Tre grandi capolavori del passato tornano a nuova vita su Nintendo Switch
Vi siete mai chiesti come nasce una leggenda? Avete mai fatto caso a come essa evolve nel corso del tempo? Che cosa la contraddistingue, che cosa la rende migliore delle altre, che cosa la rende unica. Oggi non parleremo di un videogioco qualsiasi, di quelli che possiamo trovare ovunque. Oggi parleremo del Videogioco con la V maiuscola, uno di quelli che ci sono entrati nel cuore e che non potremo mai più dimenticare.
Sin dal suo lancio sulla storica console Nintendo Entertainment System nell’ormai lontano 1985, Super Mario Bros. ha dettato le regole di ogni produzione platform che sarebbe arrivata da li in futuro. Il successo straordinario di questa saga ha portato l’idraulico italiano ad essere conosciuto in tutto il mondo e ricordato con un amore e un affetto tale da rendere l’icona immediatamente riconoscibile anche a chi meno mastica videogame nella propria vita.

La potenza esplosiva di Super Mario è tale da riuscire a creare interesse in qualsiasi modo esso venga utilizzato; è così che nel corso degli anni abbiamo assistito alla nascita di una lunga serie di titoli come Mario Kart (tra i più celebri) o Mario Tennis, l’ormai passato Mario Strikers o il più recente Mario + Rabbids Kingdom Battle.
L’evoluzione subita dalla serie dalla sua nascita ad oggi ha anche portato alla nascita di ben due filoni separati di videogiochi, uno più classico e 2D (come New Super Mario Bros. U Deluxe) e l’altro invece in 3D (di cui l’ultimo grande esponente è quel magnifico Super Mario Odyssey che nel 2017 si è quasi portato a casa il GOTY).

Ed è proprio in occasione del 35° anniversario di Super Mario che Nintendo ha voluto creare una collection di tre giochi storici in 3D, donando loro nuova luce e permettendo così a molte più persone di scoprire l’evoluzione di una saga che, ancora oggi, non smette di innovarsi e di portare sul mercato un livello qualitativo impareggiabile.
Un tuffo nel passato
Oggi siamo abituati a vedere Super Mario come una figura di riferimento del mondo videoludico, ma nel 1991 la situazione era molto diversa. Malgrado gli sforzi di Nintendo e diversi anni di predominio sul mercato dopo la caduta di Atari, un certo Sonic di SEGA stava riuscendo a strappargli la corona di Re dei titoli platform a 16 bit. Per buona parte dei successivi 5 anni Sonic regnò incontrastato nella mente dei giocatori, malgrado il lancio di diversi giochi di qualità come Super Mario World, i Super Mario Kart e Yoshi’s Island.
Ma qualcosa si stava muovendo in casa Nintendo. Qualcosa di così grosso da ritardare il lancio del Nintendo 64, la storica console il cui compito era quello di fermare l’avanzata della rivale SEGA e di porre fine alla competizione tra Mario e Sonic.

E quando Super Mario 64 finalmente arrivò, a bordo della prima console Nintendo in grado di supportare motori grafici in 3D e un controller all’epoca bislacco ma rivoluzionario grazie alla levetta analogica, non ci fu più storia per nessuno.
Il solo camminare all’interno del Palazzo di Peach, compiere piroette nell’enorme parco verde poco fuori dal portone del castello, viaggiare tra i pittoreschi mondi nei dipinti rendeva tutto il resto terribilmente vecchio e antiquato. La saga Nintendo, che da anni non riusciva a rivaleggiare con Sonic, improvvisamente compì un balzo qualitativo tale che tutte le altre produzioni scemarono inesorabilmente.
Ad oggi tante cose che allora erano visionarie sono entrate a far parte della vita quotidiana di ogni giocatore. Eppure, ogni titolo di Super Mario da li in avanti porterà con sé un carico qualitativo enorme e rivoluzionario.

