Super Mario 3D World + Bowser’s Fury – Una recensione che furiosa non è

Riviviamo il bellissimo Super Mario 3D World con un'aggiunta travolgente: ecco Bowser's Fury!

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Genere: Platform
Multiplayer: 1-4 (locale online per Super Mario 3D World) 1-2 (locale per Bowser’s Fury)

Anzi, sorrisoni in faccia per tutto il tempo

Il bello di recensire produzioni come Super Mario 3D World + Bowser’s Fury risiede nella difficoltà di trovare elementi di interesse per il lettore oltre tutte le novità di cui si può (per rispettare il senso di scoperta del giocatore) parlare liberamente. Dopo tutto, in questo caso specifico, abbiamo tra le mani il port migliorato di un grande classico a cui viene affiancato un succoso “add-on” che ha il potenziale di trasformare il valore complessivo dell’opera a 7 anni abbondanti dall’uscita originale.

Conosciamo bene il valore di Super Mario 3D World, tutt’ora tra i titoli con la migliore valutazione media su Metacritic (93), e abbiamo avuto modo di trattarne buona parte già in fase di anteprima, in particolare elencando i piccoli miglioramenti legati a velocità ed movimento: ciò che resta è fornire un quadro dell’esperienza vissuta nel 2021 su Nintendo Switch, in particolare per tutti coloro che oggi hanno finalmente l’occasione di fare la conoscenza di Mario Gatto. Miao?

Ehi, chi è quel tizio a destra?

È chiaro che per tanti, in particolare per tutti gli appassionati che seguono quotidianamente il mondo Nintendo, il piatto forte del pacchetto sia rappresentato da Bowser’s Fury: c’è voglia di novità nel mondo di Super Mario ed è da ottobre 2017 che non scorrazziamo in nuovi lidi con il nostro idraulico preferito. Super Mario Odyssey ha fatto il vuoto, lasciandoci per anni ad immaginare seguiti come Super Mario Galaxy 2 (che, ricordiamo, non esiste) o espansioni DLC come ormai va di moda fare.

Niente di tutto questo è arrivato e abbiamo visto succedersi titoli di valore come New Super Mario Bros. U Deluxe, aggiornato con chicche come Bowsette Peachette, Super Mario Maker 2 e la collezione Super Mario 3D All Stars, che ha permesso a molti di mettere le mani su Super Mario Sunshine. Tutto bello, per carità, ma la ciccia vera, quella che vedi sui fiancotti rotondi della salopette di Mario, quando la addentiamo? È Bowser’s Fury ciò che aspettavamo?

Forse. Ma ora parliamo di Super Mario 3D World.

Sentirsi a casa

Fantasia, giocosità, creatività: Super Mario 3D World abbandona le velleità narrative di altre iterazioni mariesche per puntare tutto sull’aspetto ludico fine a sé stesso, offrendo un pretesto banalissimo (il rapimento di fatine da parte di Bowser) per giustificare il nostro viaggio attraverso i classici mondi tematici ricchi di colorati diorami.

Quello che sembra inizialmente una replica fedele della tradizione in realtà è uno scenario in cui è stata data ampia libertà ai designer di creare attrazioni e sfide sempre diverse, anche a costo di “rompere” il filo logico che in teoria collegherebbe ogni area di un determinato mondo.

Sperimentare

Ma non è un problema, anzi! Perché in classico stile Nintendo ci viene sapientemente mostrato nel primo livello, tra uso delle prospettive, verticalità e visione d’insieme: Mario Gatto all’apparenza è il power-up più sciocco che si possa immaginare (davvero volevate sentire Mario che miagola?) ma offre subito delle opportunità del tutto nuove a questa serie per esprimersi nel design: raggiungere un piano elevato arrampicandosi anziché farlo cercando le piattaforme giuste su cui saltare è un’esperienza esilarante, che all’apparenza quasi sfiora il cheating – sta ovviamente agli architetti Nintendo creare il giusto ambiente in cui sfogare queste potenzialità, tra limiti e possibilità.

Fuoco a volontà!

Sperimentazione è la parola d’ordine e in questo gioco davvero ogni livello sembra ideato con una sua natura e filosofia, per portare a limite i singoli concetti (velocità, esplorazione, sfida, etc.) e introdurre elementi sempre nuovi. È veramente difficile ricordare altri titoli della serie così ricchi di power-up, siano essi classici o blocchi da tenere in testa, sfruttati praticamente in ogni occasione per avere la meglio sui nemici od ottenere monete e stelle extra.

