Una scelta che potrebbe far discutere
Spesso mi capita di pensare a come l’industria del videogioco, man mano che si avanza, si stia gradualmente evolvendo prendendo spesso strade che per alcuni gamer datati potrebbero talvolta sembrare assurde.
Viviamo in un periodo in cui, spesso, i giocatori preferiscono acquistare un videogioco non in formato fisico bensì in digitale. I motivi di tale scelta possono essere attribuiti a molti fattori: dallo spazio risicato nelle proprie case o ad i prezzi che, talvolta, sono molto più convenienti nei rispettivi negozi digitali. Tuttavia, per molti, rimane irripetibile quella sensazione che si prova (ed è quasi magica) nell’aprire le confezioni e trovarsi di fronte il proprio gioco.
Evidentemente non la pensa così chi, i videogiochi, invece li produce: l’ultimo caso ricade su Square Enix che, nel corso delle scorse settimane, aveva annunciato che la versione europea (e quella americana) di Final Fantasy X/X-2 non sarebbe arrivata con due cartucce in edizione fisica bensì, per quanto riguarda l’X-2, quest’ultimo sarebbe stato reso solo disponibile tramite un codice in formato digitale, come potete intuire dalla seguente foto.
Una scelta sicuramente discutibile, se si pensa che per il mercato asiatico è stata intrapresa una preferenza differente: rendere reperibili le cartucce di entrambi i giochi nell’apposita boxart, in barba ai consumatori europei ed americani. Un caso che, per certi versi, ricorda anche la tanto discussa edizione limitata di Bayonetta 2 che conteneva dei bonus esclusivi e che, anche in questo caso, è stata relegata al solo mercato asiatico.
Dunque non riesco a comprendere questi movimenti di mercato dato che ci troviamo in un periodo dove Nintendo ha finalmente abbandonato il cosiddetto “Region Lock”, una politica che precedentemente impediva la possibilità di utilizzare giochi presi in altri punti del mondo a discapito di chi li voleva nel proprio dispositivo e che da quando è arrivata Nintendo Switch sembra essere ormai preistoria.
Proprio per questo motivo, non riesco a capacitarmi del perché il mercato europeo (e quello americano) debbano trovarsi costantemente svantaggiati in confronto a quello asiatico.
Non sarebbe meglio condividere tutto nel nome della sacra bandiera del gaming?