Il mio animale preferito è il pinguino. Bello, pacioccone, curioso, sociale, cicciottello, forte dal suo vivere in ambienti estremi per l’uomo. E soprattutto perché sono uccelli che invece di volare, nuotano, mostrando che la natura ci fa un baffo e se ci crediamo davvero, col tempo, possiamo diventare chi vogliamo.
Allo stesso modo, adoro le esplosioni. La catarsi che si sprigiona nel mio cuore quando vedo qualcosa detonare, è immensa. È uno dei miei metodi di giudizio fondamentali per giudicare la bontà di un videogioco. Lo sapete che il 97% delle forme di vita sulla Terra non sono esplose?
Ecco che Nippon Ichi quando creò i Prinny realizzò il mio sogno proibito. Dei pinguini che esplodono se strapazzati un po’. Il loro ruolo all’interno della serie Disgaea è sempre stato quello di spalla comica. Le loro anime provengono dai malfattori più comuni e quindi finiscono per essere in fondo alla catena di potere degli inferi. In particolar modo, Etna, una delle protagonista del primo Disgaea, ne ha un intero esercito a disposizione e non esita a sfruttarli per ogni cosa, oltre a lanciarli e farli saltare in aria.

La premessa di questi due giochi è semplice quindi: possono i Prinny essere i protagonisti? E se si, come? Entrambi i giochi si basano sulla stessa premessa. Etna ha un problema e manda i Prinny a risolverlo. Nel primo gioco, Prinny: Can I really be a Hero, il dessert di Etna è stato rubato e quindi i Prinny devono recuperare gli ingredienti per cucinarlo da 0.
Nel secondo, qualcuno ha rubato le mutandine di Etna mentre erano ad asciugarsi sullo stendino E VANNO ASSOLUTAMENTE RECUPERATE.
Ecco che i Prinny, notoriamente fragili ed esplosivi vengono dotati di una sciarpa in grado di proteggere dall’esplosione accidentale. Il giocatore avrà 1000 vite a disposizione, che simboleggiano l’esercito di Prinny, e 10 ore di tempo (non reali, ma in game discrete) per completare la missione.
Vi avventurerete in variopinti scenari a scorrimento laterale, con ostacoli da platforming, nemici e boss di fine livello. La sfida principale sta nel superarli perdendo meno Prinny possibili. I giochi sono entrambi molto impegnativi e difficili, malgrado cerchino di essere flessibili con una selezione di difficoltà che aumenta il numero di colpi sopportabili prima della perdita della vita. Nella sfida intesa dagli sviluppatori, 1 colpo = 1 morte. Io sono un incompetente nato per questo genere di giochi ed ho pianto molto.

Le 10 ore a disposizione vengono gestite in modo interessante. Molti degli stage diventeranno più pericolosi al calar delle tenebre ed il giocatore può scegliere l’ordine con il quale affrontarli liberamente, andando così a tarare il suo livello di sfida ulteriormente, o quantomeno la curva di difficoltà. A questo si aggiunge un hub centrale, dove poter sbloccare molti NPC che offrono i servizi più disparati, e diversi collezionabili.
Il salto è vecchia scuola: non è possibile regolarlo dopo che si è saltato, come invece avviene nella maggioranza dei giochi moderni. Praticamente dopo che si decide per una direzione, quella rimarrà. Giocati oggi, risultano estremamente rigidi e più fastidiosi di quanto non lo fossero in principio, ricordando che si stratta di port di giochi realizzati su psp negli anni 2008 e 2010 rispettivamente. Il tutto però e voluto e tarato al protagonista: il Prinny. Vi aspettate grandi capacità atletiche da un pinguino armato di coltellazzi? No di certo.
Alla fine l’esperienza vissuta oggi è tosta, frustrante a tratti, ma piena di umorismo e leggera, in grado di darvi soddisfazione e strapparvi un sorriso. I giochi possono essere comprati separatamente su Nintendo Eshop o insieme in formato fisico se siete dei collezionisti.