In particolare la Doppia Ciliegia, il folle power up nato da un errore in fase di sviluppo, mette in discussione il gameplay classico aumentando di volta in volta il numero di Mario in campo e spingendo il giocatore a capire come sfruttare al meglio questo vantaggio, che si tratti di affrontare i nemici o risolvere enigmi dedicati, che solitamente prevedono la pressione contemporanea di più piattaforme o il raggiungimento di un numero preciso.

La prima run a Super Mario 3D World restituisce qualche vibe da metroidvania (ecco, queste son le cose che non si dovrebbero mai scrivere a meno di non aspirare a fiaccole e forconi sotto casa): i livelli si attraversano con curiosità e con l’intento di raccogliere tutte le stelle verdi nel nostro cammino verso la bandiera finale, ma capiterà che ce ne sfugga qualcuna o che si arrivi nelle sue vicinanze senza la giusta preparazione. È una bella sensazione, in particolare perché non sempre esiste una sola via per venirne a capo.

Qua devo sempre fare tutto io…

Chi ha avuto la fortuna di giocare a Super Mario 3D World nel 2013 si è trovato di fronte ad una vera e propria festa di fantasia e colori, in cui senza alcuna vergogna o riserva Nintendo ha occasionalmente dato la precedenza all’apparenza piuttosto che al contenuto. Alcuni stage sono davvero molto, molto semplici – verrebbe da dire un po’ deludenti a voler essere critici – ma risplendono di una cura estetica fuori scala, tra superfici, colori e luci che riescono a colpire nonostante i limiti del motore e dell’hardware.

Per tutti, ma bello!

E va bene così, perché questo approccio rende Super Mario 3D World un’avventura in grado di coinvolgere costantemente il giocatore e giocare con le sue aspettative. Anche oggi, nel 2021, è difficile far finta di niente di fronte a un gioco così ricco di nintendosità, anche se può sembrare più una grossa cesta di giochi anche molto diversi tra loro piuttosto che un singolo, elaborato, puzzle perfetto.

A maggior ragione se pensiamo che questa riedizione ci propone un output video a 1080p (720p in portatile) e 60fps che fa letteralmente brillare lo schermo in più occasioni.

Che atmosfera!

In questa versione Nintendo Switch del gioco non è solo la risoluzione a cambiare, ma sono presenti tutta una serie di accorgimenti mirati ad adattare al nuovo sistema tutte le peculiarità legate al GamePad di Wii U, vero centro dell’esperienza della precedente edizione.

L’intervento più “invasivo”, inevitabilmente, è legato ai controlli touch, che hanno visto una revisione del tutto simile a quella già vista con Captain Toad: Treasure Tracker (forse ve lo siete dimenticato, ma anche lui è uscito su Nintendo Switch): viene infatti chiamato in causa un mirino a schermo, da attivare con la pressione del tasto “R” e controllabile con i sensori di movimento del controller. Non la meccanica più fluida del mondo, ma assolutamente gestibile dopo un po’ di pratica.

Il mio suggerimento è entrare nel mood “giocattoloso” del contesto e cambiare approccio quando necessario: giocate come volete i livelli tradizionali e invece, nel caso di quelli a prevalenza touch, tirate pure fuori il vostro Nintendo Switch dalla dock station e giocate in portatile. Fate come se questo “cambio di prospettiva” faccia parte del pacchetto… alla fine era così anche nell’originale tutto sommato!

“Tocca tocca qui, tocca tocca là” (cit.)

Altri piccoli cambiamenti li possiamo trovare nei contenuti che prevedevano l’uso del microfono, come le piattaforme elica che spostavamo soffiando sul paddone: queste sono diventate piattaforme del tutto normali (un piccolo sforzo in più sull’estetica l’avrei apprezzato, ma ok) che si muovono in autonomia, annullando la “sfida” extra e lasciandoci solo con la gestione del tempismo.

Sinceramente? Non una gran perdita: in giochi simili spesso certe funzionalità assumono più la forma di dimenticabili gimmick che mostrarsi come reale innovazione.

Divertimento multiplo!

Prima di affondare gli artigli in Bowser’s fury, parliamo dell’ultima, grossa, novità di Super Mario 3D World: il multiplayer online.

