premurosa (di solito), Peach è perennemente in pericolo, Samus Aran è un terminator che uccide molto ma non spiccica una parola nemmeno sotto tortura (anche qui, di solito), Bayonetta è un enorme dito medio a tutti e tutte.
Carisma da vendere, tacco calibro 12, pistole che sparano proiettili rossetto e via a massacrare demoni con un sottofondo (molto poco) velatamente sensuale. F****** il paradiso e f****** anche l’inferno, con un set di armi che farebbero invidia a qualsiasi shooter-arena si esce a massacrare demoni e angeli con un paio di scarpe che non vi immaginereste nemmeno nei vostri sogni più profondi.
Bayonetta è una vera forza della natura, buca lo schermo praticamente già alla prima scena in assoluto in cui compare con uno stile e un’eleganza che difficilmente si può trovare altrove.
Chi urla all’eccessiva sessualizzazione del personaggio probabilmente vive in casa e ha il blocco genitori sul browser e sui social, perché mentre all’esterno Bayonetta può sembrare effettivamente un personaggio eccessivamente sessualizzato, approfondendo la sua conoscenza si scopre che lei è molto, molto di più.
E’ il simbolo della donna forte ed emancipata che se ne frega di tutto e di tutti, che segue la sua strada senza che nessuno/a possa dirgli che cosa fare e quando. Avete capito? Ecco come si fa, si esce con una pistola nella scarpetta e si massacrano Angeli e Demoni.
Bayonetta non si sveste perché deve far piacere agli altri. Lei se ne frega degli altri, lo fa perché le va di farlo, sfrutta il proprio sex appeal a proprio favore e lo fa con grandissimo successo.

Inoltre, questo carisma così straripante costella tutto il mondo di Bayonetta, a partire dalla protagonista fino ai personaggi meno rilevanti una volta scesi in campo. Insomma, volete davvero dirmi che se vi nomino Rodin non vi viene in mente un barista super incazzato che si tuffa all’inferno per recuperare oggetti per Bayonetta, fuoriuscendone un po’ ammaccato?
E Jeanne? Quella strega che ha fatto di tutto per mettere fuori gioco la protagonista (compresa chiuderla in una bara e lanciarla in fondo a un lago) per poi salvarla e diventarle amica?
Insomma, un duetto tra Bayonetta e Dante è probabilmente la cosa che porterebbe il pianeta terra a implodere, unendo finalmente due fandom che passano più tempo a spararsi che a divertirsi giocando.
Volendo tornare seri per un secondo, molto spesso viene criticato l’atto di denudarsi di Bayonetta, divenuto un tratto caratteristico del personaggio. Ebbene, questo “comportamento” si rifà alle origini folkloristiche dei rituali del Sabba, dove le streghe erano solite denudarsi in onore del demonio.
Bayonetta 3, il trailer che volevamo
Dopo 4 anni (Nintendo, davvero, quattro anni sono uno sproposito) l’azienda giapponese ha finalmente deciso di lasciar correre felice Kamiya per la sua strada e ha pubblicato un trailer piuttosto interessante come conclusione perfetta del suo ultimo Direct.
Il filmato ha fatto molto parlare di sé, e ha fatto anche proliferare una quantità di artisti piuttosto elevata grazie al nuovo (e francamente spettacolare) stile di Bayonetta. Ma non solo, perché nel corso del tempo hanno iniziato a circolare alcune voci circa l’ambientazione del gioco.

Anzitutto, alcuni pensavano che Bayonetta 3 potesse essere un prequel della saga. Teoria interessante, anche se su un cartellone in un fondale del trailer si nota una pubblicità dedicata alla connessione 5G. Al prossimo giro Bayonetta sparerà vaccini dalle sue pistole?
E parlando proprio di pistole, il trailer ci ha fornito quello che potrebbe essere il nome definitivo delle pistole della nostra eroina. Se andate al minuto 1:35 del trailer e prestate particolare attenzione alle armi, potrete notare la scritta “Colour my World”, il quale potrebbe essere appunto il nome del set di pistole, proveniente da una vecchia canzone come già accaduto con “Love is Blue” e “Scarborough Fair”.

In questo momento non voglio soffermarmi sulla nuova abilità di Bayonetta di possedere e sfruttare i demoni, ma voglio spostarmi alla fine del trailer e parlare degli ultimi frame visibili, quelli che mostrano un misterioso personaggio in penombra.
Penombra che però ci lascia scorgere un dettaglio molto particolare. Sull’elsa della spada, infatti, è attaccato quella che sembra essere la bambola della piccola Cereza. Che questo fantomatico spadaccino sia strettamente collegato con Bayonetta e (per una volta) non sia li per provare (e fallire) a ucciderla?
E se fosse Luka Redgrave, storico personaggio della serie? Potrebbe essere solo un’esagerazione, un azzardo, o forse no.

Solo una cosa è certa: non vedo l’ora che Bayonetta 3 arrivi sul mercato per lanciare 60€ sullo schermo e per scoprire fino a che punto si spingerà la follia di Platinum Games.