Su questi lidi si è scritto e parlato più volte di come si mette in scena un videogioco. Porting, emulazione e i costi di un gioco, sono argomenti già toccati nella loro intelaiatura base. Pertanto, in quest’occasione preferirei approcciare la discussione in modo diverso e darò per scontate le basi già scritte altrove, quindi vi invito a rileggerli per completezza.
I motivi che hanno spinto a scrivere questo pezzo sono abbastanza chiari. Nintendo ha annunciato per il 35esimo anniversario di Mario, una 3D All-Stars Collection, che racchiude tre capitoli 3D delle avventure del baffuto e panzuto idraulico: Super Mario 64, Super Mario Sunshine e Super Mario Galaxy. Internet si è quindi scatenato in ogni sorta di opinione ed idea. Il mio compito qui è quello di guardare alla situazione in modo razionale e dando tutte le informazioni su cosa accade nel mondo dei port e dei remaster. E chiudere con una morale perché è bello.
Visto che di solito si è estremamente influenzati dalle proprie “bias” (I sonini sono degli ideotonti, i boxari non hanno giochi, i nintendari sono dei bambinoni e così via) e si ha la memoria cortissima ed estremamente annebbiata dal tempo che scorre, è bene mettere quante più cose in chiaro.
Partiamo con guardare a casa nostra, in Nintendo. Un’azienda di questo tipo ha due prodotti da vendere. Il videogioco, somma del lavoro di molte persone che culmina in un prodotto finito, e la propria Proprietà Intellettuale, questa entità di forza propria in grado di suscitare automaticamente emozioni in chi la vede o la sente.

Le IP di Nintendo sono generalmente molto forti. Qualcuna è sempre stata un po’ di nicchia, altre hanno avuto momenti più o meno felici, ma in generale Mario, Zelda, Pokémon, Animal Crossing hanno sempre macinato buoni numeri. Non c’è bisogno di rivitalizzarle, ma solo ed esclusivamente di celebrarle.
Ecco quindi che nei vari anniversari, si cerca di fare qualcosa per sfruttare la ricorrenza e riassestare la potenza della propria IP. A questo punto l’azienda deve prendere delle decisioni. E non ho ben capito cosa li abbia portati a fare le cose a metà.
Solitamente ci sono due linee di pensiero: una cerca di riproporre i vecchi giochi il più fedele agli originali possibili, un’altra che invece preferisce operare una più completa opera di restauro per modernizzare il gioco. La prima è solitamente meno costosa, visto l’approccio da emulazione a scatola nera possibile oggigiorno, la seconda è come realizzare un nuovo gioco da capo.
Nintendo sembra con 3D All-Stars aver fatto un lavoro un po’ strano. Ad un primo acchitto l’idea appare essere riproporre i giochi com’erano, ma se così fosse, perché lasciare Super Mario 64 in 4:3 e allo stesso tempo portare Super Mario Sunshine a 16:9 e privarlo del supporto al pad del Gamecube che su Switch esiste come possibilità? Quale comando analogico andrà a sostituire la regolazione dello SPLAC 3000? Perché non toccare un gioco e l’altro si?

