Un mago, una ladra e un cavaliere entrano in un bar…
C’era (ancora) una volta, in un regno lontano lontano, un principe i cui incubi e visioni oniriche si tramutavano in mostri brutalmente selvaggi. Ad affrontarlo furono chiamati tre prodi dalla fama indiscussa, gli Eroi del Trine. Senza pensarci Amadeus, il mago, Pontius il cavaliere, e Zoya, la ladra, partirono per affrontarlo e riportare la pace nel reame.

Dopo aver portato i primi tre capitoli su Nintendo Switch, Frozenbyte, studio di sviluppo finlandese, propone anche il quarto in contemporanea con le altre console. Trine 4: The Nightmare Prince segna il ritorno della serie alla formula che l’ha resa celebre con i primi due capitoli distanziandosi del tutto dalla poco apprezzata tridimensionalità del terzo capitolo (lo so, sembra un gioco di parole).

Il gioco è infatti un platform bidimensionale basato sull’esplorazione, forse fin troppo, lineare dei livelli intervallata da vari enigmi ambientali e da alcune battaglie molto semplici. Come i precedenti capitoli, per completare i puzzle è necessario destreggiarsi nell’uso di tutti e tre i personaggi principali: Amadeus può risolverne alcuni con l’uso della magia sollevando casse e creando oggetti, Zoya è abilissima nell’uso delle corde ed è un’ottima arciere mentre Pontius è in grado di utilizzare il suo scudo per direzionare raggi di luce, oltre a essere un giustiziere senza pietà nelle battaglie. Proprio quest’ultime risultano essere il punto più debole del gioco: la loro difficoltà si mantiene bassa per tutta l’esperienza risultando poco appaganti e riducendosi, spesso, a un “colpisci a caso con Pontius finché il mostro non muore”.

Di tutt’altra fattura sono gli enigmi: sfiziosi e mai banali senza, al contempo, risultare ostici. Certo, spesso si ha la sensazione di già visto, sia rispetto i capitoli precedenti sia per quanto riguarda puzzle simili tra loro in-game, ma il gioco accompagna il giocatore per mano nel corso di tutti e 8 i capitoli con una progressione a prova di bambino, lasciandosi fruire senza portare mai alla noia. Di conseguenza il gioco è facilmente apprezzabile anche da chi si approccia alla serie per la prima volta. Arrivati ai titoli di coda, dopo solamente circa 8 ore di gioco (purtroppo), vi sentirete soddisfatti, su questo non c’è dubbio. Oltre alla lineare progressione nei livelli, nel gioco è presente anche un classico albero delle abilità sebbene, anche qui, venga lasciato poco spazio all’autonomia tattica del giocatore risultando un po’ troppo scarno e anch’esso lineare. Queste piccole pecche, non ritengo infatti che influiscano più di tanto sull’esperienza di gioco, sono però ripagate da un comparto tecnico che definire da favola è un eufemismo.

Trine 4, infatti, segue la tradizione della serie ed è interamente realizzato in tre dimensioni nonostante sia un platform 2D. Graficamente parlando le texture appaiono ottime e gli effetti post-produzione non fanno mai, ma proprio mai, storcere il naso. Le ambientazioni spaziano dai castelli alle paludi, dai fondali ai boschi, e spesso vi sembrerà di star ammirando un cortometraggio animato di pregevole fattura. Complice di ciò anche la trama che, senza infamia e senza lode, si fa seguire esattamente come fosse una fiaba della buonanotte. Il tutto condito con una colonna sonora in grado di amplificare l’atmosfera favolistica che già permea il gioco e da un doppiaggio (anche in italiano) degno delle migliori produzioni animate. Tutto questo sia che giochiate sulla TV comodamente sdraiati sul divano sia che siate in mobilità: a parte il consueto calo di risoluzione non ho infatti notato cali di frame-rate o altro che possa influire sull’esperienza di gioco in modalità portatile.

In ultimo, il gioco introduce anche una modalità multiplayer sia offline che online. Funzione che consente di affrontare i livelli in compagnia con amici o con la community che popola i server del gioco. Sicuramente l’esperienza risulta più divertente in questo modo ma, opinione di chi scrive, va a snaturare l’esperienza. Trine si basa infatti sul districarsi tra le abilità dei tre protagonisti e averli tutti sullo schermo contemporaneamente rischia di banalizzare diversi degli enigmi che dovrete affrontare nel corso dell’avventura.

Trine 4: The Nightmare Prince torna dunque agli albori della serie, non rivoluzionandola né facendola sfigurare. È un titolo sfizioso che non disdegna i neofiti e che strizza l’occhio agli appassionati, ma proprio per questo può risultare banale a chi cerca un’esperienza profonda e complessa. Con le sue atmosfere vivaci e favolistiche è però in grado di conquistare chiunque, regalando ore spensierate e puzzle soddisfacenti. Non possiamo che consigliare Trine 4 agli amanti della serie ma, soprattutto, a chi non disdegna mai un buon puzzle-platform e apprezza atmosfere colorate con narrazioni fiabesche.