Quante volte nella nostra vita ci è sembrato di vivere all’interno di un mondo virtuale, in cui tutto risulta essere sin troppo perfetto e guidato da qualcuno? È il 1999, e nelle sale di tutto il mondo approda Matrix. In questo film, esistono due realtà separate in cui gli uomini sono intrappolati. In una di essi il mondo è distrutto e le macchine hanno preso il controllo del pianeta, nell’altro invece la normale esistenza quotidiana continua indisturbata, in un loop quasi perfetto.
Il boom generato da questo film è stato tale da aver ispirato tonnellate di altre pellicole e prodotti di ogni genere. Basti pensare a videogiochi come .Hack/G.U. oppure a Sword Art Online (volendo rimanere in un settore più affine al nostro). Ebbene, The Caligula Effect Overdose ci catapulterà in un mondo virtuale distopico di nome Mobius in cui una Doll virtuale chiamata Mu, architetto della realtà virtuale, tenta in ogni modo di rendere felici i suoi abitanti pur costringendoli a rimanere all’interno del suo mondo, anche cancellando loro la memoria e convincendoli di star facendo la cosa giusta.
Un Persona che non ci ha creduto abbastanza
The Caligula Effect Overdose può vantare la presenza di Tadashi Satomi, già scrittore di Persona 2: Innocent Sin e Persona 2: Eternal Punishment. Era lecito, dunque, aspettarsi una scrittura della storia particolare e suggestiva. A conti fatti, il gioco non è altro che il porting della versione già vista anni fa su PSVita, con qualche aggiunta che non ne migliora granché l’esperienza.
Mobius non è solo un mondo distopico, ma è il luogo dove molte persone hanno deciso di vivere abbandonando la propria realtà per sfuggire dal malessere della vita quotidiana. Lo stesso protagonista si è catapultato in Mobius con la speranza di non dover patire le conseguenze di ciò che è avvenuto nella realtà.
Tutto il mondo virtuale è tenuto in piedi da Mu, la virtualdoll creata dagli umani per prendersi cura di loro e del mondo virtuale. Mobius è una riproduzione fedele della realtà esterna, anche se non nasconde certi limiti che la stessa Mu si impegna a plasmare e limare ogni volta che essi vengono a galla.
Cosa mai potrebbe andare storto, vi starete chiedendo? La splendida Mu non solo permette alle persone di entrare in Mobius, lasciando scegliere loro l’età, il sesso e l’aspetto fisico, ma li priva anche dei ricordi e della consapevolezza dell’esistenza di un mondo reale, nonché di tutti i sentimenti negativi che da esso ne derivano.
La trama di per sé ha un incipit ed uno svolgimento che effettivamente risultano interessanti. Il problema è da ricercarsi nella scarsa “personalità” dei personaggi, per lo più macchiette che si limitano a compiere il proprio ruolo senza particolari guizzi, della cui esistenza presto ci dimenticheremo. Rispetto alla versione precedente, questa edizione Overdose permette di creare rapporti con addirittura oltre 500 NPC, peccato che il 99% di essi siano semplicemente uno la copia dell’altro, senza personalità né utilità. Gli sviluppatori avrebbero potuto sfruttare l’occasione per migliorare le relazioni esistenti, invece di aggiungerne così tante inutili.
Alcuni problemi rimangono
Dove The Caligula Effect Overdose fallisce miseramente è il comparto tecnico. Su Nintendo Switch la risoluzione dei modelli 3D è semplicemente ridicola. In modalità portatile il gioco risulta costantemente sfocato, in piena controtendenza con gli artwork e la UI che invece sono ben disegnate e ad alta risoluzione. In modalità docked la grafica delle sezioni 3D migliora leggermente, ma rimaniamo comunque su livelli piuttosto bassi.