In ogni caso, si tratta di una mossa molto semplice da leggere: minima spesa, massima resa. Giochi molto popolari, amati da molti, su console oramai scomparse da un po’, è tempo che quei 66 milioni di utenti Switch si riapproccino a questi capolavori. Gli altri progetti sono stati percepiti largamente come minori, come Super Mario Bros 35, I Kart con AR ed il port di 3D World addirittura in arrivo nel 2021. Ed i 60€ sono lì ad indicare la potenza dell’IP, non rappresentano quanto tempo ci hanno lavorato. Sta lì a dire: ce l’abbiamo grosso. Apple e Samsung piazzano cellulari oltre i 1000€. Pensate siano davvero indicativi del valore oggettivo dietro la loro realizzazione?
Ma cosa accadde in passato?
Nel 30° Anniversario Nintendo si dimostrò meno prolifica ma più interessante lato videoludico. Super Mario Maker fece il suo debutto. Un gioco nuovo, che portava il design della serie nelle mani dei giocatori. Una vera celebrazione del marchio attiva, con la possibilità di condividere i livelli online e l’integrazione con il Miiverse per i commenti. A mio avviso, un modo più interessante per festeggiare l’occasione.
Non possiamo aspettarci un gioco che sia sia nuovo che celebrativo in ogni volta. Nel 25° anniversario fu rilasciato Super Mario All-Stars Limited Edition. La piattaforma di indirizzo era Nintendo Wii, ma i giochi erano emulati direttamente, tanto da mostrare le informazioni del controller SNES. I giochi al suo interno erano Super Mario Bros. dal primo al terzo e The Lost Levels, ripresi dalla loro versione migliorata di Super Mario All Stars per Super Nintendo. L’edizione limitata conteneva un libro con la storia di Mario ed un CD musicale. Fu effettivamente un’edizione limitata, ma venne prodotta sotto l’egida dei Select senza il CD e libro extra.
Per Zelda invece, al 30° anniversario non fecero nulla di videoludico (Skyward Sword sulla virtual console di Wii U non conta su), concentrandosi più su elementi accessori come il concerto, il menu per 3DS, amiibo e libroni enciclopedici. Per il 25° invece andò più grassa videoludicamente. Skyward Sword arrivò su Wii ed il 3DS vide Link’s Awakening DX e Ocarina of time 3D. Quindi un gioco nuovo, un port secco ed una remaster più spinta. E un’edizione speciale di Four Swords divenne scaricabile per un tempo limitato, dal 28 settembre 2011 al 20 febbraio 2012. NOTATE DEI PATTERN NEI CONCETTI E NELLE ESECUZIONI? Io no.

Dopo tutto questo papirone, andiamo a vedere gli altri cosa han fatto.
Sony… beh. Cos’è che ha fatto Sony esattamente? Sony ha un brand potente: PlayStation. Ma il software? Se vi dicessi qual è un brand storico di Sony, cosa mi rispondereste? Per certi versi, è molto più facile rispondere ora con Last of Us, Uncharted, God of War ed altri che sono mediaticamente più presenti. Ecco quindi che il ventesimo anniversario è più un ventesimo anniversario di PlayStation, con tanto di console corredata. Ed al 25esimo anniversario, ci beccammo degli sfondi.
Se proprio vogliamo andare a vedere operazioni di port non legati a ricorrenze effettuate da Sony, loro crearono proprio una linea chiamata PlayStation collection per PlayStation 3, principalmente di terze parti, ma loro inclusero la God of War saga, Infamous Collection, Killzone Trilogy e la Resistance Collection.
La God of War Saga includeva ben cinque giochi, rimasterizzati in alta definizione e con qualche altra miglioria a 30$. Aveva anche un voucher a tre mesi di PlayStation Plus e contenuti aggiuntivi. E guardando i prezzi delle altre collection erano allineati. 30$ a saga. Andando a vedere cose più moderne, la collection dei primi tre capitoli di Uncharted riproposta per PlayStation 4 fu piazzata a 60$, per far fare il salto di una generazione in preparazione per il quarto ed ultimo capitolo.
Microsoft invece, per quanto venga scherzata online di essere quella senza giochi, viene associata velocemente ad Halo. Ed anche io ho passato un buona parte della mia giovinezza videoludica giocando la campagna in leggendario con amici in co-op ed a sfasciarci online. In occasione del decimo anniversario della serie, fece un remake grafico totale del primo capitolo, producendo Halo Combat Evolved Anniversary, venduto per 40$.
Operazione eseguita con successo da Microsoft, che poi portò a forse la più grande opera di raccolta e celebrazione di una serie che possa esistere: la Master Chief Collection. Questo pacchetto da 60$ che racchiude 4 giochi nella loro intera campagna a singolo giocatore e multiplayer. L’opera non uscì al meglio e richiese molti anni di lavoro per perfezionarsi ed oggi su PC per 40$ si possono avere 6 giochi. Di cui due remaster totali, mentre le altre sono solo upsclate e con supporto a framerate più alti. Ad oggi io ritengo essere una dei migliori pacchetti per prezzo/offerta di giochi rimasterizzati.
Microsoft con la sua spinta verso la retrocompatibilità, ha potuto effettuare operazioni un po’ diverse da Nintendo.
Se per esempio si giocava la versione rimasterizzata del primo Gears of War per Xbox One in un certo lasso temporale, venivano regalati tutti gli altri giochi precedenti per Xbox 360, giocabili attraverso la retrocompatibilità.

