Travis Strikes Again: No More Heroes, recensione dell’ultimo titolo di Suda51

Travis Touchdown torna a colpire con Travis Strikes Again: No More Heroes. L'ultima fatica di Suda51 sarà all'altezza delle aspettative?

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Genere: Hack&Slash
Multiplayer: Cooperativa locale
Lingua/e: Sottotitoli in italiano

Iniziano i giochi

Suda51

è una persona davvero strana. Dopo essere comparso sul palco in occasione della presentazione di Nintendo Switch ed aver mandato totalmente in palla il traduttore avendo letteralmente cazzeggiato ha presentato una semplice immagine di Travis Touchdown. Solo in seguito si è capito che non sarebbe stato il tanto sperato No More Heroes 3 quanto più uno spin-off intitolato Travis Strikes Again: No More Heroes. Ve lo anticipo subito: non ho giocato a molti titoli di Suda51, anzi. Praticamente l’unico che ho toccato è stato Killer is Dead, insieme a Killer7 ma quest’ultimo possiamo anche tralasciarlo. Di conseguenza sì, mi aspettavo un gioco strano, magari tecnicamente trascurabile, magari con tante citazioni.. ma di certo non mi aspettavo questo Travis Strikes Again! Se lo stia dicendo con un’accezione positiva o negativa lo lascio decidere a voi con il resto della lettura.

Bentornato Travis!

Travis si sta finalmente godendo la vita, anni dopo la scalata disperata alla UAA. Camper, videogiochi e tanto relax che purtroppo non è destinato a durate. Bad Man, padre di Bad Girl, lo cerca per vendicarsi dell’assassinio della figlia per mano di Travis. Durante il combattimento che ne consegue, la console Death Drive Mark 2 si attiva risucchiandoli all’interno di un gioco. E così inizia l’avventura di Travis all’interno di scenari allucinati ed alle prese con i bug, i nemici di ogni gamer. Citazioni e stile a manetta ci catapultano all’interno di un hack&slash, armati della nostra fida Beam Katana, pronti a fare a fette chiunque ci si pari davanti alla ricerca delle famose Death Ball, che altro non sono che i giochi della Death Drive Mark 2, in tutto sei, che se riunite fanno avverare un desiderio.
Sì, è esattamente questa l’idea che ho avuto

Assassinando eroi, anche digitali

Il gioco è estremamente semplice per quanto riguarda le meccaniche: attacchi leggeri, attacchi pesanti, salti, abilità, capriole ed attacchi speciali. Basta così. Giusto le basi di ogni buon action game che possa definirsi tale. Il primo impatto, però, è un tantino alienante. Strani scenari pixellosi ed al neon si mostrano in uno strano formato in 4:3, con i due lati dello schermo tagliati da un ben strano HUD. Sulla sinistra abbiamo Travis con la sua barra della vita, l’energia della Beam Katana e dell’attacco speciale ed infine le abilità. Sul lato destro sono presenti le stesse cose ma con la sagoma di Bad Man che, anche nel caso in cui si giochi in singolo, rimane comunque lì a sputare fuori strani balloon. Scelta strana che, se abbinata ad una telecamera non proprio perfetta, spesso infastidisce soprattutto quando si gioca in cooperativa. I vari livelli sono composti in maniera pressoché identica: porta a termine i compiti assegnati, batti i miniboss, batti il boss, YOU WIN! Tornando un secondo al discorso della coop locale, essa è ben implementata e subito fruibile tramite un JoyCon o un altro Pro Controller.
Basta premere un pulsante e si è subito in partita, e la situazione si fa subito più divertente e complessa. I nemici hanno una vita maggiore, calibrata sulla presenza di due giocatori invece di uno, e le abilità infatti hanno effetto anche sul secondo personaggio giocabile. Se, ad esempio, usate una delle prime abilità che si trovano nel gioco, quella di poter prendere un nemico e scagliarlo via, senza mirare bene, potrebbe capitare di lanciare via il secondo giocatore. Altre volte la presenza di un secondo personaggio aiuta molto, permettendo di saltare intere porzioni di mappa e, in questo caso, non so quanto sia voluta la cosa. Mi riferisco in particolare alla sezione puzzle dello scenario Life is Destroy ma valuterete voi stessi quando giocherete, senza troppi spoiler.

Quante perle da Travis

La nostra fida Beam Katana ci accompagna per tutta la durata del gioco, insieme anche ad una riserva di energia che si scarica man mano che attacchiamo i nemici. Si può comunque ricaricare in ogni momento agitando il pad o tramite la levetta destra e rimanendo pochi secondi immobili. Per fortuna l’energia non scende in maniera così vertiginosa da risultare fastidiosa. Ai nostri classici attacchi possiamo alternare l’utilizzo delle innumerevoli abilità che otteniamo all’interno dei livelli, sotto forma di scheda SD. Esse garantiscono sempre risultati devastanti e possono anche essere combinate tra di loro per aumentarne l’efficacia. Avete sbloccato la possibilità di lanciare del gas che se incendiato esplode infliggendo ancora più danni? Ottimo, usate subito dopo una bomba vicino e godetevi i risultati, anche se alcune volte il tutto stona completamente: il suddetto gas infatti, lanciato contro del fuoco vero e proprio causato dai nemici… rimane inerte. Devo essere sincero, la prima volta ci sono rimasto male.

