La lezione che ho imparato da Animal Crossing Pocket Camp

Animal Crossing Pocket Camp festeggia due anni di vita e Diego Inserauto ci sta ancora giocando: avrà imparato qualcosa in tutto questo tempo?

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Certamente non è fare economia di Stelline

Oggi Animal Crossing Pocket Camp festeggia i due anni di attività, ed io ci sto ancora giocando. Certo, ho un forte incentivo dovuto al fatto che la mia dolce Mari gioca anche, e ci spalleggiamo a vicenda, soprattutto durante gli eventi. Di tutta la community di NintendOn credo sia rimasto solo Franz a connettersi regolarmente, e questo forse la dice lunga su quanto può acchiappare una app derivativa da IP famosa Nintendo.

In questi due anni, Animal Crossing Pocket Camp è andato arricchendosi sempre di più, con piccole aggiunte e tweak che però oggi ci restituiscono un gioco molto diverso e meno legnoso, da quello che era all’inizio ma sostanzialmente privo d’anima.

Perché la nostalgia degli scemotti animaletti di Doubutsu no Mori a volte spinge la gente ad accontentarsi. Di per sé, c’è una lezione che ho imparato da Pocket Camp ed è questa: non voglio palliativi, voglio l’esperienza completa. Questo problema l’ho avuto anche con Fire Emblem Heroes, che tuttavia va ancora alla grande, ma sostanzialmente va alla grande perché non è un Fire Emblem, è tutto un collezionismo di waifu che più svestite sono e meglio è (e vorrei ben dire).

Cioé ditemi voi se è il caso di andare in guerra (s)vestite così!

Anche Pocket Camp, per sopravvivere ha dovuto spostare il focus della serie: non un communication/social game, qualunque cosa questa definizione un po’ generica possa voler dire, ma un colleziona e arreda il tuo campeggio, con occasionalmente qualche sfida di cattura insetti/pesci che porta ad avere altri complementi di arredo per, di nuovo, arredare il campeggio.

Ok, gli animaletti ci sono, e sono smorfiosi come al solito, tuttavia hanno un campionario di frasi molto ridotto e la curiosità nel leggere le conversazioni si esaurisce ben presto. Nonostante questo lo trovo molto rilassante, come può esserlo Picross, l’utilizzo è facilitato dall’averlo a portata di cellulare e l’impegno richiesto è davvero minimo, posso benissimo giocarci mentre faccio anche altro, tipo imbrattarmi di sugo mentre mangio o far finta di ascoltare chi mi parla.

Adesso Gulliver porta tre navi, e non decidi tu cosa dargli. Però non si limita a chiedere abiti o mobili

Animal Crossing Pocket Camp non è Animal Crossing main, così come Mario Kart Tour non è Mario Kart 8. Ok, magari mi prenderete per scemo, è ovvio che non possano esserlo, ma quello che voglio dire è che se magari posso anche capire che l’espansione del bacino di utenza passi anche da queste cose, mi chiedo che senso possa avere dare queste cure omeopatiche a un malato di gaming che invece ha bisogno dell’esperienza completa.

E qua casca l’asino forse, perché la risposta è: non sei tu il target. Non sei tu che spenderesti soldi reali per comprare biscotti della fortuna virtuali che poi aperti ti danno un oggetto o un costume in gioco. Anzi, devo dire che se sto continuando a giocare è anche perché gli sviluppatori sono di manica larga e si può giocare tantissimo senza spendere assolutamente nulla, e non mi passa per neanche per l’anticamera del cervello di spenderci soldi, quindi va da sé che davvero non sono il pubblico ideale.

Il mio campeggio a tema Halloween. Non è caruccio?

Sono contento di aver provato le app Nintendo, ma il modello che preferisco, quello del gaming puro, come Super Mario Run, ha fatto cilecca (in vendite, perché il gioco merita), e difficilmente Nintendo proporrà altre app che non siano pallidi simulacri, che dietro al nome poco hanno della materia di origine. Per ironia della sorte allora vorrei vedere Nintendo, piuttosto, cimentarsi in nuove avventure, nuove IP, come Dragalia Lost, che però non si sa per quale motivo, ancora non arriva da noi. E ok, lo so che volendo ci sarebbe modo di provarlo, ma con il backlog impressionante che ho su ogni console (Nintendo e non), trovare il tempo da dedicargli, che non sia la via tradizionale attraverso il Play Store di Google, è la più lontana delle voglie.

Facile prevedere che la mia routine quotidiana con Pocket Camp, possa essere spazzata via il prossimo 20 marzo, quando il mio Nintendo Switch vedrà nuovi orizzonti, soprattutto se, come preannunciato, non è in programma nessuna interazione tra i due titoli. Nel frattempo, dato che sono davvero molto affezionato ad Animal Crossing, non mi è dispiaciuto affatto rivedere Tom Nook, K.K. e tutti gli altri amici animali, prima del dovuto, e adesso so cosa aspettarmi dai titoli mobile Nintendo con protagonisti IP già affermate, ovvero, come nel caso di Dr.Mario e di Mario Kart Tour: davvero poco o niente. E va bene anche così.

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