Prendete Super Mario Sunshine, il titolo 3D della saga lanciato su GameCube nel 2002. Non solo rappresentava la perfetta evoluzione di Mario 64, con un dettaglio grafico enormemente migliorato, mondi ancora più belli e ricchi di contenuti e meccaniche ben implementate tramite il controller della console, ma ha anche portato i platform 3D a un livello ancora più alto rispetto a prima, staccando di netto qualsiasi altra produzione presente allora (e probabilmente molte ancora oggi).
Proprio il controller del GameCube diventava uno dei protagonisti assoluti dell’avventura grazie ai tasti dorsali dotati di una corsa che permetteva al giocatore di dosare la forza dell’acqua da sparare, e questo dettaglio è stato unito a un level design semplicemente sopra le righe che fa scuola ancora oggi e a un motore fisico che donava una libertà davvero rara all’interno di un videogioco.
E poi la cura dei dettagli maniacale, tipica della serie, che rende prezioso qualsiasi movimento e qualsiasi momento passato nei livelli di Sunshine: provate a sparare dell’acqua contro un alveare e lo vedrete ondeggiare come nella realtà. A livello di gameplay non succede niente, ma il riscontro visivo ottenuto è semplicemente straordinario. E lo stesso vale anche per il resto del mondo di gioco, dalle piante ai ponti, financo ai tanti personaggi che popolano il mondi di gioco.
E poi Super Mario Galaxy, forse il livello più alto mai raggiunto dalle produzioni Nintendo dedicate all’idraulico italiano. Un titolo talmente coraggioso e importante, ben costruito e divertente da riuscire a strappare entusiasmo e un senso di coinvolgimento unico ancora oggi, a 13 anni dal lancio ufficiale su Nintendo Wii.

Il tema spaziale, l’incredibile fisica data dai pianeti che costellano i livelli, lo splendido personaggio di Rosalinda e il suo amico Sfavillotto, un level design semplicemente mozzafiato e in grado di dar vita ad un universo vario e sfaccettato, una colonna sonora tra le più memorabili mai sentite in una produzione del genere, sono tutti dettagli difficili da raccontare a parole.
E forse è proprio per questo motivo che Nintendo ha deciso di toccare il meno possibile questi tre titoli prima di inserirli nella collection Super Mario 3D All-Stars. Fare anche la più piccola modifica poteva significare modificare l’esperienza originale dei tre giochi, renderli diversi da ciò che erano all’epoca e sminuirne la magnificenza.

Esempi del genere ne abbiamo visti molti oggigiorno. È vero, il lavoro svolto sulle trilogie di Crash e Spyro a livello grafico è spettacolare. Però non si respira più lo stesso identico feeling che invece contraddistingueva i prodotti originali, e a livello di gameplay ci sono comunque alcune minime differenze che, per chi mastica platform dal mattino alla sera, rappresentano comunque un cambiamento sostanziale (ad esempio, il salto di Crash non è identico a quello del gioco originale).
Remaster si, remaster no
La vera domanda da porsi, una volta presa in mano questa collection, è: ma questi tre giochi hanno davvero bisogno di un’opera di rimasterizzazione completa e profonda?

E la risposta più sincera che posso darvi è: no. O per lo meno non tutti. Super Mario Sunshine e Super Mario Galaxy sono semplicemente strepitosi ancora oggi e non mostrano minimamente il segno del tempo che passa. Nintendo ha lavorato per aumentare la risoluzione del gioco, passando dai 480i di Sunshine su Gamecube e 480p di Galaxy su Wii (differenze non da poco già solo tra l’interlacciato e il progressivo) fino ai moderni 1080p in docked e 720p in modalità portatile.
L’impatto scenico a schermo è ancora oggi strepitoso, e grazie all’opera di fino svolta da Nintendo, la quale ha comunque migliorato determinate texture all’interno del gioco, possiamo godere di un’esperienza si perfettamente coerente con l’originale ma, al tempo stesso, impreziosita da un’opera di rimasterizzazione invisibile che ha svolto comunque a dovere il proprio compito.
Il titolo che tra i tre subisce di più il passaggio del tempo è sicuramente Super Mario 64. Ciò non significa che esso sia ingiocabile o che non renda giustizia al glorioso gioco Nintendo, sia chiaro, ma sicuramente al giorno d’oggi è più difficile far comprendere la magnificenza di un gioco di ben 24 anni fa a chi è abituato a godersi un dettaglio grafico alle stelle.
Con i suoi 720p in modalità portatile e in docked, Super Mario 64 è il titolo che meno brilla di luce propria tra i tre proposti. Certo, vederlo in 1080p con texture in alta risoluzione sarebbe stato splendido, ma forse avrebbe cozzato con l’idea alla base di questa collection di riportare il feel originale di queste produzioni e di farlo conoscere non solo ai veterani della serie, ma anche ai novellini e ai giocatori più giovani che magari hanno conosciuto solamente i più recenti Super Mario Odyssey e Super Mario Maker 2.

