Il ritorno di un classico su Nintendo Switch, la riscoperta di un’avventura forse troppo sottovalutata
The Legend of Zelda è una tra le saghe più importanti della storia moderna non solo per la casamadre Nintendo, foriera di innovazioni nel gameplay cardini nel mondo videoludico, bensì dell’intero medium stesso.
Nintendo Wii fu una console molto particolare per Nintendo. Accolse un enorme pubblico nuovo, “casual” , entrato grazie all’immediatezza e semplicità di Wii Sport, che aveva la necessità di essere educato, per passare da semplici esperienze leggere a giochi più complessi e stratificati.
Nintendo scelse per questa transizione quindi uno dei suoi franchise di punta e costruì il gioco tutto interamente attorno ai controlli motion di secondo livello, quelli possibili grazie al wiimotion plus, che aggiungeva un giroscopio ai tre accelerometri già presenti nel telecomando di Wii. Ed i comandi motion caratterizzarono tutto lo sviluppo e l’esperienza di questa leggenda.
Nel blu, dipinto di blu
The Legend of Zelda: Skyward Sword HD è ambientato nella splendida regione di Oltrenuvola, una serie di isolette fluttuanti situate nei cieli delle terre di Hyrule e protette da una mare di nubi che fungono da principale difesa contro il male e la corruzione che si sono sviluppate sui territori sottostanti.

A Oltrenuvola vive il popolo degli Hylia, orgogliosi delle loro abilità nel solcare i cieli e dotati di una vitalità fuori dal comune. Skyward Sword rappresentò una svolta fornemente narrativa per la serie. Scene d’intermezzo complesse e di maggior durata, una narrazione più coinvolgente, più dialoghi. Il tutto concentrandosi sulla genesi stessa della saga.
Proprio in questo titolo avremo modo di scoprire, infatti, le origini della leggenda della Dea Hylia, della formazione di Oltrenuvola e della creazione della Spada Suprema, nonché della genesi del primo Link e della prima Zelda, la voce della Dea.
Vedi anche:
– The Legend of Zelda: Skyward Sword – La nascita di una leggenda senza pari
Ogni abitante di Oltrenuvola possiede una creatura alata chiamata Solcanubi, un grosso pennuto con il quale è possibile volare lungo tutta la regione celeste e raggiungere le altre isole che compongono l’arcipelago fluttuante. E nessuno, tra gli abitanti dell’arcipelago, è interessato a scendere al di sotto del mare di nubi.
Nessuno, fino a quando un enorme tifone trascina la dolce Zelda al di sotto del mare di nubi stesso, durante le celebrazioni per la vittoria di Link per essere uscito vittorioso dall’esame di volo.
Ed è proprio da qui che inizia l’avventura, non solo di Link ma bensì anche della stessa Zelda. I due eroi vivranno un’avventura quasi parallela, dove Link cercherà in tutti i modi di riportare a casa l’amica d’infanzia e Zelda, invece, cercherà di scoprire tutto il possibile sul suo compito, sul motivo stesso della sua esistenza.

La Zelda di Skyward Sword è l’unica, tra le tante, a non essere una vera Principessa. È una ragazza normale, amica di Link sin dall’infanzia ed estremamente affezionata a lui. Ed è pure quella con il rapporto più stretto e sincero con l’eroe, con la caratterizzazione tra le migliori mai scritte per la Voce della Dea.
Il rapporto tra i due è il vero perno fondamentale attorno al quale roteano tutte le vicende di Skyward Sword. Quello che ritroviamo tra questo Link e questa Zelda è, in effetti, un rapporto in costante equilibrio tra amore e amicizia.
Game design e difficoltà
In passato siamo stati abituati a scene importanti, momenti veramente intensi in cui Link compie il primo passo nel tipico overworld che da sempre ha contraddistinto la serie. Ricordiamo la prima volta che Link cavalca sui verdi prati delle terre di Hyrule in Ocarina of Time, oppure quando salpa dall’isola Primula a bordo del suo vascello per esplorare gli sconfinati e cristallini mari di The Wind Waker. E perché non citare il primo respiro, tirato non appena messo piede sulla roccia che ci avrebbe offerto una vista semplicemente mozzafiato sulle enormi terre desolate di Breath of The Wild.

