Ninja Gaiden: Master Collection – Recensione maledetta

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Genere: Avventura, Azione
Multiplayer: No
Lingua/e: Doppiaggio in inglese e giapponese, testi a schermo in italiano

Il ninja avanza con gli anni ma resta sempre in forma

Quel che spesso si sente rimproverare alla softeca delle console Nintendo è la mancanza di giochi “adulti”, se mai sangue, squarciamenti e mostri bollino un titolo come per videogiocatori avanti con l’età. È per questo che un gioco come Ninja Gaiden: Master Collection (che contiene Ninja Gaiden Sigma, Ninja Gaiden Sigma 2 e Ninja Gaiden 3: Razor’s Edge) non può che far piacere, anche e soprattutto vista l’elevata qualità di questi tre prodotti, con alti e bassi.

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Esagerato.

Inutile perdersi in tante chiacchiere sulla storia che ha portato alla creazione di questi tre giochi da parte di Koei Tecmo e il geniale Tomonobu Itagaki, la cui mano si è persa nel terzo capitolo con evidenti risultati negativi.

Quel che però voglio valutare sono i giochi, così come sono stati rimasterizzati, per un videogiocatore che li gioca oggi per la prima volta in vita sua. D’altronde è proprio la mia esperienza. Nessun ricordo sfuocato dall’infanzia, nessuna valutazione distorta dai sentimenti, solo ciò che un videogiocatore ha provato uccidendo centinaia di nemici a colpi di katana e non solo.

La nascita di una leggenda

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Gli albori di una carriera da macellaio.

Come ovvio che sia, ho iniziato con il primo Ninja Gaiden nella sua versione Sigma: tutti e tre i giochi infatti sono stati proposti nella loro versione migliore, quella riveduta e corretta e contenente tutti i DLC usciti successivamente. L’impatto, devo dire la verità, è stato abbastanza traumatico, soprattutto perché abituato ai titoli odierni. Il gioco artisticamente dice ancora la sua e anche il colpo d’occhio, per quanto ovviamente si percepisce l’essere del 2004, delizia il giusto.

È nei momenti dei combattimenti, quando l’azione la fa da padrona, che i problemi salgono a galla: per quanto il protagonista Ryu sia molto agile e il sistema di combattimento sia apprezzabile, si sente quella legnosità tipica di un gioco di 17 anni fa. A tutto ciò si unisce una telecamera che troppo spesso va un po’ dove le pare, lasciandoci preda di morti non volute, oltre alle miriadi dovute ad una difficoltà non proibitiva ma sicuramente tendente all’alto.

Nonostante ciò, capisco già da questo primo capitolo il perché del meritato successo di questa saga: tolta la trama che naviga tra il no sense e il trash, alle inquadrature tipiche da anni ’90 e 2000, alle forme femminili che hanno una fisica studiata ad hoc e alcuni filmati in cui è letteralmente possibile contare i pixel, ancora oggi Ninja Gaiden Sigma è un action game che sa fare scuola.

Vecchio, e si vede, ma un ottimo inizio per una saga leggendaria, ancora oggi.

Il ninja che diventa Maestro

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Belle le nuvolette fluorescenti, ma per fortuna c’è il sangue a terra e sulla spada.

Terminato il primo capitolo, ne voglio subito di più e avvio Ninja Gaiden Sigma 2. Se per il prequel il primo impatto era stato “traumatizzante”, qui non posso che affermare il contrario: una rivoluzione. Davvero, sembra quasi di giocare un gioco del tutto diverso, a partire dall’impatto grafico. Insomma, è pur vero che tra i due capitoli passano circa cinque anni, ma mi è sembrato quasi come passare da Super Mario 64 a Super Mario Galaxy, e non sto scherzando.

Tutto è più definito, effetti di luce, modelli poligonali, ambientazioni più curate e un protagonista che mette in mostra tutti i suoi muscoli alla velocità della luce. La trama torna ad essere senza senso o quasi, ma non è di certo questo che si cerca in Ninja Gaiden: tonnellate di nemici smembrati, sangue a volontà (grazie alla patch day-one) e mosse finali con inquadrature che mettono ben in risalto la spettacolarità di una decapitazione.

