Volevo aggiungere qualcosa al titolo ma avrebbe sfondato il monitor
Nintendo sembra essere il cavallo su cui puntare per la rinascita di brand ormai dati per morti, ma dall’ottimo potenziale. Probabilmente nessuno avrebbe pensato di rivedere Marvel Ultimate Alliance, un “gioco di ruolo d’azione” che nonostante due ottimi capitoli non è riuscito a uscire dalla nicchia degli appassionati di fumetti. Non è un caso se i cinecomics Disney assomigliano sempre più a film comici d’azione che ai fumetti ai quali si ispirano, perché è chiaro che per una produzione milionaria, una nicchia del genere non è la platea ideale.
Per fortuna, questo nuovo capitolo di questa sfortunata serie non cambia affatto il suo target audience, ponendosi come l’acquisto indispensabile per chi ama i fumetti e magari (ma è una cosa in più) sia un po’ deluso dalle trasposizioni al cinema. Indovinate chi sta alzando la manina? Già sudavo freddo a vedere Thor che spacca boccali in un pub, a Iron Man che arriva da dietro per farti la tipica battuta “sai chi ti saluta un casino?” e allo scudo di Capitan America che tra poco viene alzato pure da Fassino senza problema alcuno.
No. Già dalle prime battute, questa paura è sventata da dialoghi, certo non privi di facezie, ma azzeccati, che calzano a pennello al personaggio che le pronuncia. Anzi, se facezie devono esser pronunciate ci sono personaggi apposta, come Spider-Man, Deadpool o Rocket Racoon mentre Capitan America trasuda ormoni e patriottismo, Bestia è logorroico e Hulk fa quello che gli riesce meglio: SPACCA. Potrei già chiudere qui, le mie aspettative sono state pienamente soddisfatte, a prescindere dalla qualità del gioco. Del resto è un’anteprima!
L’avventura inizia con i guardiani della galassia, di ritorno da una missione che non dev’essere andata particolarmente bene. Si tratta di una scelta di design felice: i 5 componenti del team più svalvolato della Marvel (anche se in realtà sono 4 perché qui per comodità Rocket Racoon e Groot girano assieme) sono ormai nel cuore di milioni di spettatori dell’ultimo film Avengers, hanno caratteristiche diverse tra loro e sono quindi perfetti per abituarsi alle meccaniche particolari di questo titolo.
Nonostante gli elementi gdr ci siano, mi piace definirlo di più come un picchiaduro a scorrimento tattico. Infatti si scende fin da subito in zone piene di nemici in attesa di mani in faccia e cartoni assortiti. Quello che contraddistingue questo picchiapicchia però è la necessità di adottare delle tattiche, perché il più delle volte scendere a muso duro vuol dire prendere calci in… faccia, in faccia, certo.
Gli attacchi sono abbastanza semplici, ogni personaggio ha a disposizione un attacco veloce e uno più potente (che però il più delle volte lascia scoperti), e inizialmente due poteri azionabili con il dorsale R e un tasto azione. È poi disponibile una supermossa da attivare con L+R, che diventa una supermegamossa se eseguita da tutti i componenti. Nonostante i colpi non siano numerosissimi, lo sono gli eroi, e la concatenazione di attacchi (o Sinergia, per adottare il termine ufficiale), la formazione e le caratteristiche dei singoli, tutto questo porta a pianificare bene quale eroe usare in determinati frangenti, senza mai sfociare nella pesantezza.
Il roster sembra semplicemente incredibile, con decine tra i migliori personaggi mai sfornati dalla casa delle idee tra cui scegliere. Insomma un gioco che si preannuncia con caratteristiche tali da perdonare qualche imperfezione, che effettivamente, Joy-Con alla mano, inizia a suscitare qualche perplessità.
Infatti in fasi concitate l’azione si dimostra quasi illeggibile, per via della curiosa scelta di adottare una camera più dinamica: non una visuale fissa isometrica, ma una camera che zooma avanti e indietro a seconda della posizione dei personaggi, oppure è quasi fissa appena si supera un determinato punto, col risultato che finché non si gioca in quelle zone e non si sa che la camera cambia, ci si ritrova confusi in un batter d’occhio. E la situazione peggiora parecchio in multiplayer. E le imprecazioni aumentano durante le boss battle, e ce ne sono tante, uh, se ce ne sono. Ovviamente se ne riparla in fase di recensione, ma mi sembrava giusto dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Qui metto una pausa perché c’è davvero tanto di cui parlare. C’è tanto, sia di accessorio, tra missioni slegate dalla storia e affrontabili senza cliccare su Continua nel menù screen, ed elementi gdr, sia nel descrivere lo story mode, che potrebbe fregiarsi, o non fregiarsi, di momenti epici e di una coerenza narrativa degna di un comics. Tuttavia dovrete aspettare la recensione, forse uno dei pochi casi in cui potrebbe sul serio indirizzare indecisi all’acquisto o meno, proprio perché la caratteristica di essere un titolo a metà tra una piccola e una grande produzione, lo indirizza nel segmento degli appassionati, che devono però capire se il gioco ha dei difetti insormontabili oppure no, e se li ha, magari vale la pena lo stesso. Ma ho ancora tanto da fare.
Devo ancora mettere alla prova il titolo in altre condizioni, che non solo il single player e la co-op a due giocatori, quindi c’è ancora parecchia carne al fuoco per annoiarvi. Tuttavia posso dire che un titolo come questo dimostra che tutti quei giochi di fascia “media”, ormai inesistente, dato che o si sviluppa coi soldoni in tripla A o in soldini per il digital delivery, sono quasi indispensabili, perché aiutano la console a fregiarsi di una varietà di offerta notevole e gli appassionati a vedere soddisfatti i propri pruriti nerd, senza dover aspettare l’ennesimo blockbuster al cinema.