Hack&Slash everywhere

Una volta finito ogni gioco si sblocca la sua recensione insieme a degli interessantissimi trucchi.. che non ho provato

A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare o dalle idee fatte duranti questi mesi di attesa, il gameplay vero e proprio del titolo, quella sua anima da hack&slash, sostanzialmente rimane immutato all’interno dei vari giochi presenti, che sarebbe errato definire mini-giochi. Suda51 ha deciso di declinare una formula ben precisa all’interno di contesti totalmente diversi tra di loro, infarcendola qua e la di vari altri elementi ma sempre in forma estremamente lieve. E così all’improvviso ci troviamo a percorrere una città, con una visuale del tutto simile a quella di GTA 2, all’interno della quale dobbiamo colpire della carte per cambiare la disposizione delle strade e recarci in una villa, ad ascoltare la storia di un serial killer. Oppure possiamo trovarci all’interno di una villa con telecamera fissa, a cercare caffè e ciambelle mentre strani fantasmi citano Twin Peaks, subito dopo possiamo trovarci, ad esempio, dentro una stanza con all’interno una console in VR con cui giocare ad uno strano gioco di corse con grafica vettoriale. Sì, giochiamo ad un gioco in un gioco in un gioco. SuperInceptionDeLaMuerteCarpiato.
Stile e colori non mancano mai

Ai livelli “classici” si alternano poi alcune cutscene, che costituiscono la vera e propria storia di Travis Strikes… Back. Appena tornati al camper, dopo aver terminato uno dei giochi, dobbiamo necessariamente andare alla ricerca di un’altra Death Ball grazie alla splendida moto di Travis. C’è un “problema”, però: queste sezioni sono solo ed unicamente testuali. Ed anche qui, mi ripeto: la prima volta ci sono rimasto male. Anche perché il primo capitolo durava circa quindici minuti abbondanti.. di solo testo. Il tutto come se fosse una sorta di Codec all’interno di un Game Boy, verde e statico. Per fortuna, a partire dal secondo capitolo, la situazione si fa più veloce ed il tutto diventa anche più piacevole da seguire ma rimane comunque l’amaro in bocca per non poter vivere queste avventure in prima persona. E Travis lo capisce anche, con continue rotture della quarta parete (ma non come “Dedpul” o come cavolo si chiama eh!) con le quali quasi si scusa per la presenza di questi noiosi intermezzi.
Una citazione di Twin Peaks in ogni gioco!

Se da un lato tutti questi elementi possono risultare simpatici o stilosi, e lo sono, sia chiaro, dall’altra parte sembra che, in certi momenti, manchi totalmente l’ispirazione e si siano gettate nel mucchio idee a caso. Il gioco è un vero e proprio atto d’amore alla scena indipendente globale, con tonnellate di t-shirt acquistabili tramiti crediti di gioco che omaggiano una lunghissima serie di titoli più o meno conosciuti ma possiede altrettanti problemi. In primis la longevità. Ho terminato il gioco in circa cinque ore e non è presente alcuna classifica globale o altre modalità di gioco. Ad esempio mi sarebbe piaciuto moltissimo avere una modalità speed-run, o una boss rush, tanto per dirne un paio. Tecnicamente il gioco traballa su tutti i fronti: nonostante una visuale ridotta a 4:3, i 60fps sono tutt’altro che granitici ed in caso di presenza di molti nemici a schermo il frame rate crolla. Il discorso rimane invariato sia nel caso si giochi in docked che in portatile, non ho notato alcuna differenza. Il gioco appare come una via di mezzo tra un indie, un gioco d’autore ed un tripla AAA, rimanendo molto lontano da quest’ultimo punto ed avvicinandosi più al primo ed al secondo mantenendo comunque una sua identità personale e ben definita ma che lascia l’amaro in bocca per quella che è comunque una produzione particolare ma anche un esperimento riuscito a metà che però potrebbe spianare la strada al ritorno definitivo di Travis Touchdown su Nintendo Switch, magari con un certo terzo capitolo… o magari Suda51 ci sta già lavorando.

Ho ricevuto il codice da Nintendo e portato a termine il gioco in circa cinque ore
Pro: Suda51 propone un esperimento azzardato ma che strizza tantissimo l’occhio al futuro
Contro: Spesso confusionario, tecnicamente deficita su tutti i fronti ed alcune volte manca di ispirazione
7.5

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