SEGA in crisi: costretta ad allontanare 650 impiegati

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A causa della pandemia di COVID-19, SEGA è stata costretta a chiedere il pensionamento di 650 impiegati e a tagliare lo stipendio dei dirigenti.

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La pandemia di COVID-19 ha colpito duramente la casa di Sonic

Negli ultimi mesi l’intero pianeta è stato scosso dalla diffusione del virus SARS-CoV-2. Oltre al danno che il nuovo Coronavirus sta infliggendo ogni giorno su un numero sempre crescente di malati, questa pandemia sta pesando in modo non indifferente anche sull’intera economia mondiale.

Il gruppo SEGA SAMMY, proprietario della SEGA Corporation, la casa del nostro riccio blu preferito, ha annunciato a malincuore di essere stata costretta a chiedere a ben 650 impiegati, assunti a tempo pieno, di “ritirarsi volontariamente” a partire dal 28 febbraio 2021. Secondo i portavoce dell’azienda, la stima delle perdite alla fine dell’anno fiscale ammonterebbe approssimativamente a 10 miliardi di Yen (circa 82 milioni di Euro).

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Allo scopo di recuperare i guadagni in una fase iniziale e raggiungere una crescita sostenibile in futuro, riteniamo che sia necessario promuovere una riduzione dei costi incentrata sulle spese fisse e costruire un sistema ancora più efficiente. Abbiamo quindi deciso di chiedere il pensionamento volontario dei dipendenti.

Nello stesso documento pubblicato, la società ha fatto sapere che, per far fronte alla crisi, anche il salario dei principali dirigenti verrà ridotto a partire dal periodo novembre 2020 – marzo 2021. Il Representative Director riceverà il 30% in meno del suo attuale compenso mensile, il Senior Executive Vice President e il Senior Vice President rispettivamente il 20% e 10%.

Noi tutti ci auguriamo che la società possa risollevarsi e che possa tornare a emozionarci con i suoi iconici videogiochi.

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