Scopriamo il presente imparando dal passato
Bravely Default II è il primo importante gdr del 2021 per Nintendo Switch e la prima esclusiva pesante, a dispetto della numerazione che si porta appresso è un titolo stand-alone, paragonabile a un Final Fantasy II, nessun legame col passato dal lato storia ma tante similitudini e un percorso evolutivo durato diversi anni dal lato giocabilità.
La storia della saga Square-Enix ha origini molto distanti nel tempo e la sua genesi è inevitabilmente legata al brand più famoso del mondo nel campo dei giochi di ruolo giapponesi. In questo speciale percorreremo passo dopo passo tutte le tappe che portano a Bravely Default II!
Final Fantasy
Comincia tutto da qui, dall’anno 1986 e dalla “fantasia finale” dello sviluppatore Hironobu Sagakuchi per Nintendo Entertainment System. Un’ultima visione, un ultimo gioco dopo ripetuti insuccessi, il tentativo finale di emergere, se fosse andato male avrebbe significato per lui e per Square, l’azienda per cui lavorava, sull’orlo del fallimento, l’abbandono del mondo dei videogames.
Final Fantasy è un gioco di ruolo con un sistema di combattimento a turni e mette il giocatore al centro di una storia epica, alla ricerca di un modo per salvare il mondo. La narrativa è al centro dell’avventura, il Giappone è già innamorato di Dragon Quest, uscito l’anno precedente e sviluppato da Enix, ma sarà pronto per abbracciare un’altra avventura senza tempo?
La risposta la conosciamo: Final Fantasy è un successo clamoroso, milioni di copie vendute, un brand destinato a diventare iconico come pochi altri e alcuni capitoli della saga considerati pietre miliari videoludiche e del genere gdr.
Bravely Default ancora oggi utilizza i nomi degli oggetti e delle magie della “saga madre”: Pozione, megapozione, elisir, erba dell’eco, l’iconica piuma di fenice per riportare in vita i membri del party privi di sensi; Fira, Firara, Firaga, Haste, Hastega, un elenco di magie dalla sillaba finale variabile in base al livello di potenza finale e di efficienza.
Inoltre, mantiene il sistema di classi intercambiabili e le loro abilità e caratteristiche principali. Il guerriero, il mago bianco, il mago nero, il mago rosso e il ladro sono quindi presenti sin dagli albori.
E ovviamente, una storia che ruota attorno alla ricerca dei quattro Cristalli, il viaggio di quattro eroi prescelti dagli elementi, chiamati “Guerrieri della Luce”, le basi attorno a cui la “fantasia finale” del Maestro Sakaguchi si è sviluppata per consegnarci un viaggio che probabilmente, non avrà mai una fine.
Final Fantasy: The 4 Heroes of Light
Facciamo un salto nel tempo di ben 23 anni e arriviamo nel 2009!
Per Nintendo DS, Square-Enix pubblica Final Fantasy: The 4 Heroes of Light, spin-off della saga principale che rappresenta un ritorno alle origini, tornando a narrare una storia che ruota attorno ai Quattro Cristalli.
In oltre due decenni, Final Fantasy si è evoluto, abbandonando gradualmente la narrativa fantasy per abbracciare lo steampunk, un mondo simil-moderno e la fantascienza, con toccata e fuga nello spazio e un gran numero di più o meno riusciti viaggi nel tempo.
Square-Enix è entrata in un’epoca di sviluppo conservativa in cui preferisce puntare su brand e tematiche ormai consolidate piuttosto che sperimentare e la strada per raccontare una nuova storia passa sempre dal mantenere un suffisso forte nel titolo, ne esiste un migliore di Final Fantasy?
Realizzato da Matrix Software, sviluppatori di Alundra e responsabili di numerosi porting e remake di capitoli di Final Fantasy e Dragon Quest, Final Fantasy: The 4 Heroes of Light rappresenta un salto nel passato, alla ricerca di un gioco di ruolo dall’aspetto e dalle meccaniche classiche ma realizzate con l’ausilio della tecnologia moderna.
Il titolo è prodotto da Tomoya Asano e al character design troviamo Akihiko Yoshida, entrambi figure fondamentali nello sviluppo dei successivi Bravely Default e Bravely Second, mentre il direttore è Takashi Tokita, coinvolto nello sviluppo di capolavori come Parasite Eve e Chrono Trigger.
In The 4 Heroes of Light vestiremo i panni di Brandt, Aire, Yunita e Jusqua, quattro predestinati alla ricerca delle Armi della Luce, sacre reliquie in grado di bandire un antico male un tempo sigillato e sventare la minaccia che rappresenta per il mondo intero.
Ben 28 classi differenti utilizzabili, uno stile visivo delizioso che richiama un libro disegnato, un sapiente utilizzo del touch screen e personaggi ironici e divertenti sono gli ingredienti per discreto successo di critica e pubblico. L’esperienza maturata dagli sviluppatori con i remake per Nintendo DS di Final Fantasy III e IV si concretizza in un titolo interessante e godibile, e non dargli un seguito sarebbe stato davvero un peccato.
