Come la popolare saga Nintendo ha impattato la carriera di molti sviluppatori
The Legend of Zelda è una delle serie più longeve ed acclamate nella storia dei videogiochi, e con l’ultimo capitolo Nintendo è riuscita a tenere alta la qualità della saga. In occasione del 35esimo anniversario, il giornalista Imran Khan ha pubblicato su Inverse un’intervista con 18 sviluppatori, inclusi membri di Riot Games, Capy e persino Phil Spencer, capo della divisione gaming di Microsoft.
Nonostante Spencer non abbia rilasciato una propria opinione sul gioco, ritiene The Legend of Zelda un franchise iconico, capace di continuare a stupire e portare gioia a tutti i giocatori.

Leah Jackson, produttrice di contenuti eSport relativi a League of Legends, ricorda quando da piccola faceva a turno con il padre e il fratello per giocare. Daniel Haas, membro di Riot Games, elogia Ocarina of Time per incentivare il giocatore all’esplorazione; mentre Chandana Ekanayake, di Outerloop, ricorda l’entusiasmo che ha provato quando ha scoperto che la valuta del gioco erano le rupie, la stessa usata dalla sua patria, lo Sri Lanka, che aveva appena lasciato per emigrare negli Stati Uniti.
Lo sviluppatore di Sword and Sworcery, Craig D. Adams, rileva che gli spiriti presenti nel gioco sono un omaggio a Majora’s Mask. Ammette anche di essersi un po’ distaccato dalla serie, ritirandosi da Skyward Sword prima del finale e trovando i santuari di Breath of the Wild privi d’ispirazione.

Chris Musto, un altro membro di Riot, racconta di quando ha abbandonato un amico per completare la sfida con l’arco in Ocarina of Time, e del suo apprezzamento per l’evoluzione della serie nel corso degli anni.
Tom Pedalino di Double Eleven (uno studio che conta titoli noti come Lego Harry Potter e Rust), svela che Zelda ha decisamente influenzato il suo lavoro. È intervenuto anche lo sviluppatore di Songbringer, Nathaniel Weiss, dicendo che le avventure di Link hanno catturato la sua insaziabile voglia di viaggiare, scoprire e diventare un eroe.
Stephen Mortimer, che ha lavorato con Nintendo per 11 anni e per Riot Games altri 5, racconta un’esperienza personale. Da bambino, ha vinto una sfida lanciata da Nintendo Power per battere Ocarina of Time con solo tre cuori e in seguito è diventato game designer grazie al fascino della serie.

È interessante vedere come The Legend of Zelda abbia avuto un grosso impatto nella vita di molte persone, indipendentemente dal lavoro e dall’età. Ogni giocatore riserva uno spazio nel cuore per la serie, capace di riaffiorare ricordi ed esser d’ispirazione.
E voi, come avete celebrato il 35esimo anniversario di una delle più importanti saghe Nintendo? Ha segnato profondamente anche voi?