Daemon X Machina & Dragon Quest XI S: una prova in coppia

Una doppia prova per due titoli attesi: DAEMON X MACHINA e Dragon Quest XI S!

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Il momento di abbandonare totalmente ogni impegno lavorativo è dietro l’angolo: le temperature si alzano (ultime notizie proprio di stamattina…), il mare e la montagna diventano tentazione irresistibile e il gaming casalingo diventa opzione percorribile principalmente per chi ha potentissimi condizionatori nel proprio appartamento.

C’è però sempre tempo per un ultimo, interessantissimo, sguardo alle novità Nintendo che faranno capolino quando la magia dell’estate avrà fine e ricominceranno le scuole (per chi le frequenta): DAEMON X MACHINA e Dragon Quest XI S: Echi di un’era perduta – Edizione definitiva hanno avuto l’occasione di mostrarsi alla stampa in un evento ideato per chiarire le idee e mostrare lo stato dei lavori su due titoli diametralmente opposti che però non hanno avuto la giusta attenzione tra annuncio ed E3 2019.

Tuffiamoci in questa anteprima!

Niente pomposità e scenografie a caratterizzare la nostra prova, che si è dipanata su un’ora circa tra dimostrazioni, gameplay e talk con i referenti Nintendo.

Piccola precisazione, dovuta, che riguarda entrambi i giochi: la modalità di Nintendo Switch scelta per la sessione era esclusivamente quella TV e non è stato possibile testare nessuno dei due titoli in Modalità Portatile (anche chiedendo espressamente). Niente da fare dunque per coloro che sono intenzionati a comprare Nintendo Switch Lite, dovrete attendere ancora un po’ per capire come gireranno i due titoli tra le vostre mani.

Grandi attese? Grandi sorprese? Chissà!

Si è cominciato con DAEMON X MACHINA, tra le due la produzione che porta con sé il maggior numero di perplessità e il minor carico di certezze. Il titolo Marvelous è coraggiosamente intenzionato a portare sulla console ibrida (fino al 20 settembre lo sarà ancora…) un’esperienza originale capace di strutturare l’esperienza di Kenichiro Tsukuda, producer della serie Armored Core, in un contesto portato alla vita dall’estro di Yūsuke Kozaki, artista apprezzatissimo anche dai noi nintendari per il suo lavoro sulla saga di No More Heroes e le ultime iterazioni di Fire Emblem – da Awakening fino ad Heroes.

Le premesse sono semplici: confermare con questa prova tutti i miglioramenti mostrati nel video reso disponibile da canale ufficiale di Nintendo of America circa due settimane fa, che tanto fece piacere all’utenza colpita dal titolo nella sua – seppur claudicante – versione demo.

Una partita avanzata ci ha consentito di entrare nell’hangar (hub centrale del gioco) e giocare un po’ con le personalizzazioni del nostro avatar a livello di abilità ed equipaggiamento: molto intrigante l’evoluzione legata allo skill tree dei potenziamenti, in quanto ogni modifica si ripercuote sull’aspetto estetico del nostro Outer (l’avatar, un umano dotato di poteri speciali).

Stiamo parlando di individui in grado di pilotare gli Arsenal, mech futuristici dopotutto, quindi si necessitano sacrifici anche ai più appassionati amanti degli editor pre-gioco: non è stato possibile fare foto, ma sappiate che alcuni degli upgrade più avanzati cambiano in modo radicale pelle e viso, fino a coprirlo. Chi è alla ricerca di waifu hi-tech è avvisato.

Siamo orgogliosi del nostro modellino, vero?

Il passaggio tra hangar e missione è fluido e credibile, con ogni opzione rappresentata visivamente in modo contestuale all’ambiente (infermeria per le modifiche, pannello della piattaforma di lancio per il setup dell’Arsenal, computer centrale per accedere ad ogni opzione, etc.) e sopperisce al minimalismo percepibile a prima vista.

