Una coppia molto, molto strana
Oddworld è una parola che colpisce tutti i sensi dei giocatori con qualche anno in più sul groppone. In molti abbiamo giocato i primi due capitoli, ma tutti i possessori di PlayStation hanno avuto la possibilità di provare la Demo 1 inclusa nella confezione della console.
Già da quelle prime scene si capiva che si aveva a che fare con un titolo brillante, difficile e a tratti sadico. Uno stile gore che ci ha fatto amare i primi due capitoli della serie.
Oddworld: Munch’s Oddysee è il terzo episodio della serie, uscito in esclusiva per Xbox nel 2001. Il gioco ha avuto il duro compito di portare le avventure di Abe nel mondo 3D. Già a suo tempo, tutti si aspettavano molto di più, ma probabilmente tra gli sviluppatori di Oddworld Inhabitants c’era la forte volontà di fare delle prove con il nuovo hardware, osando così tanto da rischiare di snaturare il gioco.
Oddworld: Munch’s Oddysee racconta non solo le disavventure di Abe e dei Mudokon, ma da come si può intuire dal titolo, narra anche dell’odissea di Munch, un tripedonte che ha la sfortuna di aver visto la sua stirpe massacrata dai terribili Glukkon. Per questo motivo, Abe e Munch condivideranno questa avventura al fine di guastare i piani degli odiati nemici.

Il genere del titolo è ancora un puzzle platform, ma questa volta il risultato è decisamente sottotono, nonostante le premesse fossero molto intriganti.
Abe ha la possibilità di dialogare con i Mudokon e di usare il controllo mentale, che abbiamo visto nei capitoli precedenti, sui nemici. Inoltre, non bisogna sottovalutare la sua capacità di saltare più in alto del suo compagno di squadra e di emettere flatulenze che tanto fan ridere i suoi amici Mudokon.
D’altro canto, Munch ha una sola gamba, che non gli permette di muoversi così agilmente, a meno di non usare una discutibile carrozzella. In compenso, può nuotare, emettere degli impulsi elettrici dalla testa, che se opportunamente potenziati da distributori di bibite molto, ma molto strani, permettono a Munch di intontire gli avversari e comandare macchine molto utili come gru e sollevatori. A differenza di Abe, Munch non può parlare con i Mudokon, ma può farlo con i Fuzzles, simpatici esserini pelosi che nascondono una vorace fame di antagonisti.
I due personaggi sono facilmente intercambiabili con un semplice pulsante, rendendo il gioco cooperativo abbastanza pratico, ma estremamente deludente per quanto concerne il comparto tecnico.

Il punto più negativo del gioco è proprio la realizzazione tecnica. Per esempio, Abe può sollevare un Mudokon, o Munch, per poi lanciarlo, al fine di fargli superare un ostacolo. Purtroppo, anche su quest’ultima versione per Nintendo Switch, è estremamente frustrante. Per far prendere ad Abe qualcuno tra le braccia, sarebbe sufficiente la pressione del tasto B, lo stesso per saltare. Purtroppo, la pessima realizzazione delle hitbox vi costringerà a vedere Abe saltellare a zonzo prima di riuscire, dopo svariati tentativi, a portare a termine il compito.
Anche il level design è ben lontano da quanto visto nei capitoli precedenti. I livelli sono tutti molto simili tra loro e la storia prosegue con noia e ripetitività, dopo aver passato la prima metà di gioco. Infatti, l’inizio del titolo mi ha fatto ben sperare, perché tra laboratori e spazi all’aperto, si nascondevano nemici ed amici ben caratterizzati e con meccaniche abbastanza variegate. Purtroppo, questo stupore dura poco e il resto del gioco è tutto molto simile ed estremamente piatto.

Personalmente, non ho avuto grande attesa per il finale e la principale volontà di andare avanti è stata data dal piacere di leggere i titoli di giornali che fanno da intermezzo tra i capitoli del gioco.
La versione per Nintendo Switch è esattamente uguale alle versioni HD uscite tra il 2010 e il 2014 su PC, PlayStation 3 e PlayStation Vita. Mai come in questo caso, sarebbe stato necessario apportare delle modifiche sul sistema di gioco. Per quanto riguarda la parte grafica, invece, Oddworld: Munch’s Oddysee è godibile nonostante i tanti anni alle spalle, perché lo stile dei personaggi lo rende comunque un titolo con un certo carisma.
Per quanto riguarda i comandi, ho trovato il gioco più preciso quando giocato sul TV con un Pro Controller in mano. Nonostante tutto, ho preferito giocarlo per la maggior parte del tempo in versione portable, perché ritengo che la dimensione di Oddworld: Munch’s Oddysee sia proprio quella di un videogioco che si può tirar fuori in qualsiasi momento, portarlo avanti per un po’, per poi riporlo nella sua custodia fino alla prossima sessione.

Il punto di forza del gioco è la serie Oddworld stessa. Fa sempre piacere poter vestire i panni di Abe, e lo stesso Munch ha una dose di carisma invidiabile anche da molti eroi più recenti. Oddworld: Munch’s Oddysee non è un brutto gioco, ma dispiace vederlo annaspare nella sua mediocrità. Le idee c’erano, ma potevano essere sfruttate meglio a suo tempo e dovevano essere migliorati alcuni aspetti nella versione per Nintendo Switch.
Tra i lati positivi, va naturalmente aggiunto il sistema GameSpeak, che permette ai due protagonisti di poter interagire con gli altri NPC, nemici inclusi. Il sistema è ben rodato ed è stato un punto di forza della serie, che ha fatto scuola e ha avuto allievi molti importanti. Inoltre, più di una volta mi è capitato di tenere premuto il tasto Y troppo a lungo, trasformando una volontà di corsa, o di dare una pausa ai miei seguaci, in una sonora flatulenza di Abe o in un rumoroso rutto di Munch. Vi assicuro che per quanto fosse critica la situazione, questi intermezzi mi hanno sempre strappato un sorriso.

Oddworld: Munch’s Oddysee mi ha divertito nelle prime ore di gioco, ma la noia e la frustrazione di alcuni comandi di gioco eccessivamente farraginosi, lo rendono un titolo incompleto, che non mantiene alta la fama della serie. Fa estremo piacere vedere Abe e Munch su Nintendo Switch, ma è stata persa la possibilità di migliorare un titolo già mediocre alla sua uscita. Oddworld: Munch’s Oddysee per Nintendo Switch è un’occasione sprecata per una serie che merita di tornare alla ribalta.