In Skyward Sword non c’è nulla di tutto ciò. Il mare di nuvole non è poi così grande ed è anche abbastanza scarno di contenuto. È circumnavigabile in pochi minuti a cavallo del proprio fidato Solcanubi ed anche se un’esplorazione certosina vi ruberà più tempo, non è costruito per saziare appetiti da open world.
Le tre aree sottostanti Oltrenuvola, tra l’altro, non sono nemmeno interconnesse. Per raggiungerle è infatti obbligatorio tornare in cielo tramite uno dei totem disseminati lungo tutta la mappa di gioco.
Malgrado tutto, questo dettaglio non è propriamente considerabile come un difetto. Alla fin fine, benché il mondo di gioco non sia poi così grande, la densità di attività da portare a termine non ci lascia l’amaro in bocca e anzi, per certi versi qualcuno potrebbe anche preferire una soluzione del genere.
Ciò che però balza subito all’occhio, anche del meno esperto della saga, è il fatto che difficilmente ci troveremo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Perdersi è quasi impossibile, sia per via di diversi aiuti che ci vengono forniti durante tutta l’avventura sia per la sopracitata ampiezza del mondo di gioco.
Quella che di solito è una caratteristica tipica dei Metroidvania, ovvero il backtracking, non è sufficientemente caratterizzata in Skyward Sword HD. È vero che, man mano che proseguiremo e sbloccheremo nuovi potenziamenti, avremo modo di tornare sui nostri passi per raggiungere posti prima inaccessibili, ma è anche vero che non c’è quasi mai la sensazione di essersi persi per ritrovarsi in luoghi che forse avremmo dovuto evitare ancora per un po’.
Potremmo citare anche la linearità dell’esperienza, tendenzialmente poco dispersiva e quasi sempre diretta verso il punto di nostro interesse.

Ciò che però ricopre un valore assoluto e inestimabile in Skyward Sword è il level design. Ogni mappa, ogni livello, ogni singolo puzzle sono stati costruiti con una maestria che ancora oggi ha da insegnare a centinaia di aziende a milioni di videogiocatori in tutto il mondo.
La precisione maniacale della costruzione dei livelli è il fiore all’occhiello del prodotto di Eiji Aonuma, una capacità praticamente unica e maestosa di costruire della aree che portano il giocatore ad attivare il cervello e a usare gli occhi il più possibile onde evitare di perdere troppo tempo nella risoluzione degli enigmi.
E come se non bastasse, Skyward Sword ha gettato le basi per quello che sarebbe stato il futuro Breath of the Wild. L’inserimento della barra del vigore, la corsa, il mantello utile ad atterrare dalle alture, i materiali da raccogliere, la possibilità di migliorare il proprio equipaggiamenti dal fabbro.
Tutti dettagli sapientemente plasmati da Hidemaro Fujibayashi e poi traslati e migliorati in Breath of the Wild con una precisione e una passione fuori dal comune.
Vedi anche:
– The Legend of Zelda: Spirito libero, puzzle mentale
In un mondo di gioco piccolo ma estremamente denso ed intricato, con puzzle da risolvere in ogni dove, Nintendo ha saputo inserire una dose d’azione perfettamente bilanciata tra numero di scontri e fasi d’esplorazione/risoluzione dei puzzle.
Puzzle e dungeon a fil di spada
The Legend of Zelda Skyward Sword HD è, a conti fatti, un enorme dungeon. E non parliamo solo dei classici dungeon, ben visibili e addirittura enfatizzati da una cinematica dedicata, ma proprio dell’intero gioco.
Lo stacco tra il mondo esterno e l’interno dei dungeon avviene mediante una concezione che vede l’intero gioco come se fosse un unico, enorme, dungeon da scoprire e risolvere passo dopo passo.
Se in altri titoli raggiungere suddette zone significava attraversare un percorso più o meno lineare, in Skyward Sword ciò significa risolvere prima diversi puzzle ambientali in modo più o meno intelligente in base a dove ci troveremo in quel momento a livello di storia.