Ecco quindi che per guardare a qualcosa che abbia un sapore di anniversario di lunga data, che sia un port da piattaforme un po’ perdute, dobbiamo guardare alle terze parti.
Ho visto molti andare a confrontare le recenti versioni di Spyro e Crash Bandicoot rispetto alla collection di Mario 3D All Stars. E va bene confrontare. In fondo sono lo stesso oggetto. Tre giochi vecchi, usciti su piattaforme diverse e messi sull’ultimo sistema disponibile sul mercato.
Bisogna però a mio avviso essere chiari su cosa si vuole criticare. Da un punto di vista di ore-lavoro, sicuramente i remake di Crash e Spyro sono costati di più. Nella riproposizione di Nintendo si tratta di prendere giochi e passarli negli emulatori che già hanno costruito in passato. Cose che, in tutta onestà, abbiamo visto fare a privati appassionati smanettoni in tempi relativamente brevi e bene alla portata di una compagnia videoludica. Dover invece ricostruire tutti gli asset di un gioco, anche seguendo fedelmente un blue print, quindi togliendo tutta la fase di progettazione di quel che viene prima, impiega più risorse umane. Ancora più se bisogna portare tutto in un motore grafico diverso, riuscendo ad usare veramente poco del codice originale.
Quindi, se guardiamo ad una porzione di sforzo/prezzo sì, l’opera di Nintendo appare estremamente pigra. Gli altri con 40€ offrono un prodotto finale risultato di uno sforzo decisamente maggiore. Quindi l’idea di comprare qualcosa di meglio per meno, in noi è forte.

Allo stesso modo dobbiamo stare attenti quando andiamo a confrontare questo con il valore dei giochi, assoluto e soggettivo. Se si fa entrare la soggettività in campo, difficilmente possiamo analizzare i vari punti di vista, saremmo chiusi nel nostro. Se io preferisco i Mario, ovviamente assegnerò un valore maggiore ad essi, e così è il punto di vista opposto.
Io adoro Warhammer e assegno un valore affettivo e di coinvolgimento estremamente più alto ai miei soldatini di plastica, ma se lo rimuovo mi chiedo spesso “ma che davvero ho speso 80€ per 5 omini di polystirene che anche se provo a sommare tutti i costi di produzione, arrivano ad un costo di 9,6€? Sì, perché sto iniettando la mia bias e preferenza nella questione, che rende gli altri punti inutili. Se ne voglio parlare su tutti i livelli, non devo farmi annebbiare da nulla.
Spyro e Crash sono IP meno potenti che hanno bisogno di una motivazione per essere comprati dalle nuove generazioni. Non ci sono stati altri giochi oltre ai classici, o perlomeno, nessuno degno di nota che rimase nell’immaginario. Si sentiva parlare di questi giochi, ma pochi potevano metterci le mani. Invece di Mario ne sono usciti a nastri. Tutti ci han giocato. La leggenda è palpabile. È vera.
Ecco quindi che il publisher ha ritenuto opportuno fare un investimento più costoso, investire di più nel portare queste opere ad un livello più moderno e venderle ad un costo più basso, per massimizzare le vendite e quindi il profitto. Costa di meno e dà di più perché così deve apparire, mentre Nintendo non ne ha bisogno.