Non solo quindi gioco cooperativo con gli amici sul divano (pandemia permettendo) ma anche e soprattutto via etere, grazie all’introduzione di un sistema di collegamento tra membri della lista amici che rende abbastanza semplice approntare una sessione di gioco in pochi istanti.

Si prende come riferimento la partita dell’host, che sarà quindi quella da cui pescare i contenuti disponibili e che salverà i progressi, mentre gli altri accederanno e giocheranno proprio come succede nel multiplayer online. Piccola nota: è possibile avere 2 giocatori per ogni console, così da giocare insieme a fratelli/sorelle/fidanzati/e senza necessariamente avere un secondo Nintendo Switch e seconda copia del gioco.

Una collaborazione perfetta!

Il tutto funziona discretamente bene, salvo occasionali singhiozzi della linea, ma ci riserviamo di dettagliare al meglio questo elemento del titolo quando saranno presenti sul mercato più copie del gioco e potremo testare collegandoci da varie parti d’Italia. Per quel che abbiamo potuto provare, l’esperienza dell’online cooperativo si è rivelata estremamente divertente ed è ben valsa qualche piccolo momento di lag.

Qualcuno è arrabbiato…

Finalmente! Dopo tutto questo testo arriviamo a parlare di Bowser’s Fury, il contenuto aggiuntivo che tanto interesse ha generato tra i fan con il suo emozionante trailer in cui un oscuro e feroce Bowser gigante fronteggiava un Mario Gatto/Leone Super Saiyan. Già così partiamo da aspettative altissime, che dite?

Pur essendo totalmente scollegato da Super Mario 3D World e giocabile fin dall’avvio, è piuttosto evidente che ci troviamo tra le mani una costola del gioco principale, in quanto controlli, gimmick dei livelli e power up sono del tutto identici: non per sminuire il fattore novità, ma la quasi totalità di ciò che troverete in Bowser’s Fury è riconducibile a quanto già visto/giocato.

È piuttosto evidente però la volontà di donare un’anima unica, irripetibile a questa digressione open wolrd mariesca e se passare dal riutilizzo di elementi conosciuti può aiutare, ben venga.

Va che bello il marietto sportivo!

Anche in questa occasione l’incipit non è sicuramente frutto di un’elaborata narrazione né ci mostra nuovi stralci dell’universo del Regno dei Funghi destinati a consolidarsi nelle future avventure: Mario sta camminando in tutta tranquillità quando viene catapultato in un mondo a lui sconosciuto – seppur familiare. Trattasi di un arcipelago dalle tinte “feline” in cui ogni animale, nemico e decorazione è dotato di orecchie miciose. Ci sono gatti ovunque e non siamo su Facebook.

Questo meraviglioso habitat è però corrotto da una viscosa sostanza nociva, nera come la pece: in breve scopriamo che è nascondiglio per una gigantesca creatura capace di stravolgere il mondo che ci circonda spargendo fiamme e generando colossali pietre incandescenti… ed è nientemeno che Bowser! Cosa gli sarà successo?

L’alleanza con Bowser Jr. sembra inevitabile: il Re dei Koopa ha ottenuto un potere colossale e, al contrario delle precedenti occasioni, pare essere anche fuori controllo. L’imprevedibile duo parte quindi all’avventura mettendo da parte i personali dissapori per raccogliere i Solegatti necessari a donare nuova luce ai fari sparsi per l’arcipelago: quanto durerà?

Non ci starai nascondendo qualcosa?

La struttura base di Bowser’s Fury è già stata esplorata in fase di anteprima (vi invitiamo a darci un’occhio per non ripeterci eccessivamente in questa occasione) ed è molto positivo ritrovarci qui a confermare quanto di buono accennato in precedenza: la scelta di optare per un open world che si espande proporzionalmente ai progressi del giocatore è vincente, presentando una progressione a metà strada tra il completismo e l’improvvisazione.

Finché Plessie va, lascialo andare.

Raccogliere determinate cifre di “Solegatti”, le stelle di questa storia, è ciò che porta avanti gli eventi e sta quindi a noi provare a completare ogni elementi delle singole isole o provare a girare di sponda in sponda per scoprire i collezionabili opzionali. Personalmente, come in ogni situazione simile e come fatto in Super Mario 3D World, ho ritenuto opportuno muovermi a sentimento e lasciare che il resto venisse da sé. Bowser permettendo, ovviamente.