Bravely Default: Flying Fairy
Tre anni dopo, la storia prosegue su Nintendo 3DS.
Bravely Default venne inizialmente concepito come sequel di The 4 Heroes of Light, tuttavia Square-Enix decise di conferire al titolo una propria identità, di permettergli di camminare con le proprie gambe, mantenendo al tempo stesso alcuni elementi che lo collegassero alla saga originale.
Alla regia troviamo il team creativo di The 4 Heroes of Light assieme a Naotaka Hayashi, sviluppatore di Steins:Gate.
Per collaborare al titolo, Hayashi si assicurò che sia i protagonisti che gli antagonisti fossero sufficientemente grandi, dotati di una propria identità e di uno spiccato carisma.
E così troviamo Tiz Arrior, Agnes Oblige, Edea Lee e Ringabel, accompagnati dalla fatina Airy nel loro viaggio per risvegliare i Cristalli, ancora una volta al centro della trama, dotati di un potere che non ha pari al mondo.
L’accoglienza del pubblico è tale che Bravely Default diventa una vera e propria killer application e uno dei motivi principali per possedere un Nintendo 3DS.
La grande novità è rappresentata dall’introduzione dei comandi Brave e Default, capaci di rovesciare le sorti di una battaglia, se utilizzati sapientemente. Con il comando Default possiamo accumulare turni di battaglia assumendo una posizione di difesa per poi rilasciarli con il comando Brave. Più azioni contemporaneamente all’interno di un turno a nostra disposizione ma anche dei nostri nemici, significa una maggiore strategia all’interno di un sistema di combattimento a turni classico.
Ogni personaggio può utilizzare un gran numero di classi, ognuna con proprie abilità concatenabili per creare la build definitiva e sconfiggere qualsiasi nemico.
Bravely Default divide il pubblico dal punto di vista narrativo, ponendo il giocatore di fronte a scelte di trama coraggiose e discutibili ma in ogni caso, decisamente innovative. Il viaggio di Tiz e Agnes rappresenta per molti giocatori un’esperienza indimenticabile e a distanza di anni, una delle gemme più scintillanti nella libreria del Nintendo 3DS. La saga ha raggiunto l’indipendenza e ha dimostrato di poter camminare con le proprie gambe.
La versione occidentale di Bravely Default è basata su una versione aggiornata del titolo uscita in Giappone, chiamata For the Sequel, nata quando Square-Enix stava cominciando a lavorare sul successore e tra i finali multipli presenti nel titolo ne venne aggiunto uno, il vero finale che introduce il giocatore direttamente a Bravely Second.
Bravely Second: End Layer
Sequel diretto di Bravely Default e secondo capitolo ufficiale della saga, ne eredita le principali caratteristiche in termini di gameplay, aggiungendo una modalità che permette di affrontare più battaglie contro i nemici di seguito, una concatenazione che può garantire fino a tre volte i punti esperienza standard e diventare esperto nelle classi in breve tempo.
Ogni classe, come nel predecessore, è accessibile tramite il possesso del relativo asterisco (un manufatto magico) e il numero totale delle classi è aumentato, arrivando a un totale di trenta.
La storia di svolge due anni e mezzo dopo la conclusione del primo capitolo, con un gruppo di protagonisti giocabili rinnovato, capitanato da Yev Geneolgia e Magnolia Arch e il ritorno di Tiz e Edea.
Bravely Default II punta ancora una volta sulla volontà di stupire il giocatore con scelte narrative imprevedibili e inaspettate ma a fronte di una trama complessa e intrigante, punta troppo sull’umorismo, risultando in alcuni momenti poco credibile, come evidenziato dal buon Diego nella recensione del titolo.
Uscito su Nintendo 3DS nel 2016, nonostante il riscontro positivo di critica e giocatori, Bravely Second non si rivelò un successo di vendite come il suo predecessore e nonostante numerose voci nel corso degli anni, non ebbe mai un sequel. La trama di Bravely Second rimane aperta, senza una vera e propria conclusione, almeno per il momento.
Tre anni dopo, nel dicembre 2019, con un annuncio inatteso e dopo il successo di Octopath Traveler, Square-Enix annuncia Bravely Default II.
Un vero e proprio nuovo inizio, sviluppato proprio dal team di Octopath e del gioco per piattaforme mobile Bravely Default: Fairy’s Effect, uscito solamente in Giappone. L’unica figura presente del team originale rimane Tomoya Asano, ancora nel ruolo di produttore ed è lo stesso Asano a spiegare come abbiano deciso di tornare alle origini della saga, sviluppando un titolo più simile al primo Bravely, per tentare di riconquistare il pubblico perduto per strada.
Tra pochi giorni, finalmente sapremo se le ambizioni di Asano si saranno realizzate e se la saga è pronta a brillare su Nintendo Switch, piattaforma su cui sono presenti, Persona 5 a parte, i migliori esponenti del genere usciti negli ultimi anni. La sfida è ardua, ma il titolo Square-Enix non teme rivali!