Sapore di sale, sapore di mare?
Parliamoci chiaro, questa recensione sarà breve, concisa e non si perderà certo in fiumi di parole nel parlare di Super Soccer Blast, recentissimo titolo sportivo per Nintendo Switch. La sua natura semplice e diretta, senza fronzoli, e il suo costo decisamente accessibile (7,99€, un biglietto del cinema in pratica) lo classificano immediatamente tra le esperienze leggere della libreria, uno di quei titoli più o meno sostituibili che ruotano solitamente sul nostro eShop.
Però l’opera di Unfinished Pixel possiede qualcosa. Qualcosa di nostalgico, retro ma anche no, qualcosa di imperfetto, qualcosa che riporta alla mente le imprecazioni in sala giochi e i pomeriggi passati a fingere di giocare un intero mondiale a 24 squadre (erano altri tempi, passavano le migliori terze) usando tavoli, sedie e muri come compagni. Disturbando i parenti con il rumore delle pallonate mentre creavano le più leggendarie rimonte al 97′.
In pratica un gran divertimento, ma solo se si lavorava tantissimo di fantasia.

Super Soccer Blast è schietto e diretto, e alla prima schermata è come se ti dicesse: “Lo vedi questo menù? È tutto, non aspettarti degli extra”. Siamo qui per giocare, ovviamente, e possiamo subito testare le nostre capacità con partite brevi o tuffarci in una delle competizioni internazionali – strutturate nel classico campionato o ad eliminazione diretta, oppure con gironi e fase finale.
Non entro nel dettaglio delle stesse perché a parte il nome non c’è gran che che le differenzi: si entra in campo sempre allo stesso modo, i rumori di accompagnamento sono i medesimi e non ci sono grafiche particolari ad indicare quale competizione stiamo affrontando. In pratica dilettarsi nelle varie coppe serve più per opera di completismo (sbloccando la manciata di achievement presenti all’interno del gioco stesso) e per fare qualcosa di diverso rispetto ad uno scontro diretto con gli amici.
È possibile anche personalizzare una propria competizione per deciderne numero e struttura, non dovessero andarci bene quelle già presenti. L’aspetto migliore del tutto è sicuramente la possibilità di associare un giocatore ad ogni squadra che scende in campo e dare dunque il via a tornei giganteschi.

In campo presto si prende confidenza con gli stilemi arcade classici, che un po’ ci portano alla memoria quella prima era del calcio 3D in cui non tutto funzionava a dovere ma che poteva dare comunque grosse soddisfazioni quando padroneggiato a dovere. Ci sono i personaggi che assomigliano a quelli veri, i nomi di fantasia (11/10 per quello dell’attaccante italiano ispirato a Mario Balotelli… diventato “Luigi”) e il costante dubbio che chi scende in campo sia la caricatura di tutt’altro giocatore rispetto a quello che pensiamo noi.
Non trattandosi di simulazione, la regola numero uno è “rompere il gioco”, cercare il punto debole dell’IA e approfittarne a ripetizione, capendo il prima possibile cosa si possa o non possa realmente fare con i comandi a disposizione. Super Soccer Blast ha un’impostazione di base alla “PES”, verrebbe da dire, con una discreta possibilità di impostare gioco grazie alla precisione del sistema di passaggi, ma aggiunge però una capacità davvero maniacale da parte della CPU di mettersi in mezzo nelle linee di passaggio mostrando una reattività superiore agli attaccanti. A volte conviene quindi improvvisare con l’uso del lancio e dei tiri da lontano “per alzare il baricentro” e provare a recuperare palla in prossimità dell’area.
A sostegno di questo approccio c’è la totale assenza di cartellini a redarguire il gioco falloso: punizioni e rigori non mancheranno, ma potrete sfogare la vostra rabbia come nel miglior FIFA 98/99 senza incorrere in ritorsioni da parte dell’arbitro.