L’elemento più curioso a cui dovranno abituarsi tanti giocatori è Bowser stesso, che apparirà periodicamente per importunare Mario qualunque cosa egli stia facendo: vi state inerpicando su strutture barcollanti, in equilibrio ad altezze vertiginose? Sperate che non inizi a piovere, perché è segno che da lì a poco apparirà il gigantesco nemico pronto a spararvi laser e lanciarvi ogni ostacolo possibile! Dovrete tenere botta per qualche minuto, fino a quando si stancherà e tornerà a dormire.

Un solegatto per mandarti a nannina…

Una situazione che potrebbe spaventare o allontanare qualcuno, che potrebbe farsi prendere dal panico e pensare di non avere libertà di godersi il gioco. Comprensibile, almeno all’inizio, perché l’obiettivo è familiarizzare con i tempi e i modi con cui appare Bowser per trasformare le sue ingerenze in parte stessa dell’esperienza.

Innanzitutto ogni volta che farà capolino sarà anticipato dai segnali piuttosto evidenti (il suo enorme guscio inizierà a ruotare fuori dalla melma, inizierà a piovere e cambierà la musica), così da non cogliervi impreparati, e anche quando vi seguirà e vi si piazzerà davanti avrete quasi sempre un blocco dietro cui rifugiarvi – nella peggiore delle ipotesi potrete tuffarvi in acqua e premere ZR per chinarvi proprio mentre un laserone sta per colpirvi.

In breve si inizia gestire l’ingombrante presenza, anche grazie allo strategico uso dei Solegatti: raccoglierne uno mentre Bowser vi da la caccia lo respingerà, arrecandogli anche un piccolo danno. Va da sé dunque che potrete identificare alcuni Solegatti e temporeggiare per raccoglierli con questo scopo.

“Spegnete quella luce, è solo l’una del pomeriggio!”

Come detto in precedenza, l’apparizione stessa di Bowser Furioso va ad alterare il mondo, che si apre di passaggi e rampe che potremo visitare in velocità grazie a Plessie, che diventerà il principale sistema di trasporto nel passaggio da un’isolotto all’altro. Capire come sfruttare a proprio vantaggio queste situazioni diventa dunque parte integrante (fondamentale verrebbe da dire) del gioco.

Tra le varie zone sono poi presenti diversi mattoni indistruttibili con mezzi convenzionali, su cui campeggia il faccione di Bowser: questi celano segreti raggiungibili solo utilizzando a nostro vantaggio il gigantesco nemico, che andrà attirato nel posto giusto perché i suoi colpi facciano il lavoro sporco. Un’altra chicca per i completisti, che però conviene metabolizzare molto presto: raccogliere Solegatti in condizioni critiche potrebbe essere una skill molto utile da padroneggiare nelle fasi avanzate!

Non in discesa, ma quasi

In generale però il grado di difficoltà medio non è così elevato, anzi, alcuni Solegatti sono davvero semplici da ottenere sia nella loro individuazione che all’atto pratico – in particolare ci sono piccole sfide in mini-diorami davvero molto semplici e prove a tempo molto più concessive rispetto a quanto siamo abituati – e il giocatore si troverà a vivere un vero e proprio saliscendi a livello di sfida, proprio per la natura aperta del mondo. Ad agevolare Mario c’è il buon Bowser Jr., il quale oltre a rappresentare un’ulteriore “bocca di fuoco” contro i nemici si impegnerà a farci da magazzino, accumulando fino ad un massimo di 5 power up per ogni tipo, in modo fornirceli ad un nostro comando. Come in Super Mario Odyssey non abbiamo più le classiche vite ed ogni sconfitta semplicemente ci priva di 50 monete – utili perché ogni 100 otteniamo un power-up, anche se gli stessi si trovano in abbondanza.

In volo!

Pur riprendendo numerosi elementi di Super Mario 3D World, questo Boweser’s Fury utilizza una scala ridotta e concisa riuscendo ad offrire qualcosa di unico per il franchise: la visuale del mondo è sempre libera, aperta, e ci permette di intuire cosa ci attende andando avanti. Ogni volta che si compie un progresso, ci viene svelata una nuova parte di mondo, scatenando la nostra voglia di raggiungerla, mantenendo sempre visibili la quasi totalità di geometrie e dettagli anche dalla distanza.

