Un device recuperato dopo ben 28 anni
Chi non conosce il Game Boy? Uno dei più famosi dispositivi di gioco di tutti i tempi, diventato il vero e proprio simbolo di una generazione. Fin dal suo debutto nel 1989 ha dato una scossa al mercato dei videogame ed è stato prodotto fino al 2003, addirittura fin dopo l’uscita del Game Boy Advance. La grande N ha pubblicato tantissimi accessori per la sua rivoluzionaria portatile, come la Game Boy Camera o la Game Boy Printer. Una particolare periferica, tuttavia, ha iniziato a far palare di sé negli anni ’90, comparendo nelle riviste, nelle pubblicità, nei comunicati stampa, ma non ha mai visto la luce degli scaffali. Stiamo parlando del WorkBoy, un accessorio business in grado di trasformare il Game Boy quasi in un mini PC, dotandolo di tante utili funzioni.
Questa immagini provengono dal numero di maggio 1992 della rivista Nintendo Power. In queste pagine vengono illustrate tutte le principali funzioni del WorkBoy, tra cui troviamo un’agenda, una rubrica telefonica, un convertitore di valuta, etc. Il tutto ovviamente controllabile tramite un’apposita tastiera da collegare direttamente al Game Boy.
Liam Robertson, giornalista freelance e videomaker per Did You Know Gaming?, ha iniziato a chiedersi quali fossero i motivi dietro l’abbandono del WorkBoy e se esistesse, dimenticato in qualche magazzino o nelle mani di qualche collezionista, un prototipo funzionante. Le sue ricerche, a un certo punto, si sono indirizzate verso il team della compagnia Fabtek che si occupò di sviluppare questa periferica per Nintendo. Fortunatamente, grazie a una foto pubblicata sulla rivista Game Zone, è stato relativamente facile scoprire nomi e cognomi di tutti coloro che hanno lavorato al WorkBoy.
Al momento attuale, tutti i vecchi sviluppatori hanno ovviamente seguito strade diverse. Liam è riuscito però a contattare Eddie Gill, l’ideatore originale del WorkBoy. Purtroppo però, nemmeno il suo creatore sembrava essere in possesso di un vero WorkBoy funzionante. Secondo Eddie, esistevano solo due prototipi, uno al sicuro nei bunker di Nintendo e l’altro forse in mano a un suo ex-collega, Frank Ballouz, fondatore della Fabtek. Ovviamente Liam non ha perso tempo ed è riuscito a contattare anche Frank, il quale, in una videochiamata, gli ha raccontato degli accordi dell’epoca tra la sua società e Nintendo. Ma ecco la sorpresa, a un certo punto ha allungato la mano fuori dall’inquadratura ed eccolo lì, l’unico prototipo attualmente noto del WorkBoy.
L’ex produttore di videogame, tuttavia, non essendo in possesso di un Game Boy originale, non è stato in grado di verificare di persona il funzionamento del dispositivo e ha quindi deciso di inviarlo a Liam affinché lo analizzasse personalmente. La tastiera WorkBoy sembra però solo una parte di un pacchetto che molto probabilmente avrebbe dovuto includere una cartuccia di gioco contenente un software dedicato. Purtroppo pare che questa cartuccia fisica non esista da nessuna parte e, senza di essa, la tastiera non è di alcuna utilità con i giochi tradizionali.
La straordinaria storia di questo improbabile recupero sembrava destinata a finire qui, ma, quasi come se fosse un segno del caso, appena qualche giorno dopo che il nostro Liam è entrato in possesso della tastiera, Nintendo è stata colpita da una colossale fuga di informazioni, il cosiddetto “Platinum Leak”, con la quale è stata diffusa anche la rom inedita del software WorkBoy. Quindi, grazie a una semplice flash-cart, il giornalista è stato finalmente in grado di testare il pacchetto completo, che si è dimostrato perfettamente funzionante. La tastiera è ottimamente integrata con il programma ed è in grado di richiamare ogni singola funzione grazie a dei tasti dedicati nella prima riga in alto.
Se questa storia vi ha colpito, vi consigliamo caldamente di guardare il video originale di Did You Know Gaming?, che racconta in modo eccelso tutti i dettagli della scoperta.
Alla fine non è chiaro come mai il progetto non abbia mai visto la luce, probabilmente il target di utenza non era quello che cercava Nintendo e, inoltre, il dispositivo sarebbe dovuto essere parecchio costoso, forse più della console stessa. In ogni caso è fantastico che sia stato ritrovato e la sua memoria preservata. Cosa ne pensate di questa storia? C’è qualche altro gadget perduto che vi piacerebbe venisse ritrovato?