E con questo non c’è da colpevolizzare nessuno, si tratta di prodotti nati per scopi diversi e realizzati per perseguirli. Quello che c’è da dire è descrivere cosa li ha portati alla nascita e caratterizzarli per quello che sono. Un modo di rivitalizzare brand donandogli quante più chance possibili da una parte, ed un cash grab da minimo sforzo massima resa dall’altra.
Mano a mano che l’IP ha più potenza posso permettermi di fare il gradasso. Square Enix ha rilasciato ogni loro remaster separato. Final Fantasy XII Zodiac Age costa 50€. E sì, ci sono delle migliorie, ma siamo in territorio remaster alla Nintendo. Poi Capcom come al solito fa cose completamente a caso. La Devil May Cry HD collection che combina i primi tre episodi costa 30€. Per Nintendo Switch invece abbiamo avuto i giochi separati da 20€ l’uno. E QUESTO. Poi però ha forse realizzato tra i migliori remake dell’industria con Resident Evil 2, riuscendo a sfruttare in combinazione la forza dell’IP e l’effetto nostalgia per abilitare una riprogettazione da 0 di uno dei loro giochi iconici.
Lo so, si tratta di cose che costano e se queste hanno un prezzo che ritenete alto, potete lamentarvene liberamente. Il punto di svolta avviene però quando ci si rende conto che bisogna avere un approccio più politico al problema. Se la gente compra a quel prezzo, voi non dovete lamentarvi con la casa madre per le decisioni che prende, ma con la massa. Dovete instaurare un processo di rivolta, atto a cambiare gli animi ed i comportamenti delle folle, che a loro volta cambierà le società. Molto più difficile da attuare. Purtroppo. Vi vedete convincere milioni di nintendini a non comprare un gioco di Mario? Più facile convertire il Pakistan al Cristianesimo.
Per ultimo, vorrei giusto mettere in campo gli eroi. Quelli che oramai sono paladini della giustizia nel mondo videoludico perché hanno a cuore NOI giocatori con le loro decisioni. Parlo di CD Project, i creatori dell’ormai famosissima serie videoludica di The Witcher, che ha raggiunto fama mondiale con il suo terzo capitolo.

Fresco è l’annuncio di un port di Witcher 3 sulle console di nuova generazione ed una re-release su PC. Le aggiunte non sono da poco tecnicamente, si parla di codice per i caricamenti riscritto per poter sfruttare la banda offerta dagli SSD e ci sarà aggiunta di Ray Tracing. Ecco, se si possiede già il gioco in digitale sulle vecchie piattaforme, la versione migliorata sarà gratuita.
Io sono una persona che non compra port e remaster di giochi che ha già giocato e possiede. Però se guardo il mio account Steam velocemente, ci saranno un po’ di remaster e versioni migliorative. Tutte ricevute free.
Èd è forse questa l’ultima barriera da abbattere. Il PC ha un unico vero vantaggio rispetto alle console, che spesso non entra mai nelle conversazioni tra consolari e pcmustard, perché ci si sofferma molto in superficie nelle discussioni. Il PC è (facendo le dovute semplificazioni) “eterno”. Tra il lavoro di recupero di GOG, la longevità di Steam e la capacità di Windows e tutte le componenti PC di parlare tra di loro a distanza di anni, allo stuolo di appassionati che possono scrivere emulatori di ogni tipo, su PC si preserva tutto. Dal primo gioco giocato all’ultimo in un’unica soluzione di continuità. Su ogni macchina in mio possesso, qualsiasi possa essere la sua forma.
Microsoft sta provando a portare questa stessa filosofia su console, ma tra i produttori di console, l’unica con la storia in grado di trarne beneficio è Nintendo. Se compro un gioco una volta, lo vorrei idealmente sempre con me. Avendo una certa età, anche se non sono il più vecchio qui dentro, anzi, questa è la cosa che mi interessa di più. Ecco perché guardo sempre con una certa diffidenza tutte queste riedizioni continue. “Tanto morirà quando N64/GameCube/Wii/WiiU/Switch morirà“. Nintendo tra le sue console ha cercato di mantenere una retrocompatibilità e me ne compiaccio, ma essendo fisica, è sempre un limite.

Quello che vorrei veramente da Nintendo che so che non accadrà mai? Che la Virtual Console, sia il mio Vault personale. Che da Switch in poi, ogni mio acquisto diventi la Virtual Console nella macchina successiva. Che Nintendo costruisca un’unica infrastruttura per incapsulare il passato che segue i fan automaticamente, concentrandosi solo a guardare al futuro, solo su progetti nuovi. Perché il passato deve informare il futuro ma non comandarlo e dominare il presente. Altrimenti si rischia di ripetere anche gli stessi errori.
Switch è stato un grande pulsante di reset. Ma nulla mi sta facendo pensare che non ce ne sia un altro.