Una volta capito l’andazzo ci si rende conto che costruire gioco può essere divertente ma che è molto più redditizio alzare il ritmo e giocare d’impulso, facendo fallo per interrompere l’azione avversaria, intervenendo in tackle in continuazione per sbilanciare chi imposta gioco e buttando la palla avanti come all’oratorio.
Viene ovviamente premiata la capacità di orchestrare, in particolare grazie all’uso del “dribbling in salto” (davvero, esiste: basta dare un tocco leggero al tasto della corsa per fare un balzello utile a superare gli avversari – ma servono giusto tempismo e spazio) e al passaggio in profondità. Sebbene sia il risultato che conta, vedere il vostro playmaker che salta un paio di avversari per lanciare l’ala che crossa per la punta in grado di finalizzare sia di testa che in rovesciata… beh, è sempre un bel vedere, anche con i pupazzetti.
Se nelle prime partite si fatica a capire quale sia il modello di gioco più funzionale – in particolare se avete i polpastrelli scavati a forma di FIFA/PES – in breve le pallonate prese a livello medio verranno rigirate agli avversari anche a livello difficile: nella mia esperienza dopo il rodaggio iniziale a facile per capire i controlli sono riuscito a passare a medio e a difficile senza problemi, concludendo 5 a 1 (con gol preso al 92°) la mia prima sfida al massimo livello di difficoltà.

Fin qui tutto bene, parrebbe. In realtà però bisogna chiarire che l’acquisto deve essere fatto solo ed esclusivamente se si è consapevoli che il gioco vi farà arrabbiare più e più volte perché magari il cambio del giocatore non è rapido/intelligente come ti aspetti o perché il buffering dei comandi è totalmente inaffidabile. Più volte mi son trovato davanti alla porta con la barra del tiro carica per vedere il mio attaccante non fare nulla: capire quando è il momento giusto per “mettere in coda” un comando è cruciale in questo titolo, così come la gestione dell’aftertouch nei tiri (per evitare di spararla fuori ad un metro dallo specchio).
Tanti limiti tipici del passato e delle produzioni medio/piccole si ritrovano in questo Super Soccer Blast e la cosa rappresenta (ironicamente) il suo peggior difetto ma anche il suo più grande pregio: stiamo parlando chiaramente di un titolo dedicato al gioco in compagnia, dove la mancanza di precisione e affidabilità diventano carburante per sfide accese e sberleffi tra amici, con tiri improponibili (ho segnato da oltre metà campo in rovesciata, giuro…) e papere clamorose diventano irrinunciabili.

Super Soccer Blast è così: un gioco imperfetto, con il numero minimo di modalità e di squadre e un editor utile principalmente a donare un aspetto più personale alle diatribe tra amici. Anni luce di distanza dalla qualità di un FIFA, lontano dall’apoteosi ludica di classici arcade come ISS o Virtua Striker, il titolo però ha le carte in regola per occupare qualche pomeriggio con gli amici, magari gli stessi con cui vi sfidavate anni prima.
Il singolo giocatore non troverà grandi stimoli, mancando elementi caratteristici che possano incentivare il gioco ripetuto a lungo termine, e anche il mordi e fuggi può patire per l’impossibilità di uscire dalle competizioni più lunghe senza riavviare il gioco (cosa molto bizzarra). Ennesima conferma della natura multiplayer della produzione, davvero azzeccata in quest’ottica, anche alla luce dell’editor che vi permetterà di personalizzare giocatori, squadre e tornei per crearli su misura. Come si faceva da ragazzini.

Difficile dare un voto a Super Soccer Blast, perché nelle intenzioni è palesemente un prodotto che “fa il suo dovere” senza eccellere in nulla, senza virtuosismi creativi che lo caratterizzino rispetto ad altre produzioni o trovate di gameplay che te lo facciano subito tornare alla mente pensando ai titoli calcisiti su eShop. Da storico giocatore d’annata verrebbe da dire che con cifre simili a quella richiesta è possibile acquistare i vari Super Sidekicks di SNK, magari meno articolati nel gameplay (e frustranti a tratti) ma fuori di testa nel rappresentare una partita tra squadre di livello internazionale.
Abbiamo dunque tra le mani un titolo che fa il suo dovere, in modo più che sufficiente, ed è gradevole da giocare in particolare in multiplayer. Per il singolo? Nulla di eclatante, ma c’è quasi tutto quello che serve. Pensateci bene.