Buttati nella mischia è innanzitutto palese come il lavoro tecnico sia stato cospicuo, con un aumento considerevole per quel che concerne fluidità, visibilità e mobilità: un vero must per tutti gli amanti di questo tipo di titoli. I setup d’attacco offrono attacchi a distanza o ravvicinati con cambio al volo con un semplice tasto, ma il mantra è tenere sotto pressione il nemico a distanza più o meno ravvicinata per poter sfruttare al meglio lock automatico (che tiene sotto mira il nemico più vicino al mirino) e il vario arsenale. a disposizione.

Muoversi in tutta l’area con efficacia seguendo il radar è fondamentale anche in virtù dei numerosi drop dei nemici, siano essi munizioni (cruciali per non rimanere a secco nel momento peggiore) o materiali per il crafting. In quest’ottica bisogna vedere DAEMON X MACHINA come una sorta di “Monster Hunter futuristico”, immerso in un mondo fatto di metallo in cui avanzare nella storia ma ripetere a piacere le missioni utili ad ottenere un pezzo specifico per migliorare le nostre dotazioni.

Quando le munizioni finiscono, la spada è sempre utile!

Abbiamo potuto partecipare ad una singola missione, che però è riuscita a tirare fuori il meglio dal titolo: il compito era rispondere agli attacchi dei nemici e difendere una zona sotto assedio da minacce terrestre e aeree, da affrontare con il supporto di altri membri della squadra – molto utili, ben lontani dall’idea di “peso morto” tipica delle IA.

Muoversi con il boost è una meraviglia e dona un senso di frenesia non presente nella “demo prototipo”, al punto che in breve ci si può trovare a testare i limiti della propria mobilità, fino a raggiungere i bordi dell’area di gioco. Non siamo più bloccati da un sistema automatico che ci ributta all’interno del perimetro, ma dobbiamo comunque rientrare in tempo pena l’esplosione.

Il nostro Arsenal è una vera bomba (anche quando non esplode) ed è in grado di usare abilità speciali per potenziarsi temporaneamente o creare immagini residue con cui distrarre i nemici: i limiti delle nostre possibilità sono ancora tutti da testare!

Unico cruccio: attenzione al fuoco amico… si può perdere il proprio “robottone” per una semplice distrazione, finendo nel mirino della nostra stessa cotraerea!

Volaaaaaaaaaaaaaa!

Siamo poi passati a quello che è, per il sottoscritto, il grande titolo di settembre (Link, concedimelo…): Dragon Quest XI arriva finalmente sul nostro Nintendo Switch dopo anni di attesa, regalandoci però la versione definitiva del capolavoro made in Square Enix.

Il primissimo impatto è davvero positivo per quel che concerne l’aspetto visivo, pietra angolare nella critica per tutti coloro che amano ricamare attorno ai limiti dell’hardware Nintendo. A parte l’inevitabile calo di definizione, il gioco si presenta solido, leggibile e tendenzialmente pulito, in grado di replicare senza fallo la visione del maestro Akira Toriyama, ormai iconica per questa serie pluridecennale.

What is my destiny, Dragon Quest…

Se nella “base” il titolo è il medesimo già apparso su altre piattaforme, questa “edizione definitiva” vanta tutto il necessario a giustificare il suffisso, che non risulta quindi un semplice orpello commerciale.

A livello di usability, o come si dice oggi “Quality of Life”, i miglioramenti sono decisamente graditi, a cominciare dalla possibilità di sbloccare una fucina portatile che ci consente di creare oggetti ed equipaggiamenti senza dove raggiungere necessariamente le città e il fabbro. Dragon Quest XI è un gioco immenso e ogni situazione ricorrente/tediosa va ad impattare negativamente sul coinvolgimento diretto del giocatore, frenato nella sua progressione – sia questa di trama o di crescita – nel momento peggiore.

Trovare finalmente l’ultimo ingrediente per la nuova spada e poterla forgiare sul posto, proprio prima di entrare nel nuovo dungeon, entra di diritto in quei miglioramenti che andrebbero applicati per legge ad ogni gioco.

