The Legend of Zelda: Ocarina of victory
Le olimpiadi di Tokyo 2020 passeranno alla storia, probabilmente, come le più “nerd” di sempre: le rappresentanze nazionali sono entrate in campo accompagnate da musiche di videogiochi nipponici e svariati atleti hanno mostrato segni di “nerditudine” a vari livelli.
Arriva ora la notizia che Link e la sua ocarina hanno (più o meno) messo lo zampino nella vittoria dell’Oro alle Parallele asimmetriche dell’atleta belga Nina Derwael, grazie a un pupazzetto portafortuna.
Link at the #Olympics
— Nintendeal (@Nintendeal) August 2, 2021
Nina Derwael (Belgium) won gold on the uneven bars, and her coach has had Link as a good luck charm since 2017 pic.twitter.com/rBjkR7DLJz
Il particolare più curioso è che, in realtà, la figure non appartiene alla giovane sportiva ma alla sua allenatrice, Marjorie Heuls, che ha dichiarato:
Questo è un portafortuna che ho ricevuto dai miei figli nel 2017, quando Nina ha vinto il bronzo ai Mondiali di Montreal. Il pupazzetto è Zelda [sic], un personaggio creato da un autore giapponese, con cui mio figlio giocava da piccolo. (…) Per me è simbolico, è come se avessi i miei figli con me, così. Chiaramente, è anche un portafortuna.
Appare evidente che il tutto nasce, in questo caso, dall’attaccamento alla famiglia e al pensiero dei e per i figli, più che dalla passione per la serie Nintendo: Heuls difatti cade nel più classico dei “tranelli”, chiamando Link ‘Zelda‘. Che vogliamo farci, del resto?
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La domanda, più che altro, è: si tratta di un Amiibo brutalizzato e senza base e armi o di un pupazzetto (magari bootleg) che ne sfrutta la stessa posa?