Pokémon Detective Pikachu — Una recensione folgorante

La recensione dell'avventura noir di Pikachu e Tim!

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Genere: Thriller, Azione

Una scarica che vi folgorerà!

Lo ricordo ancora quel giorno, al cinema. Si proiettava Mewtwo contro Mew. Ero un bambino, circondato da altri bambini come me, con occhi sognanti. Stavo per sedermi in sala per assistere al primo film Pokémon. Ricordo anche quando uscii, da quella sala. Probabilmente mi sudavano le mani, quando ero nervoso mi accadeva sempre e in realtà mi succede tutt’ora. Del resto, come si poteva restare indifferenti di fronte ad un Ash in punto di morte? E come si poteva non sprofondare nella poltrona alla vista di Pikachu in lacrime?
Ma il mondo dell’animazione non era abbastanza. Ho sempre desiderato vedere quella manciata di pixel sullo schermo del Game Boy Color prendere vita. Volevo che i miei compagni di avventure sbarcassero nel mondo reale, che mi prendessero per mano, mi portassero lontano dai banchi di scuola, con sulle spalle nient’altro che uno zaino pieno di roba inutile — leggasi Repellente Base — e qualche sparuta Poké Ball. In alternativa, mi sarei fatto bastare un film ambientato nel mondo reale.
Ma il tempo è tiranno e il misterioso quanto fascinoso meccanismo ormonale pure. Dopo l’ennesimo film PEGI 3 persi del tutto le speranze. Mi sarei dovuto “accontentare” dei videogiochi.
Poi, nel mezzo di un pomeriggio del tutto anonimo, arriva lui: il trailer di Detective Pikachu.



Saltiamo la parte dove mi dibatto preso da attacchi epilettici e per poco non faccio saltare tutto per aria per l’emozione per arrivare direttamente al punto della questione. Domenica 5 maggio siamo stati invitati ad assistere all’anteprima nazionale di Detective Pikachu, a Cinecittà World. Inutile dire che io e il buon Damiano Pauciullo eravamo un tantino su di giri. C’è da dire che tutta l’atmosfera faceva presagire qualcosa di buono. Qualcosa di meraviglioso.


Prima della proiezione Pikachu si è palesato sul palco. Me lo ricordavo più piccolo, almeno stando al Pokédex. Scusate la qualità pessima, ho dovuto zumare un po’ tanto.


Il film è diretto da Rob Letterman (Piccoli Brividi, Shark Tale e Mostri contro Alieni), mentre il direttore della fotografia è John Mathieson (Il gladiatore e Il fantasma dell’Opera). Alla scenografia abbiamo Nigel Phelps (Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar), al montaggio il premio oscar Mark Sanger (Gravity) e all’effettistica Moving Picture Company (Wonder Woman) e Framestore (Guardiani della Galassia Vol. 2). Ryan Reynolds è la voce di Pikachu, ma questo ormai lo sapete già tutti.
Credo fossero poche le persone alle quali The Pokémon Company potesse affidare la sua creatura (tascabile) più preziosa e tra queste rientrano senza dubbio le personalità sopracitate. Interessante poi la scelta di Letterman di ricorrere alla pellicola, riprendendo spazi urbani realmente esistenti per poi fonderli con l’universo fantastico di Game Freak.



Sbuffo di trama: a Ryme City non esistono le Poké Ball. La città si propone di far convivere esseri umani e Pokémon senza che vi siano rapporti di sudditanza, senza che vi siano lotte o gare tra allenatori. Insomma, il classico mondo sorretto dalle classiche regole universali che siamo abituati a conoscere si sgretola davanti ad una filosofia a dir poco utopistica, soprattutto per chi è cresciuto a pane e mostriciattoli selvatici. Eppure, sembra che la formula funzioni, sia dal punto di vista pratico, sia da quello strettamente scenico.
Seguiremo le vicende di Tim, un giovane che per campare si dedica al settore assicurativo, ma che dentro di sé ha sempre covato il desiderio di avventurarsi in giro per il mondo, affiancato da un Pokémon. La sua vita, ad un certo punto, prende una svolta: il dipartimento di polizia di Ryme City lo informa che il padre, celebre investigatore, viene a mancare a seguito di un incidente. Notizia che sulle prime non sembra sconvolgere il ragazzo più di tanto, visto il rapporto a dir poco complicato che ha avuto col suo vecchio fino a quel momento, ma che sconcerta l’ex compagno di lavoro dell’investigatore, Pikachu, che trascina Tim in una vera e propria caccia all’uomo.



L’idea di immergere gli spettatori in una realtà libera dai vincoli delle Poké Ball funziona alla grande. I mostriciattoli sono liberi di scorrazzare per le vie della città e al di fuori di essa e di esprimere tutti i loro tratti più caratteristici. Elemento questo che il più delle volte porta alla messa in scena di gag spassosissime, per merito anche di un Pikachu parlante mai fuori luogo e con la battuta sempre pronta. Merito anche della CGI, che porta i Pokémon nel mondo reale con una naturalezza sconvolgente.
Sfido chiunque, dei fan della serie, a rimanere impassibile di fronte a scene e citazioni che hanno una cura a dir poco maniacale nella realizzazione e che, soprattutto, fanno intendere che dietro c’è stato uno studio attento e meticoloso soprattutto per attirare l’attenzione di chi la serie la segue fin dagli albori. Detective Pikachu è un film chiaramente indirizzato agli allenatori, in particolare a quelli di lunga data — e finalmente, aggiungerei— , tuttavia si rivela un’opera nel complesso apprezzabile anche da chi si è sempre tenuto alla larga dal mondo messo in piedi da Game Freak nel corso degli anni.



La storia di Ryme City, che ingloba quella di Tim e di Pikachu, si tiene ben lontana dai toni infantili fin troppo marcati della serie videoludica e riprende gli accadimenti dell’omonimo titolo per Nintendo 3DS, con i dovuti adattamenti. Oltre a trattare tematiche attuali anche sul pianeta Terra, trascina gli spettatori in un vortice di eventi oscuri e pericolosi, al limite della noir-fantascienza distopica, infarciti di battute politically incorrect e talvolta a sfondo sessuale. Intendiamoci, il plot è strutturalmente molto lineare (con un paio di colpi di scena finali mica da ridere), ma il ritmo è serrato e i Pokémon sono meravigliosi da vedere in azione. Io stesso mi sono visto costretto a rivalutare il topino elettrico, cosa che di per sé ha del miracoloso.
La formula adottata da Letterman e compagni, quindi, funziona e fa ben presagire per il futuro. Pare infatti che Detective Pikachu sarà solo il primo di una lunga serie di film con protagonisti i Pokémon e il mondo pseudo-reale. Personalmente, non vedo l’ora d’immergermi in un cinematic universe di tale portata. Per quanto non reinventi una specifica filosofia di film, fa tutto ciò che deve e nel migliore dei modi: rispetta il materiale originale reinterpretandolo nella chiave probabilmente più congeniale al creatore della serie videoludica e, soprattutto, diverte. Che alla fine è la cosa più importante.
Il miglior tie-in tratto da un videogioco? Sfido chiunque a dire il contrario, soprattutto dopo il reveal trailer di Sonic the Hedgehog. Dai che il 9 maggio è vicino, ormai!

Pro: Irriverente e rispettoso del materiale originale. I Pokémon sono delle vere e proprie star. Storia affatto scontata.
Contro: Struttura narrativa fin troppo lineare.
8

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