Un altro aspetto che ha molto incuriosito i giocatori è quello che riguarda i controlli. Da sempre l’azienda giapponese ha sperimentato nuove tecniche di approccio con i videogiochi, e a testimonianza di questo troviamo controller completamente diversi tra di loro a seconda della console a cui ci stiamo riferendo.
Rimarranno per sempre impressi nella storia il controller del Nintendo 64, con questa forma strana dotata di un corno centrale su cui potevamo trovare la prima (rivoluzionaria) levetta analogica.
E cosa dire del pad del Gamecube, ancora oggi considerato uno dei migliori controller della storia dei videogames e spesso riproposto da Nintendo sulle diverse piattaforme (compreso Nintendo Switch). E infine i Wii Mote e il Nunchuck di Nintendo Wii, i sensori di movimento che hanno contraddistinto anni di videogiochi e che hanno settato le regole di un nuovo modo di interagire con le produzioni videoludiche che ancora oggi permangono.

Fortunatamente, i controlli della collection Super Mario 3D All-Stars sono stati ben congegnati e adattati ai Joy-Con di Nintendo Switch, pur mancando alcune feature per una questione squisitamente tecnica. Mentre Mario 64 si gioca senza problemi, purtroppo Super Mario Sunshine non può godere della pressione differente data dai tasti dorsali del pad Gamecube dal momento che gli stessi sui Joy-Con e sul Pro Controller non sono altro se non tasti a bottone. Curiosa e strana la scelta di non rendere compatibile proprio il controller GameCube, il quale avrebbe reso maggiore giustizia all’esperienza originale.
Per quanto riguarda Super Mario Galaxy e i Wii Mote, fortunatamente i Joy-Con svolgono un eccellente lavoro nell’emulazione dei comandi. Sicuramente è possibile sfruttare il Pro Controller e il giroscopio per giocare in una configurazione più comoda, ma la migliore esperienza la si ottiene tenendo entrambi i Joy-Con in mano esattamente come si faceva all’epoca con il Nunchuck e il Wii Mote.

In alternativa, potrete giocare anche in modalità portatile senza alcun problema, ma il puntamento dato dal Joy-Con viene sostituito invece con un tocco sul touch screen. Meno entusiasmante forse, ogni tanto perderemo qualche stella quando sbaglieremo a toccare durante il movimento di Mario, ma la soluzione è comunque efficace e ci permette di godere appieno dell’esperienza anche comodamente coricati a letto o in viaggio.
Musica che non muore mai
Ormai chi segue l’azienda di Kyoto sa bene quanto il fattore musicale sia una componente essenziale per le sue produzioni. Tutti i titoli prodotti da Nintendo portano con sé una colonna sonora costruita con maniacale attenzione, e questi tre grandi titoli non sono assolutamente da meno ma anzi, rappresentano la crème de la crème delle tracce musicali prodotte dall’azienda.
Tutto ciò si traduce in una raccolta di ben 170 tracce musicali, scelte tra le migliori disponibili tra Super Mario 64, Sunshine e Galaxy a portata di mano di tutti i giocatori e divisi nei tre rispettivi dischi virtuali facilmente accessibili dalla homescreen del gioco. A molti potrà sembrare un fattore secondario, ma questa è un’altra prova della maniacalità di Nintendo nella cura dei suoi prodotti nonché l’ennesimo fiore all’occhiello di questa produzione.

Passerete davvero molto tempo con queste musiche in riproduzione, e quasi senza accorgervene si trasformeranno in un sottofondo dannatamente piacevole e attuale delle vostre vite, mentre la vostra mente non potrà fare a meno di correre da una piattaforma all’altra come se steste giocando ancora e ancora, in un moto di fantasia che non vi abbandonerà mai più nel corso di tutta la vostra vita.
Ma a chi è rivolta questa collection?
La vera domanda da porsi, escludendo tutte le altre, è: ma questa collection, comprendente tre storici titoli della saga, a chi è davvero rivolta?
E la risposta è: a tutti. A coloro che hanno vissuto in prima persona il lancio dei giochi nei rispettivi anni e sulle piattaforme originali, che vorrebbero rigiocare queste perle del passato e tornare a vivere le emozioni che solo un platform come Super Mario può dare.
Allo stesso tempo, la Super Mario 3D All-Stars collection è dedicata ai nuovi giocatori, a coloro che non hanno mai toccato nessuno dei tre titoli proposti e che non hanno idea di cosa si sono persi fino ad oggi. Malgrado gli anni sulle spalle, tutti e tre i giochi dimostrano una giovinezza incredibile e sanno colpire il giocatore con un level design, una colonna sonora e uno stile ancora oggi invidiabili.
Se invece il vostro desiderio era di vedere questi giochi riproposti con grafica riammodernata, purtroppo non è il prodotto che fa per voi e sicuramente esistono altri modi per recuperarli, su altre piattaforme, e potete diminuire il voto della recensione di almeno un punto.
Per tutti gli altri, non posso non consigliare la collection e accogliervi con un caloroso “Benvenuti, state per vivere tre magnifiche avventure che resteranno dentro di voi per sempre“.