Quake – Recensione tra terremoti di sangue e ruggine

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Genere: Sparatutto in prima persona
Multiplayer: 1-4 giocatori in split-screen, fino a 8 giocatori online
Lingua/e: Tedesco, Inglese, Spagnolo, Francese, Italiano, Russo

Difficile dire qualcosa di nuovo su Quake: arrivato come un fulmine a ciel sereno circa 25 anni fa sull’onda dell’immortale DOOM di iD Software, ha rivoluzionato il genere in un sol colpo grazie al “vero” 3D in tempo reale, inaugurando una nuova era di immersione che ha fatto sentire il suo storico predecessore decisamente vecchia scuola. 

Quake è stato così innovativo che la sua eredità può ancora essere percepita nei moderni sparatutto in prima persona, sia a livello tecnologico che in stilemi che sono poi diventati fondamenti di tutto il genere. Un quarto di secolo dopo però, ha ancora qualcosa da dire? A quanto pare, sì.

Presentata un po’ in sordina all’ultimo QuakeCon, questa versione rimasterizzata evita saggiamente di pasticciare con la formula originale, mantenendo invece estetica e feeling dell’originale intatti e aggiungendo tutta una serie di comodità tipiche di un titolo moderno.

Farsi strada a suon di chiodi e missili risulta incredibilmente divertente anche dopo tutto questo tempo. Il level design di Quake ha decisamente retto la prova del tempo, i livelli vengono attraversati alla velocità della luce tra nemici di ogni tipo, power-up, chiavi da prendere e passaggi segreti da scoprire. Un feeling che negli FPS moderni è un po’ andato a scemare, privilegiando invece sistemi di copertura e ritmi meno serrati.

Come in DOOM, l’esplorazione è ancora al centro dell’esperienza (oltre alla carneficina ovviamente), forte del passaggio ad un 3D che ha permesso molta più verticalità nel design dei livelli. C’è più complessità geometrica, qualcosa di mai visto nel lontano 1996, e con essa l’attraversabilità dei livelli raggiunge nuove vette (soprattutto dopo aver padroneggiato l’antica e nobile arte del rocket jump).

Anche in termini di atmosfera, il mondo da incubo lovecraftiano/gotico di Quake regge ancora molto bene in tutto il suo grottesco splendore. Ha sì l’aspetto e il feeling di un titolo con 25 anni sulle spalle, ma il tutto – gli ambienti da incubo bui e squallidi, le immagini contorte, i nemici terrificanti e il sound design stellare – contribuisce a creare un’atmosfera unica e a suo modo senza tempo.

Ciliegina sulla torta per gli appassionati è poi la reintroduzione della colonna sonora originale, composta da Trent Reznor, leader dei Nine Inch Nails (che il gioco omaggia con una texture nelle casse delle munizioni di tipo “chiodo”), che per alcune magagne tecnico/burocratiche era stata finora assente nelle versioni digitali del gioco.

Naturalmente, tutto ciò è coadiuvato dai miglioramenti grafici di questo remaster, che grazie al motore proprietario di Nightdive Studios (non nuovi ad operazioni del genere) presenta tutta una serie di piccole e grandi modifiche che non stravolgono l’estetica originale ma, invece, la affinano. C’è il texture filtering, Anti Aliasing, Ambient Occlusion, profondità di campo, Motion Blur (vi picchio se lo attivate) ma soprattutto l’illuminazione dinamica, che aggiunge ulteriore spessore all’atmosfera già superba del gioco. Il tutto a 60 fps che più rock solid di così si muore.

Ma non finisce qui: oltre alla fantastica campagna originale da giocare, sono presenti tutti i pacchetti di espansione rilasciati in precedenzaScourge of Armagon, Dissolution of Eternity e Dimension of the Past – così come Dimension of the Machine, una graditissima ed inedita campagna creata per l’occasione da MachineGames che prende a piene mani dall’estetica horror lovecraftiana attraverso i suoi cinque livelli e racchiude una tonnellata di segreti, enigmi, platform complicati e un boss finale veramente infernale. Graditissimo è anche il supporto alle mod, tra cui spicca nientemeno che Quake 64, pronto per essere scaricato dalla schermata dei componenti aggiuntivi, in attesa che arrivino altri contenuti creati dalla community.

Ma Quake è anche multiplayer, caotico e frenetico come sempre, e questa remaster racchiude tutte le modalità che ci si aspetta. Si può giocare l’intera campagna e tutte le sue espansioni in co-op con un massimo di altri quattro giocatori online o in splitscreen locale (ma non entrambe le cose insieme), oppure lanciarsi in deathmatch con otto giocatori online o quattro in splitscreen locale. C’è il supporto per i bot se si preferisce un po’ di allenamento in tranquillità, quello per i server dedicati, il peer-to-peer per le partite personalizzate e, non ultimo, il supporto al cross-play con tutte le altre piattaforme. Certo, scontrarsi con giocatori dotati di mouse e tastiera che volano a 200+ fps non è esattamente ideale, ma in questo senso il giroscopio di Switch può aiutare a mitigare lo svantaggio iniziale, e non di poco.

Il lavoro di Nightdive Studios risulta nel complesso eccellente, e che si sia fan di Quake o meno, non si può non raccomandare questa remaster, che è davvero la versione definitiva di un pezzo di storia del videogioco e un’aggiunta assolutamente essenziale ad ogni libreria Switch che si rispetti.

Pro: Remaster che affina il titolo originale senza tradirne la natura, prestazioni eccellenti, controlli ottimi soprattutto per il supporto al giroscopio, tantissimi livelli compresi alcuni inediti, Quake 64 praticamente regalato
Contro: Prima o poi finisce
9

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