In breve l’arcipelago diventa casa nostra e notiamo più facilmente i cambiamenti che ivi occorrono, anche nelle aree che credevamo di aver già completato: un po’ Super Mario Odyssey, un po’ Super Mario 3D World e un po’ Metroid (questa è per la copertina, prego), in un pacchetto concentrato che è consapevole della sua natura compatta e fa il possibile per metterla in discussione, senza cadere nella diluizione delle lune dell’ultimo capitolo main.

Forse l’assenza più lampante è quella dei boss, oscurati dalla presenza di un Bowser furioso che cambia scala e ritmo: immaginiamo quindi di tornare ai tempi di Mario 64 in cui affrontiamo il nostro rivale più volte introducendo elementi sempre nuovi alla sfida. Ottenere la Gigacampana, che si attiva a condizioni specifiche, ci trasforma in un gattone che può finalmente lottare ad armi pari, mentre l’azione subisce un rallentamento che fa tanto film giapponese con supereroi giganti e kaiju, il tutto sulla luna. Decisamente spettacolare!

Bowser sta per sentire le campane. Sulla testa.

In precedenza si è parlato della scala di Bowser’s Fury, sensibilmente ridotta rispetto ad un episodio principale – ovviamente: fin dall’inizio della fase di anteprima sono girate indiscrezioni in merito al numero di Solegatti e alla durata complessiva del pacchetto. Per quel che concerne il tempo necessario a venire a capo dell’avventura effettivamente ci troviamo nell’ordine di poco più di una manciata di ore, ma questo non vuol dire che non siano vissute intensamente: le cutscene sono praticamente inesistenti, non si usano praticamente mai i menù e ci si sposta da un’isola all’altra senza soluzione di continuità.

Ne consegue un’esperienza pura, condensata, che intrattiene in ogni momento e si presta ad essere “fagocitata” con grande velocità, potendo sembrare all’apparenza ben più minuta di quanto sia effettivamente. Eppure la sensazione è che arrivare ai primi titoli di coda richieda un tempo e un impegno non differenti dall’ottenere lo stesso risultato nello stesso Super Mario 3D World – anche se è chiaro che i contenuti nel complesso siano meno cospicui.

Avvicinatevi a questo contenuto senza immaginare un sequel, piuttosto consideratelo un’enorme espansione, perché potreste trovarlo interessante oltre quanto stiate immaginando in questo momento. La qualità a livello creativo c’è, parecchia, semplicemente è molto circoscritta, contestualizzata e inevitabilmente derivativa.

Un ultimo appunto a livello tecnico: bizzarro che sia, Bowser’s Fury gira a 60fps in dock station, mentre dimezza il framerate in portatile, fermandosi a 30, mantenendo una risoluzione di 720p. Godibile comunque, ma piuttosto curioso.

Questo è quanto penso che valga il gioco nel complesso.

Potremmo scrivere pagine e pagine su Super Mario 3D World + Bowser’s Fury, ma ben poco altro si potrebbe aggiungere senza chiamare in causa nozioni già note del gioco originale o svelare gli interessanti twist della nuova modalità: il pacchetto fa il possibile (e lo fa bene) per trasportare l’esperienza da Wii U a Switch, scendendo a compromessi minimi, e aggiunge una fetta di divertimento decisamente considerevole che sarà sicuramente apprezzata dai fan di Mario.

Senza pensare a porting, al mercato, a console pre-esitenti e via dicendo, ciò che resta è un gioco fantastico arricchito da un contenuto nuovo e sorprendente. Ovviamente chi ha già Super Mario 3D World dovrà valutare attentamente se compiere il passo, perché il solo Bowser’s Fury nonostante le indubbie qualità fatica a giustificare la spesa di 60€.

Tutti gli (almeno) 75 milioni di possessori di Switch che non hanno comprato il gioco su Wii U possono invece chiudere gli occhi e buttarsi sul gioco senza timori: era bello nel 2013 e oggi furiosamente di più.

Rivissuto in leggerezza Super Mario 3D World e aiutato Bowser Jr. a salvare il papà: continuo l’avventura!
Pro: Ricco, originale, vario e da giocare da solo o in compagnia: che altro?
Contro: Piccoli compromessi per portare 3D World da Wii U a Switch, strana scelta tecnica i 30fps in portatile per Bowser’s Fury
9.0

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