Zelda: Breath of the Wild 2 — Analisi del trailer e aspettative

Zelda BOTW 2

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Articolo scritto in collaborazione con il buon Emil Petrov

Spulciamo il trailer dell’E3!

Era il trailer più atteso, probabilmente dal suo annuncio, e alla fine il buon Aonuma l’ha dato in pasto ai fan, non senza far temere il peggio, per l’ennesima volta. Il seguito del capolavoro uscito quattro anni fa su Nintendo Switch ha adesso una forma, non troppo distinta, ma ce l’ha. Ed ha anche una data, un 2022 che sembra lontanissimo, ma che siamo sicuri sarà al contempo dolcissimo per i possessori della piccola ibrida — e magari di una sua revisione.

Abbiamo tra le mani stralci di gameplay, dai quali è comunque possibile farsi un’idea del progetto di Aonuma e soci. Progetto che parte già da una base avanzata ma che proprio per questo motivo mira a superare degli standard già molto elevati. Insomma, una roba super ambiziosa che a gioco sugli scaffali avrà richiesto probabilmente più di cinque anni di lavoro.

Il video parte con i toni dark già percepiti nel trailer d’annuncio: le tenebre la fanno da padrone, Link e Zelda vengono presumibilmente separati da un male ancor più infestante e pericoloso del precedente. Si passa poi alla luce, o meglio, ad una discesa in picchiata tra le nuvole. La verticalità del primo BOTW era prorompente, ma il suo seguito sembra puntare tutto (o quasi) su di essa per innalzare la componente esplorativa. La Hyrule che conoscevamo sarà sconvolta da un potere inarrestabile e si frammenterà al punto da far nascere arcipelaghi fluttuanti. L’idea di vivere un’avventura tra cielo e terra è delle più stuzzicanti, soprattutto pensando ad un certo predecessore che non ce l’ha fatta benissimo in tal senso e che in parte sarà stato preso come fonte d’ispirazione.

Certo non soffre di vertigini.

Dopo i voli e le camminate si passa all’armamentario. Pare che il nostro eroe potrà contare su di un aggeggio sputafuoco agganciato al braccio sinistro, come si evince in un frangente, ma immaginiamo che Nintendo abbia in serbo tante altre “estensioni” di Link. E a proposito di estensioni… quel braccio destro avvolte dalle tenebre in apertura, con tanto di extension alle unghie? Viene ripescato nuovamente intorno ai 40 secondi, avvolto da un fascio di energia (o quel che è) e successivamente Link lo punta contro i suoi nemici per giocare con la fisica, ancora una volta, con la differenza che stavolta il tempo sarà probabilmente uno strumento ancora più malleabile ed utile in battaglia. Chiedere ai bokoblin spazzati via senza pietà per ulteriori informazioni.

Notevole, non c’è che dire.

È tuttavia l’ultima parte del trailer a rivelare quella che sarà una delle meccaniche più interessanti dell’avventura. Link permea un’altura rocciosa con la stessa facilità con la quale Nintendo trafora i nostri portafogli. Pare essere in grado di assumere la consistenza dell’acqua, o di qualche elemento chimico simile. Difficile dire se sarà un’abilità utilizzabile a piacimento. È presumibile che ci siano degli spot dedicati che Link potrà sfruttare per raggiungere luoghi impenetrabili. Al contrario, se si trattasse di un’abilità “spammabile” a piacimento, le sue potenzialità sarebbero pressoché infinite, sia durante le fasi esplorative e sia in combattimento.

Proseguiamo con qualche confronto e speculazione. L’essenziale è invisibile agli occhi, scriveva una volta un celebre letterato. Ma di dettagli apparentemente invisibili, il nuovo trailer è letteralmente pieno. Guardando in sequenza il trailer dell’annuncio e il nuovo, si nota subito che non vi sono frame né scene che si ripetono. Il trailer dell’E3 è letteralmente il seguito del primo e mostra le conseguenze delle scene che abbiamo visto e rivisto: due anni fa Ganondorf apriva gli occhi e si svegliava, oggi spalanca le braccia, presumibilmente risvegliando i suoi poteri.

Anche la scena in cui Zelda precipita dà seguito al fugace momento del primo trailer in cui si vede la mano di Link afferrarla, nel tentativo di salvarla dal baratro. E ovviamente, il sigillo che nel 2017 abbiamo visto legarsi definitivamente al braccio destro di Link, qua appare per la prima volta in azione, con sfoggio di una parte dei numerosi poteri che ci consentirà di utilizzare, al posto della tavoletta Sheikah e in modo più immediato.

Link e le sue inutili mani sudate.

Durante quasi tutto il trailer, tranne per pochi istanti all’inizio, Link non ha la Spada Suprema sulla schiena: la sacra arma potrebbe essere andata distrutta o pesantemente danneggiata dal potere di Ganondorf. Netta la distinzione tra il mondo del cielo e Hyrule. Link appare diverso nelle scene ambientate nel cielo, indossa una tunica differente, ha i capelli lunghi e arruffati, appare in una versione decisamente più primitiva. Non possiamo sapere se si tratti di un’altra dimensione spaziale o temporale o se nel cielo utilizzeremo una “versione alternativa” di Link, ma la distinzione è nettissima.

Appare inoltre chiaro dal trailer che da Hyrule le isole situate nel cielo non sono visibili nemmeno con il cielo sereno, mentre la sacra terra delle Dee è chiaramente visibile dal mondo oltre le nuvole, guardando verso il basso. Una possibilità è che le isole nel cielo siano protette dalla stessa barriera di nuvole presente in Skyward Sword, invisibile da terra se non in circostanze particolari. In fondo, non bisogna dimenticare che in Breath of the Wild, i tre sacri draghi fendono le nuvole per teletrasportarsi, entrando all’interno di un portale per raggiungere un altro luogo. O ancora, potrebbe trattarsi di un ulteriore indizio riguardo una differente dislocazione temporale o spaziale.

Un Link di un altro mondo? Chissà.

Da escludere, al momento, che la versione “aerea” di Link possa identificarsi con la principessa Zelda. La figura che vediamo ha una muscolatura massiccia, ben diversa da quella della principessa, e la tunica che indossa sembra lasciare scoperta una parte del pettorale destro; conoscendo la storia della saga e la sua nota eleganza, è difficile immaginarla con un abbigliamento rurale o comunque sensuale.

Riprendendo l’ambientazione nel cielo, il sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild potrebbe rappresentare una sorta di “chiusura” della timeline, tornando nei luoghi dove tutto ebbe inizio (Skyward Sword) e forse, per debellare il male una volta per tutte e sconfiggere Ganondorf sarà proprio necessario tornare alle origini temporali della saga, una Leggenda iniziata nella terra delle Dee che si conclude nello stesso posto, dopo un infinito ciclo di reincarnazioni e battaglie epiche che ci appassionano da oltre 35 anni.

Un potere in grado di sollevare il mondo…

Convince e incanta, come nel predecessore, il comparto tecnico-artistico. Quello del filone “breath” è senza dubbio uno degli stili artistici più azzeccati dell’intera saga e speriamo vivamente che possa dare il meglio di sé in questo capitolo, pensato solo ed unicamente per la console ibrida. Non vediamo l’ora di imbatterci in un tramonto mozzafiato, o in una vista da sogno tra un volo in una nuvola e quella successiva. C’è tutto, ma proprio tutto, per rendere quest’avventura magica anche per gli occhi. E proprio le nostre pupille vorrebbero vedere di più, per fantasticare in modi forse più concreti, ma per un altro stralcio di tanta bellezza ci toccherà attendere ancora.

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