D’altronde, i nemici stessi sono dei piccoli puzzle da studiare e risolvere a fil di spada. Differentemente da altri titoli della serie, in questo capitolo i nemici possiedono dei moveset che permettono loro di parare i nostri colpi e contrattaccare se non poniamo la dovuta attenzione.
Difficilmente un nemico riuscirà ad uccidervi, poiché la difficoltà nei combattimenti non è di certo un problema in Skyward Sword HD. Più facilmente potreste impiegare un po’ di tempo per capire come combatterli, dovendo studiare certi movimenti e i conseguenti attacchi da impiegare al meglio. E questo vale sia fuori che all’interno dei Dungeon.
Mettiamola così: se il mondo esteriore rappresenta la capacità costruttiva di Nintendo nella creazione di un game design d’eccellenza, i Dungeon sono la sublimazione dello stesso, il punto d’incontro della maestria del team diretto da Eiji Aonuma.
Rimasterizzazione o perfezionamento?
Il punto cruciale attorno a cui verte l’opera in questione, ovvero la rimasterizzazione in HD del titolo, è il seguente: c’era davvero bisogno di una versione HD di Skyward Sword? E, soprattutto, vale davvero la pena di acquistare un gioco del genere oggigiorno, dopo aver messo le mani su Breath of the Wild?
Prima di passare a parlarvi del combat system, è importante soffermarci un momento sulle novità introdotte in questa versione rimasterizzata, perché troppo spesso si tende a pensare che il vero valore aggiunto di un’edizione remastered di un gioco debba necessariamente aggiungere contenuto extra rispetto all’opera originale, senza considerare quanto piccoli miglioramenti possano inficiare effettivamente sulla capacità di apprezzarne la stessa.

Anzitutto, il framerate del gioco è stato migliorato arrivando ora a toccare quota 60. Un framerate inchiodato anche nelle situazioni più concitate e negli scenari più complessi, perfetto per godere al meglio dell’avventura sia in modalità docked che portatile.
Inoltre, i movimenti di spada e in generale di tutti gli oggetti a nostra disposizione sono ora affidati ai Joycon e ai loro sensori di movimento. Sensori sicuramente più affidabili rispetto ai Wii Motion, dove una volta era facile perdere la posizione iniziale del nostro equipaggiamento.
Ora, mediante la semplice pressione del tasto Y, è possibile riportare al centro dello schermo il nostro sensore, rendendo ben più veloce il riposizionamento della spada durante i combattimenti e del Solcanubi durante le nostre gite aeree.
Ma dal momento che non esiste solo Nintendo Switch, bensì esiste anche la suddetta versione Lite, Nintendo ha dovuto trovare un escamotage per permettere anche ai possessori di questa console di poter giocare al meglio al titolo. In assenza di sensori di movimento tutte le azioni relative alla spada e agli oggetti sono state spostate sulla levetta di destra, soluzione che addirittura qualcuno trova più comoda rispetto ai classici sensori.
E, finalmente, è anche possibile ruotare liberamente la camera di gioco. Scelta che potrebbe sembrare di poco conto, ma che permette di godere di una maggiore libertà durante l’avventura. Peccato che, in modalità portatile e con i Joycon attaccati alla console, il movimento libero della camera sia obbligato dalla pressione del tasto L + levetta di destra, scelta un po’ scomoda e che ci porterà spesso ad estrarre la spada prima ancora di ricordarci di premere il tasto apposito.