Tornano i Ninpo (attacchi magici) che beneficiano di molto la maggior cura grafica e centinaia di attacchi, tanto da avere un vero e proprio elenco di mosse disponibili, nemmeno fosse un picchiaduro.

Ninja Gaiden 2 Sigma è l’apoteosi della serie, per quanto anch’esso non sia privo di difetti: la difficoltà è leggermente più bassa e i checkpoint, oltre a curare, sono molto più numerosi. Inoltre gli sviluppatori sembrano aver mischiato ancora di più le idee concedendosi molte libertà creative che cozzano un po’ con lo “stile” di gioco.

Nonostante ciò, Ninja Gaiden Sigma 2 è sicuramente un gioco attualissimo che può vedersela con i migliori action odierni senza sfigurare o, comunque, senza risultare pesantemente sconfitto.

Anche i Maestri sbagliano qualcosa

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Esagerato, ma troppo.

Dopo questa scalata di qualità, potevo aspettarmi che il terzo capitolo mi portasse nell’Olimpo degli action, ma così non è stato. In realtà ero pronto a questo, visto che seppur non avessi mai giocato alla serie, ero ben informato dei problemi con Itagashi e di come Koei Tecmo avesse in tutti i modi cercato di mettere una pezza al mezzo disastro fatto con Ninja Gaiden 3.

Anche questa volta ci troviamo di fronte alla versione “Sigma” del gioco chiamata “Razor’s Edge”, riveduta e corretta il più possibile dal team di sviluppo. Ed effettivamente, devo ammetterlo, non ho trovato per nulla insufficiente questo gioco e, anzi, mi ha divertito molto.

Certo, sarà perché anche Ryu invecchia, ma i movimenti stessi del protagonista così come la risposta ai comandi sembrano aver fatto un passo indietro, volendo quasi scimmiottare il primo capitolo, con inoltre alcune sequenze di combattimento che sembrano risolversi totalmente a caso, con attacchi devastanti che riescono senza sapere il perché.

Tolto ciò e una trama che raggiunge livelli di trash elevatissimi (non cercate di trovare un senso alla storia, ne va della vostra salute mentale), nonostante Ninja Gaiden Sigma 3 sia probabilmente il meno riuscito della trilogia, in una classifica generale lo metterei comunque al secondo posto, dopo l’ottimo secondo capitolo e prima del capostipite, eccezionale per l’epoca ma che sente il peso degli anni.

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Bonus per voi ❤️

In generale, dunque, questa Ninja Gaiden Master Collection è indicata per tutti coloro che non hanno mai giocato questi titoli e non vogliono perdersi due pezzi grossi della storia degli action, con un terzo capitolo che, alla fin fine, diverte quanto basta per essere portato a termine.

Il lavoro di rimasterizzazione su Nintendo Switch è apprezzabile: tutti e tre i giochi girano a 30fps più o meno stabili e le texture sono di buona qualità. In alcune situazioni Sigma 2 e Razor’s Edge in portatile abbassano abbastanza la risoluzione, tanto da dare fastidio agli occhi, ma personalmente titoli spettacolari come questi consiglio sempre di giocarli su TV, anche perché il Pro Controller è d’obbligo.

Ryu Hayabusa, con questa Collection, fa capire che insieme a Dante e Bayonetta c’è anche un certo ninja che per troppi anni è rimasto relegato in un angolo dei giochi action: speriamo che un eventuale Ninja Gaiden 4 possa portare di nuovo il protagonista della serie al top.

Nel frattempo, la saga ha appena conquistato un fan, con tanti anni di colpevole ritardo.

Ho portato a termine tutti e tre i giochi uccidendo centinaia di nemici e morendo altrettante volte, grazie ad un codice offerto dagli sviluppatori.
Pro: Due grandi giochi che ancora oggi fanno scuola. Lavori di rimasterizzazione più che buono.
Contro: Razor’s Edge resta debole, ma è comunque divertente. In portatile la risoluzione raggiunge livelli esageratamente bassi.
7.5

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