Ricercatore crea un Game Boy che non fa uso di batterie

Un ricercatore della Delft University of Tecnology è riuscito a costruire un Game Boy funzionante senza batterie.

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Giocheremo con qualcosa di simile tra qualche anno?

Il Game Boy è stato una vera e propria rivelazione quando fu lanciato sul mercato nel 1989, dando anche il via all’industria dei videogiochi per console portatili. Tuttavia il problema prima delle batterie AA di ricambio e poi della necessità di ricaricare la console ogni tot di ore è sempre stato una delle preoccupazioni principali dei gamer con le tasche costantemente piene.

Jasper de Winkel della Delft University of Tecnology ha, forse, trovato un modo per ovviare questa limitazione. In particolare, il ricercatore è riuscito a creare un Game Boy senza alcun genere di alimentazione a batteria. Lavorando con Josiah Hester della Northwestern University negli Stati Uniti, Przemysław Pawełczak e Vito Kortbeek di TU Delft, il progetto “Engage” di de Winkel è visto come una prova per dimostrare che è possibile un palmare senza batteria.

Il progetto di de Winkel non è, però, un’esatta riproduzione del Game Boy di Nintendo essendo molto più spesso e con uno schermo decisamente più piccolo dell’originale. Utilizza anche un emulatore piuttosto che componenti interne autentiche, tuttavia è compatibile con ogni cassetta originale Game Boy. Poiché sarebbe stata richiesta molta più energia, il dispositivo non possiede uscite audio di alcun tipo. Potete ammirarlo in questo video:

Il Game Boy funziona grazie ai pannelli solari fissati sulla facciata della console e dall’energia cinetica derivante dai click dei tasti. Il sistema si basa sull’ “Intermittent Computing“, una nuova tecnica di raccolta di energia che fornisce piccole quantità di energia quando serve piuttosto che continuativamente come le batterie tradizionali. C’è un grosso problema, tuttavia: questa nuovo sistema energetico può mantenere attivo il dispositivo solamente per circa 10 secondi, il che non da molto tempo per giocare. Per questo, il team ha escogitato un modo per “salvare” i progressi in-game, il che significa che quando la potenza viene ripristinata, è possibile riprendere da dove si era interrotto il gioco. La sfida sta ora nel minimizzare il tempo di ripristino, in modo che il giocatore non si accorga nemmeno dello spegnimento del dispositivo.

Cosa ne pensate? Secondo voi un’evoluzione di questo progetto Engage potrebbe mai arrivare sul mercato di massa?

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