The Legend of Zelda; spirito libero, puzzle mentale

The Legend of Zelda è una saga che guarda al passato dal presente, ma con uno sguardo costante al futuro della serie.

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Da Breath of the Wild a Skyward Sword HD

C’è una gioia nei boschi inesplorati, c’è un’estasi sulla spiaggia solitaria, c’è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, e c’è musica nel suo boato. Io non amo l’uomo di meno, ma la Natura di più.

– Into the Wild

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stato come una boccata d’aria dopo una lunga e dolorosa apnea. Un nuovo slancio, il primo vagito di un genere che pareva essersi arenato in una ripetitività di fondo ormai impossibile da scrostare via.

Libertà estrema”, così potremmo definire l’esperienza ludica di Breath of the Wild. La possibilità di fare praticamente ciò che vogliamo, che sia manipolare gli oggetti attorno a noi al fine di raggiungere il nostro scopo oppure ignorare totalmente la storia principale per dedicarci al meglio a qualsiasi altro tipo di attività.

Libertà estrema. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui casa è la strada. 

– Into the Wild

Questa libertà estrema permea ogni cosa. A partire dai dungeon, più piccoli e meno impegnativi rispetto al passato, i quali si trasformano più che altro in un espediente per spingenti ed esplorare la gigantesca mappa di Hyrule. La stessa cosa accade anche con tantissimi altri elementi di gioco, come ad esempio la ricerca costante di semi Korogu o la continua rottura delle armi.

Dove andare è una decisione tutta tua

Eppure, in passato la saga di The Legend of Zelda è stata anche molto altro. Non solo libertà, ma anche estrema chiusura. E questo è il modo migliore di descrivere Skyward Sword, sotto certi aspetti l’antitesi perfetta in quanto a esperienza di gioco rispetto a quanto descritto fino ad ora.

Esperienza più classica

Ciò che Skyward Sword riporta in auge è forse uno dei fondamenti della serie di The Legend of Zelda, ovvero la sua componente più puramente legata alla risoluzione di dungeon e puzzle. Dove sull’ultimo capitolo della saga questi erano più “accessori”, nella nuova iterazione di questo classico essi sono il perno fondamentale attorno a cui roteano le 30 ore di avventura che dovremo affrontare nei panni di Link.

Ed è qui quindi che torna il rampino, equipaggiamento storico di Link, tornano i puzzle da risolvere e addirittura i nemici stessi si tramutano in piccoli puzzle da risolvere e combattere. E mentre in Breath of the Wild la fantasia vince su tutto, in Skyward Sword il ragionamento ci porterà al tesoro agognato.

Vi mancavano i classici Dungeon alla Zelda?

Due poli quindi che paiono opposti praticamente su tutto, anche se in realtà il classico titolo per Wii ha posto le fondamenta per l’esperienza ludica che si tramuterà successivamente in Breath of the Wild.

Per esempio possiamo citare l’introduzione della barra della Stamina, elemento divenuto fondamentale nell’ultimo capitolo. L’intenzione iniziale in effetti era proprio di anticipare i tempi e creare l’esperienza videoludica definitiva.

Purtroppo una dose insufficiente di coraggio e di ambizione portarono il team di sviluppo verso una visione più classica e conservativa. Malgrado ciò, il crafting divenne un elemento importantissimo non solo per il titolo, ma anche per il futuro della saga.

Giorni di un futuro passato

Come abbiamo visto, Skyward Sword e Breath of the Wild sono due titoli agli antipodi, ma accomunati da alcuni dettagli relativi alla componente di gameplay che li rendono più vicini di quanto non avremmo mai potuto pensare.

A tutto ciò bisogna aggiungere anche un dettaglio non trascurabile. Skyward Sword è, a tutti gli effetti, il primo titolo a livello di storia dell’intera saga di The Legend of Zelda.

Che siano davvero lo stesso posto?

La stessa creazione di Oltrenuvola, l’arcipelago aleggiante tra le candide nubi del cielo terrestre, è riscontrabile nella leggenda intravista in altri titoli della saga. Si narra, infatti, che all’epoca in cui le tre creatrici Din, Nayru e Farore crearono la Triforza non ci fosse altro se non la terra, protetta dalla Triforza stessa e dalla Dea Hylia, assieme al suo popolo.

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E fù a causa di Mortipher, mortale nemico della razza Hylia, che la Dea dovette creare Oltrenuvola per proteggere il proprio popolo, nonché donare loro i Solcanubi per poter superare agilmente tutti i problemi legati ai venti e ai limiti di spazio dovuti all’elevatissima altitudine.

Durante il corso dell’avventura di Skyward Sword riusciremo a scoprire tantissimi dettagli estremamente importanti per la saga di The Legend of Zelda, dettagli fondamentali anche per comprendere al meglio la rilevanza di determinati oggetti e personaggi.

Ma se Skyward Sword è a tutti gli effetti l’inizio di tutto, Breath of the Wild è il suo diretto contrapposto, la fine di tutto, il termine ultimo di una leggenda sopravvissuta per millenni.

Più di 10.000 anni nel futuro, Hyrule è una terra devastata dalla calamità Ganon, possente creatura demoniaca che ha soggiogato l’intero mondo e ha seminato morte e distruzione in ogni dove. Lo stesso Link è stato vittima dei suoi attacchi, salvo per miracolo grazie alla Principessa Zelda e alla sua prontezza nel trasportarlo al sicuro nel Sacrario del Risveglio.

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Breath of the Wild non è un gioco come gli altri, e si pone al termine diretto della timeline della saga. Quella timeline che la stessa Nintendo ha tentato di costruire molti anni dopo lo sviluppo della saga per cercare di inquadrare un po’ le varie storie e il susseguirsi degli eventi.

La timeline ufficiale della saga

Nell’ultimo (per ora) capitolo della saga tutto è già successo, tutto è già stato scritto. La caduta dell’eroe, la sconfitta del popolo Hylia, la devastazione delle verdi terre di Hyrule. Tutto è stato scritto, ma molto è ancora in divenire.

Ma perché Breath of the Wild è al fondo di tutto? Perché non è collegato a nessuna delle tre differenti ramificazioni della timeline che si sono create dopo gli eventi di Ocarina of Time?

La risposta ci viene fornita, più o meno, attraverso il libro “Creating a Champion”, rilasciato in occasione del lancio dell’ultimo DLC di Breath of the Wild.

“Il regno di Hyrule ha una storia molto, molto lunga. Così lunga, infatti, che gli eventi che si sono verificati prima della sua fondazione e nei suoi primi anni sono svaniti nel mito. I ricorrenti periodi di prosperità e declino di Hyrule hanno reso impossibile dire quali leggende siano fatti storici e quali siano semplici favole.”

Miti, leggende, grandi gesta del passato, finzione o realtà. Questo è il passato della Hyrule di Breath of the Wild, un passato effimero costantemente posto sul confine tra realtà e fantasia.

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