Colpa della console? Considerando che lo stesso risultato si ottiene giocando su PlayStation 4 (dove il comparto tecnico è si migliore, ma non si grida proprio al miracolo), viene naturale pensare che gli sviluppatori non abbiano messo troppo impegno nell’ottimizzazione quanto, invece, in cose di secondaria importanza. D’altronde anche su PlayStation Vita il gioco soffriva di problemi di grafica piuttosto scadente e di lag evidenti. Anche nella nuova trasposizione ci troveremo di fronte a qualche lag. Niente che finisca per rovinare l’esperienza di gioco, sia chiaro, ma comunque fastidioso considerando un comparto tecnico già non all’altezza.
Fa ancora più strano a pensare che i livelli non sono altro che vari dungeon ambientati in diverse strutture, ma nessuna di essere abbastanza grande da far pensare a possibili magagne tecniche. Livelli, a volte, anche abbastanza ripetitivi e scontati. Fortunatamente la colonna sonora riesce ad offrire un sottofondo musicale interessante, portandovi ogni tanto anche a fischiettare una o due canzoni.
Come sottolineato prima, però, gli artwork sono davvero belli da vedere e l’interfaccia utente è ben studiata e funzionale. Che la contrapposizione grafica – artwork sia un’altra metafora per il mondo reale orrendo – virtuale meraviglioso? Misteri della fede.
Un sistema di combattimento eccellente
Dove The Caligula Effect Overdose convince appieno, invece, è proprio il sistema di combattimento. Togliamoci subito il dente avvelenato: l’IA dei nemici non é esattamente la più sviluppata vista in un videogioco, ma ogni tanto riuscirà comunque a sorprenderci con delle combo che non ci saremmo aspettati.
D’altro canto, la gestione delle battaglie e del nostro party è una meccanica pienamente riuscita dal team di Aquria. Non solo avremo la possibilità di creare delle combinazioni, lanciando i nemici in aria e colpendoli con attacchi appositi, ma potremo anche “predire il futuro” grazie ad una barra che mostrerà l’esatta collocazione nello spazio delle mosse che andremo a concatenare. Potremmo anche interagire con tale barra, andando a spostare avanti o indietro il momento dell’attacco, così da farli coincidere al meglio agli eventi in corso.
Ogni attacco/abilità consuma dei punti azione, ed ogni personaggio è dotato di un diverso numero di tali punti. Ciò rende molto strategica ogni battaglia, poiché dovremo riuscire a creare combo ottimali per utilizzare il minor numero di punti azione, eliminando comunque gli avversari. Ovviamente è possibile ricaricare i PA, ma facendolo sprecheremo un turno e saremo dunque soggetti agli attacchi avversari, anche se non mancheranno abilità da concatenare per difendere i nostri personaggi.
Ogni personaggio, ovviamente, potrà contare non solo su abilità differenti, ma anche su differenti approcci alle battaglie. Il protagonista potrà infatti colpire da lontano, ma anche lanciare in aria i nemici con un colpo ravvicinato. Shogo è specializzato negli attacchi da lontano con la sua pistola, ed è in grado di infliggere gravi danni ai nemici lanciati in aria. Kotaro è specializzato negli attacchi ravvicinati, e tende a sprecare tanti punti azione quanta violenza mette nei suoi colpi.
Insomma, di certo non si può dire che The Caligula Effect Overdose non abbia un sistema di combattimento interessante e ben progettato.
In poche parole
Insomma, i ragazzi di Aquria avevano tra le mani la possibilità di tirare fuori dal cilindro un titolo del calibro di Persona, ma ci sono riusciti solamente a metà. La storia è interessante, e per quanto certi eventi siano decisamente scontati e facilmente anticipatili, altri riusciranno ad instillarci quantomeno un po’ di curiosità.
Peccato per il comparto tecnico, perché gli artwork sono praticamente tutti splendidi e fanno rimpiangere un lavoro non all’altezza delle aspettative. La colonna sonora ci mette una pezza, permettendovi di “subire” con più tranquillità un game design dei livelli non estremamente ispirato.
Il gioco merita di esser giocato? Sicuramente si, ma non al prezzo attuale di vendita, che si attesta sui 49.99€. Se lo trovaste con un po’ di sconto, potreste scoprire un mondo tutto sommato piacevole ed un JRPG meritevole della vostra attenzione.