Xenoblade Chronicles Definitive Edition: che cos’è Future Connected

Xenoblade Chronicles Definitive Edition ha portato con sé non solo molte novità, ma anche un nuovo contenuto aggiuntivo davvero interessante.

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Semplicemente contenuto in più o collegamento al futuro?

Xenoblade Chronicles Definitive Edition è arrivato ormai da più di 10 giorni su Nintendo Switch, ed il grande impegno messo dai Monolith nella realizzazione di questa nuova versione dello storico titolo è stato ampiamente premiato sia dal pubblico che dalle recensioni.

Tra le tante novità inserite nelle Definitive Edition, il team di sviluppo ha voluto realizzare un contenuto aggiuntivo del tutto inedito, ambientato in una zona che nel gioco originale era stata tagliata dal titolo finale, ovvero la Spalla di Bionis.

Attenzione: rischio spoiler per chi non ha terminato l’avventura principale né il contenuto aggiuntivo

La protagonista di “Un Futuro Comune” è Melia, ora Imperatrice del popolo Haientia, la quale tenterà il tutto per tutto nella riconquista della grande capitale del suo popolo, Alcamoth, scomparsa dopo i fatti accaduti nel finale di Xenoblade Chronicles Definitive Edition. Sarà proprio Shulk a spingere l’Imperatrice ad intraprendere questa nuova avventura, allontanandosi dalla neonata Colonia 9 e dal proprio popolo impegnato a dare una nuova forma ed un nuovo senso alla sua esistenza.

Si muove più velocemente della luce

Differentemente da quello che pensava, sulla Spalla di Bionis vivono ancora diversi popoli tra cui un gruppetto di sopravvissuti Haientia, radunatisi in un piccolo accampamento dopo la feroce battaglia scaturita tra loro ed i temibili Telesia, la quale ha portato la capitale a venir abbandonata anche per via della comparsa di questo misterioso Re Nebbia.

Grazie all’aiuto di Shulk e di due simpatici Nopon figli del Prodepon Riki, ovvero la tenera Nene ed il piccolo Kino, Melia dovrà riuscire a riappacificare i dissapori creatisi tra i sopravvissuti Haientia e Mechan che ora sono diventati loro alleati.

Non voglio rivelarvi troppo di ciò che nasconde il finale di questo capitolo aggiuntivo, ma voglio sottolineare già da subito un dettaglio. La sua durata è estremamente variabile in base a quante ore vorrete impegnare nel farming, nella raccolta di oggetti collezionabili e nelle missioni secondarie. Potreste passare da circa 7 ore di gioco per completare la storia senza dedicarvi a nessun altro dettaglio fino anche ad una ventina di ore qualora decideste di intraprendere le numerose missioni secondarie, divise tra alcune fetch quest riempitive e molte quest invece con una sottotrama interessante che ampliano la conoscenza sul mondo di gioco.

Tra filosofia e cruda realtà

Come detto prima, tutto ciò che seguirà d’ora in poi potrebbe essere considerato spoiler da tutti coloro che ancora non hanno terminato quantomeno il contenuto aggiuntivo, e di difficile comprensione nelle sue tematiche per chi non avesse giocato l’avventura principale.

Osservando il trailer durante il reveal del gioco, in molti ci siamo chiesti “che cosa significheranno quegli squarci nel cielo? Saranno un collegamento al futuro della serie, oppure semplicemente un pretesto per creare questa nuova avventura??”.

D’altronde, il gioco non perde molto tempo a descrivere la natura di tali squarci. Sappiamo che la loro presenza comporta un aumento sostanziale dell’etere il quale attira i Telesia che, data la loro natura, tendono ad assorbirne il più possibile ed a mantenere così confinato il Re Nebbia all’interno di Alcamoth.

Alcune persone sostengono che possa essere un evento causato dall’improvvisa mancanza di Alvis, il computer centrale della stazione orbitale da dove Klaus ha dato origine al nuovo universo. Altri pensano addirittura che possa essere Ontos, libero dalla schiavitù sempre grazie alla scomparsa di Alvis ed ora impegnato a risorgere e a trovare colui che lo ha imprigionato per millenni.

L’atmosfera di Alcamoth è davvero tetra

Ebbene, probabilmente la questione potrebbe non essere così lontana dalla realtà, ma al tempo stesso è richiesta un po’ di interpretazione e di fantasia per comprendere appieno ciò che lo stesso titolo vorrebbe voler trasmettere.

Future Connected” o “Un futuro Comune“, come tradotto nella nostra lingua, ad una prima occhiata non è nient’altro se non un escamotage per vivere ancora diverse ore nello splendido mondo di Xenoblade Chronicles. Poter vivere ancora oltre 20 ore nei panni di Melia, accompagnata da Shulk e da Nene e Kino si rivelerà comunque una graditissima esperienza.

Volendo guardare il tutto da un punto di vista più filosofico, invece, traspare la voglia di dare a Melia il giusto spazio portatole via dall’arrivo di Mecha Fiora, l’amata co-protagonista al centro delle attenzioni di Shulk e di tutto il gruppo il cui ritorno sancisce quasi una messa in secondo piano di Melia, poiché accentra su di essa tutti gli interessi narrativi e dei personaggi come lo stesso Shulk ed il fratello Dumban.

The boys are back

Ma volendo approfondire ancora, la rivelazione di ciò che potrebbe voler nascondere il contenuto aggiuntivo è celata nello stesso nome. “Un futuro comune” non si riferisce solamente al fatto di voler collegare il primo titolo della serie con quello che potrebbe essere un futuro Xenoblade Chronicles 3, bensì al fatto di creare davvero un insieme di popoli differenti prima in lotta uno contro l’altro.

Forse, in fondo, è proprio questo il significato che gli sviluppatori volevano dare al contenuto. Una volta arrivati sulla Spalla di Bionis ci è immediatamente chiaro come i dissapori tra alcuni Haientia ed i Mechan (soprattutto da parte degli Haientia, va detto) potrebbe comportare una rinascita delle differenze tra i due popoli. Ed è proprio in questo che Melia deve trionfare, nel far capire al suo popolo che le antiche guerre sono storie del passato, mentre il futuro è… comune.

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