A queste novità principali se ne aggiungono tante altre, legate più a delle Quality of Life. Per esempio, ora Link non esulterà più per ogni singolo oggetto trovato, ma solo la prima volta che ne troverà uno nuovo. Anche i pedanti consigli di Faih, l’assistente che risiede nella Master Sword, sono stati ben limitati rispetto all’originale (sebbene non eliminati del tutto).
Potrete anche accelerare i dialoghi, scelta non di poco conto considerando quanti ne dovremo affrontare prima di raggiungere la fine dell’avventura. Anche le scene animate ora non rappresentano più un ostacolo insormontabile, ma potranno essere saltate nel caso in cui le conosceste già a memoria.
Tante piccole novità, che tendono più a rifinire un’esperienza a volte lacunosa e costretta sul vecchio hardware, ma che rendono Skyward Sword HD la versione definitiva e migliore possibile per questo titolo.
Insomma, anziché limitarsi a riportare il gioco 1:1 rispetto all’originale, inserendo contenuti che potevano rovinare il gioco anziché espanderlo, Nintendo ha preferito far tesoro dell’esperienza passata al fine di migliorare un titolo che può ancora insegnare a molti che cos’è un autentico The Legend of Zelda.

Scelta giusta? Scelta sbagliata? Ovviamente ognuno può vedere quest’operazione sotto una luce differente, ma la verità è che The Legend of Zelda Skyward Sword HD aveva bisogno più di molti altri titoli 3D della saga di venir riscoperto, e per farlo era necessario affinare alcune delle sue meccaniche che nell’iterazione originale non funzionavano a dovere.
Probabilmente il prezzo pari a 60€ non aiuta e una decina di euro in meno sul costo finale avrebbero creato molti meno malcontenti, ma è innegabile che il titolo arrivi su Nintendo Switch con una qualità assai rara per tantissimi altri giochi.
Combat system in movimento
Data la dovuta premessa sulle novità di questa versione HD, è bene concludere questa lunga recensione parlando del combat system, qui affidato ai piccoli Joycon di cui Nintendo Switch è dotata.
Mentre su Wii era obbligatorio ricorrere alla coppia Nunchuck + Wii Motion per poter giocare, sulla console ibrida di Nintendo è possibile scegliere liberamente se giocare in modalità portatile tramite l’ausilio dell’analogico di destra per gli attacchi e del tasto L + analogico di destra per la visuale, oppure di usare i sensori di movimento per muovere spada e oggetti come pensato originariamente dal team di sviluppo.

Come già detto sopra, fortunatamente è ora possibile resettare la visuale mediante il pulsante Y, cosa che rende ben più comode le fasi di gameplay e permette di recuperare velocemente la posizione nel caso in cui il sensore tendesse a spararci in cielo o sottoterra.
Mentre negli altri The Legend of Zelda era importantissimo imparare i tempi di risposta dei nemici, in questo particolare capitolo sarà ancora più imparare a capire come colpirli. Ogni nemico rappresenta praticamente un piccolo puzzle da risolvere, e sarà compito nostro imparare a gestirlo al meglio evitandone gli attacchi e colpendolo nel punto giusto lasciato scoperto dalla loro guardia.
Nemici particolari come i boss, poi, hanno meccaniche totalmente uniche che dovremo imparare in fretta, pena la sconfitta o la perdita eccessiva di tempo durante i combattimenti.

È molto interessante, inoltre, la possibilità di migliorare il nostro equipaggiamento. Per fare un esempio, è facile distruggere lo scudo di legno che prenderemo a inizio gioco, ma avremo modo di potenziarlo per arrivare a garantirne una resistenza maggiore raccogliendo i giusti materiali e recandoci dal fabbro di turno.
In conclusione
The Legend of Zelda Skyward Sword HD è un’opera splendida ancora oggi come lo era allora, ma migliorata rispetto al titolo originale grazie ad alcune modifiche che hanno contribuito a perfezionare un’esperienza che all’epoca del lancio su Wii era ottima ma non perfetta come avrebbe dovuto puntare ad essere.
Questa versione rimasterizzata arriva su Nintendo Switch tra le parentesi di Breath of the Wild e il suo futuro successore, cristallizzato in un’esperienza al contempo classica ma con uno sguardo rivolto al futuro. Peccato per il prezzo, perché anche solo 10€ in meno avrebbero aiutato a percepire diversamente un lavoro altrimenti certosino.

Malgrado tutto ciò rimane una perla da riscoprire, un titolo che vale la pena di essere rivalutato e che potrebbe fornirvi ancora oggi un valido motivo per avere un Nintendo Switch e appassionarvi alla saga di The Legend of Zelda.