Nuova di zecca, pronta per fare invidia allo Chef Tony!

Ma non solo: pur essendo gradevole giocare di ruolo, credo tutti siano ben lieti di poter richiamare a piacere il proprio destriero (sempre con un comando rapido esclusivo per questa edizione) e ridurre il peso delle chilometriche traversate… perché prima di sbloccare la magia Zoom (il teletrasporto) e tutti i punti di interesse ce n’è di fare di strada.

E nel mentre potremmo anche dedicarci alla raccolta di tesori, qui più semplice grazie ad un contatore facilmente consultabile con una shorctuct (sempre esclusivo) che ci avvisa di quante ceste ci siamo lasciati dietro nell’area che stiamo attraversando.

Altra esclusiva di questa versione è una chicca che farà felici gli avventurieri più affezionati alla loro personale storia e avventura, ovvero il Photo Mode: attivabile in ogni momento, consente di immortalare i nostri eroi scegliendone la posizione e lo sguardo (volto rivolto alla camera o rotazione intera del corpo a favore di scatto), così da segnare i nostri progressi in modo indelebile.

Una foto del fidato destriero!

Ma non solo di finezze sono fatti questi aggiornamenti esclusivi: gli amanti delle produzioni giapponesi avranno pane per le loro orecchie, potendo alternare l’audio inglese con quello in lingua madre – perché seppur incomprensibile, il voice acting nipponico ha sempre il suo fascino.

Per gli altri, come il sottoscritto, l’aggiunta più gradita è quella relativa all’OST orchestrale, attivabile in qualsiasi momento dal menù. I più tradizionalisti potranno rifugiarsi nell’accompagnamento classico “midi”, ovviamente, che ben si sposa con un’altra (non finiscono più, nevvero?) esclusiva Nintendo Switch, vale a dire la modalità 2D, mutuata con successo dall’edizione 3DS – rimasta confinata in Giappone.

Si tratta di un viaggio nostalgico davvero interessante, che trasforma un titolo modernissimo in un demake anni 80 dal grande fascino, che mantiene i vantaggi dell’edizione moderna per ciò che concerne la colonna sonora e la possibilità di velocizzare le battaglie (ops, altra esclusiva!). Pur mancando di un passaggio 3D/2D “al volo”, come si sperava inizialmente, l’opzione è comunque godibilissima e di facile fruizione: entrando in una Chiesa basta un dialogo per passare all’altra rappresentazione grafica, tenendo presente la presenza di alcuni punti di trama “cardine” da cui passare obbligatoriamente che possono portare a ri-giocare l’ultima manciata di eventi quando passiamo dal 3D al 2D – si tratta di tecnicismi di cui approfondiremo l’estensione una volta che il gioco sarà a disposizione.

Chi vorrà giocarlo interamente in grafica pixellosa – rigorosamente non interpolata e scalata, ma pulitissima – potrà farlo dall’inizio alla fine, proprio come fosse un Dragon Quest per NES.

Old style! Bellino, eh?

Le sorprese però non finiscono qui: sebbene non sia stato possibile entrare nel dettaglio durante la dimostrazione, abbiamo conferma di una serie di missioni esclusive (bam, un’altra!) dedicate ai protagonisti del gioco. Si potranno dunque scoprire misteriosi dettagli del passato o conoscere ancora meglio i nostri compagni di battaglia. Per i dettagli, toccherà aspettare.

Alla fine di questa doppia anteprima non si può fare a meno di lasciare i locali con la voglia di sapere di più di questi due giochi così diversi ma tanto attesi dalla community nintendara. Appuntamento a settembre dunque, quando Nintendo Switch calerà il tris d’assi con DAEMON X MACHINA, The Legend of Zelda: Link’s Awakening e Dragon Quest XI S: Echi di un’era perduta – Definitive Edition, in uscita il 13, il 20 e il 27 settembre 2019.

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